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Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 22/04/2022, a pag.15, con il titolo "Macron rilancia il dialogo: 'Se i francesi mi danno fiducia sono pronto a chiamare Putin' ", il commento di Anais Ginori.
All’indomani del duello tv contro la rivale Marine Le Pen, Emmanuel Macron è fiducioso e si proietta già nel dopo voto. Con l’intenzione di riprendere gli sforzi diplomatici sulla guerra in Ucraina. Macron non parla più a Vladimir Putin dopo i massacri di Bucha ma ha intenzione di riallacciare presto il filo del dialogo. «Avrò l’opportunità, se il popolo francese ha fiducia in me, di chiamarlo già la prossima settimana ». Il capo di Stato ha ricordato ieri che la Russia ha scelto «una strada infausta per l’Ucraina soprattutto, ma anche per se stessa e per l’equilibrio delle nazioni». E ha commentato la minaccia dei nuovi test balistici russi: «Invito la Russia e il presidente Putin a rimanere una potenza responsabile e a non cedere a nessuna forma di provocazione, perché sarebbe un profondo cambiamento nella grammatica internazionale». Il leader francese ha accusato Le Pen per le sue posizioni filo-russe e per il prestito ricevuto da una banca vicina al Cremlino. «Lei dipende dal potere russo e da Putin», ha detto, nonostante la rivale avesse poco prima lodato i suoi tentativi di negoziare con Mosca. Se vincerà, Macron riprenderà fino a giugno le attività di presidenza dell’Ue per lo più sospese durante la campagna elettorale. Uno dei primi obiettivi sarà far convergere i partner su nuove sanzioni contro Mosca e aiuto militare all’Ucraina. «Dobbiamo rimanere vigili e uniti come europei e come alleati — ha spiegato — continuando a dialogare con tutte le potenze, e all’interno dell’Onu, per inviare messaggi molto chiari alla Russia». Il leader francese ha ribadito la necessità di «un’Europa forte, con una Difesa forte ». Non esclude di andare a Kiev, dove non è ancora stato dall’inizio della guerra. «Ma solo quando sarà davvero utile farlo». «Non siamo vassalli di nessuno — ha aggiunto — dobbiamo riportare la Russia alla ragione per ottenere un cessate al fuoco e liberare il territorio ucraino». Macron ha ricevuto a sorpresa un endorsement da tre altri leader europei. «Il secondo turno delle elezioni presidenziali francesi non è un’elezione come le altre» scrivono il cancelliere tedesco Olaf Scholz, insieme ai premier spagnolo e polacco Pedro Sánchez e António Costa. «La scelta che il popolo francese deve fare è cruciale per la Francia e per tutti noi in Europa», scrivono i tre capi di governo citando il «candidato democratico, che crede che la Francia sia più forte in una Ue potente e autonoma » e invece una «candidata di estrema destra, che si schiera apertamente con coloro che attaccano la nostra libertà e democrazia». Nell’attuale contesto, il bivio francese è decisivo. «I populisti e l’estrema destra — scrivono Scholz, Sánchez e Costa — hanno fatto di Putin un modello ideologico e politico, facendo eco alle sue rivendicazioni nazionaliste». L’appello dei tre leader europei è una mossa inedita, fuori dalla tradizionale neutralità per scrutini nazionali. Ma è stato lo stesso Macron a definire il ballottaggio contro Le Pen come un “referendum sull’Europa”, frase ripetuta ancora ieri a Saint-Denis, banlieue a nord di Parigi. Dopo il duello tv, il presidente-candidato ha allargato il distacco da Le Pen fino a 15 punti. Nell’ultimo sondaggio Ipsos raccoglie il 57,5% delle intenzioni di voto, contro il 42,5% della Le Pen. Macron denuncia la Frexit mascherata della rivale. «Tutto quello che propone rischia di portare la Francia fuori dall’Ue». E ha ripetuto la minaccia di una “guerra civile” se l’estrema destra arriverà al potere.
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