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La Repubblica Rassegna Stampa
05.09.2021 Francia: Zemmour in corsa per le presidenziali?
Cronaca di Anais Ginori

Testata: La Repubblica
Data: 05 settembre 2021
Pagina: 15
Autore: Anais Ginori
Titolo: «Zemmour, la star tv che può frenare Le Pen nella corsa all’Eliseo»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 05/09/2021, a pag. 15, con il titolo "Zemmour, la star tv che può frenare Le Pen nella corsa all’Eliseo", il commento di Anais Ginori.

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Anais Ginori

Francia, ecco Zemmour, la star tv che può frenare Le Pen nella corsa  all'Eliseo - la Repubblica
Manifesti elettorali in sostegno di Zemmour

Una mina vagante pronta a esplodere nella campagna per le presidenziali. Éric Zemmour, uno degli opinionisti francesi più popolari e controversi, pensa a candidarsi per l’Eliseo. E la sua eventuale discesa in campo rischia di cambiare tutti i pronostici. Secondo un nuovo sondaggio del Parisien , Zemmour potrebbe ottenere almeno l’8% dei voti, un risultato al tempo stesso modesto e spettacolare per qualcuno che non ha mai fatto politica ma da anni occupa schermi, giornali e librerie. Sessantadue anni, cresciuto in una famiglia di ebrei algerini, è una delle firme del Figaro ed è la vedette di CNews , la tv di Bolloré diventata la nuova Fox News francese. Il suo talk show Face à l’info raggiunge punte di un milione di telespettatori ogni sera. L’ultra-sovranista Zemmour, condannato diverse volte per istigazione all’odio razzista, è il nuovo incubo di Marine Le Pen che teme un’emorragia di voti all’estrema destra, laddove non ha mai avuto veri concorrenti. Se l’opinionista si lancerà davvero nella corsa, la leader del Rassemblement National potrebbe scendere — in base al sondaggio pubblicato ieri — fino 19% delle preferenze, una soglia che non le garantirebbe di ritrovarsi al ballottaggio. Il giornalista e saggista non si è ancora dichiarato ufficialmente, ma tra pochi giorni presenterà un nuovo libro- manifesto, La France n’a pas dit son dernier mot (La Francia non ha detto l’ultima parola). Un titolo più battagliero, rispetto al suo bestseller Le suicide français (Il suicidio francese) che cavalcava l’ossessione declinista molto in voga Oltralpe.

La sua storica casa editrice, Albin Michel, temendo di essere attaccata per il sostegno diretto a un nuovo attore politico, si è rifiutata di pubblicare il nuovo saggio che Zemmour ha stampato a proprie spese. E intanto ha sospeso la sua rubrica sul Figaro, d’accordo con la direzione, in attesa di sciogliere la riserva sulla sua candidatura. Preoccupata dall’incombente minaccia, Le Pen ha proposto all’opinionista un incontro, tramite l’amico comune Robert Ménard, sindaco di Béziers ed ex fondatore di Reporters Sans Frontières. Zemmour ha rifiutato, pretendendo un dibattito in pubblico con la leader che ha già accusato di essersi troppo normalizzata su temi come Europa e Islam. La leader di estrema destra aveva tentato invano di cooptare Zemmour nelle liste per le europee ma nella dinastia Le Pen, l’opinionista preferisce il patriarca Jean-Marie con il quale si sente spesso o la nipote Marion Maréchal che ha frequentato molto in passato. L’opinionista può contare su una potente rete mediatica, oltre a CNews anche il settimanale Valeurs Actuelles che ha già pubblicato una copertina Zemmour président . Da qualche settimana è circondato da una piccola squadra che lo aiuta a studiare le prossime mosse, per esempio come trovare le cinquecento firme di eletti locali necessarie per depositare una candidatura. In una situazione in cui Emmanuel Macron si sta rafforzando — la rilevazione del Parisien mette il Presidente al 25% delle preferenze — cominciano a esserci dubbi alla destra della destra. «Tutti hanno capito nel Rassemblement National che Le Pen non vincerà mai», ha detto Zemmour qualche giorno fa, lanciando un’Opa sullo storico partito di estrema destra. Per Macron la discesa in campo di Zemmour non è automaticamente una buona notizia. Indebolendo Le Pen potrebbe favorire l’ascesa al ballottaggio del candidato della destra moderata, sempre che si trovi un accordo tra i tanti in lizza, tra Xavier Bertrand, Valérie Pecresse e l’ex commissario Ue, Michel Barnier. Anche a sinistra c’è ressa: ieri l’ex ministro Arnaud Montebourg ha annunciato di volersi candidare per una “remontada” della Francia.

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