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La Repubblica Rassegna Stampa
30.03.2022 Israele, un altro attentato: 5 vittime a Bnei Brak
Cronaca di Rossella Tercatin

Testata: La Repubblica
Data: 30 marzo 2022
Pagina: 21
Autore: Rossella Tercatin
Titolo: «Israele, terzo attentato in sette giorni cinque le vittime vicino a Tel Aviv»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 30/03/2022, a pag. 21, con il titolo "Israele, terzo attentato in sette giorni cinque le vittime vicino a Tel Aviv" la cronaca di Rossella Tercatin.

A destra: il terrorista di Bnei Brak

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Rossella Tercatin

Un altro attacco in Israele, e ancora cinque morti. Questa volta l’attentatore è il ventiseienne palestinese Dia Hamarsha, entrato illegalmente in Israele dalla Cisgiordania e già noto alle forze di sicurezza israeliane per la sua appartenenza a un gruppo terroristico. A bordo di una motocicletta ha freddato le sue vittime con un fucile M16 a Bnei Brak, sobborgo di Tel Aviv noto per essere uno dei centri nevralgici della comunità ultraortodossa. A Bnei Brak, secondo indiscrezioni di stampa, Hamarsha, che proveniva dal villaggio Ya’abad vicino a Jenin, lavorava in nero come muratore in un cantiere. Il terrorista ha centrato un uomo in una macchina e tre passanti in due strade diverse della città. In seguito, in uno scontro a fuoco con la polizia, ha ucciso un agente prima di essere a sua volta colpito a morte.

Cinque persone sono morte in una sparatoria a Bnei Brak, in Israele - Il  Post

Domenica erano stati due cittadini arabo-israeliani affiliati all’Isis a colpire a Hadera, nel nord del paese, ammazzando due diciannovenni che servivano nella polizia di frontiera, mentre la settimana scorsa a Beersheva quattro israeliani sono stati assassinati a coltellate da un attentatore beduino anche lui seguace dello Stato Islamico. Se le autorità israeliane avevano considerato l’attacco di Beersheva un episodio isolato, dopo l’attentato di Hadera il premier Naftali Bennett ha annunciato una serie di misure per affrontare l’emergenza, tra cui la messa in stato di allerta delle forze di sicurezza fino all’inizio di maggio, quando Israele festeggerà il Giorno dell’Indipendenza, l’espansione della detenzione amministrativa per i sospetti terroristi e il rafforzamento del dialogo con i leader della comunità araba. Martedì poi le forze dell’ordine hanno arrestato undici affiliati dell’Isis a Umm El-Fahm – da dove provenivano gli attentatori - e in altre località arabe nel nord di Israele. Tre origini diverse dei terroristi, ma una lunga scia di sangue a pochi giorni dall’inizio del Ramadan il prossimo sabato. Lo scorso anno durante il mese sacro dell’Islam la tensione a Gerusalemme salì alle stelle e i disordini (legati soprattutto allo status del sito che per i musulmani è la Spianata delle Moschee, per gli ebrei il Monte del Tempio e per entrambe le religioni un luogo sacro) sfociarono in undici giorni di conflitto tra Israele e Gaza. Già da diverse settimane le autorità israeliane lavoravano per impedire il riesplodere della violenza, incoraggiata da gruppi terroristici palestinesi come Hamas e la Jihad Islamica. «Tutte le operazioni eroiche compiute dal nostro popolo palestinese, in ogni centimetro della nostra terra occupata, rientrano nel contesto della risposta naturale e legittima al terrorismo dell’occupazione e ai suoi crimini crescenti» ha commentato Hamas in un comunicato ufficiale dopo l’attentato di Bnei Brak, mentre il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen ha condannato l’attacco, foriero - anche lui teme - di un’ulteriore escalation, «in un momento in cui abbiamo bisogno di stabilità». «Questa azione fa seguito ad altre due altrettanto benvenute» ha dichiarato l’alto funzionario della Jihad islamica Ahmad al-Madall come riportato dall’emittente pubblica israeliana Kan. «Questo dimostra che ci troviamo nella fase della resistenza con ogni mezzo e soprattutto con la lotta armata per le nostre terre nel ‘48».

Negli ultimi anni infatti, la maggior parte degli attentati terroristici era stata condotta al di fuori dei confini del ’67. In questi giorni invece i terroristi hanno colpito in località dentro la Linea Verde, nella settimana più sanguinosa dal 2006. «Israele sta affrontando un’ondata di terrorismo arabo omicida» le parole di Bennett, che dopo l’attacco si è riunito con i vertici delle forze di sicurezza per valutare la situazione. «Combatteremo il terrore con perseveranza, attenzione e pugno di ferro. Non ci sposteranno da qui. Vinceremo».

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