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La Repubblica Rassegna Stampa
08.06.2021 Bloccato il gruppo neonazista italiano, voleva pianificare un attentato alla Nato
Cronaca di Romina Marceca

Testata: La Repubblica
Data: 08 giugno 2021
Pagina: 16
Autore: Romina Marceca
Titolo: «Neonazi bloccati, volevano un attentato alla Nato»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 08/06/2021, con il titolo "Neonazi bloccati, volevano un attentato alla Nato", la cronaca di Romina Marceca.
Roma, smantellato gruppo antisemita Ordine Ario Romano: progettava azioni  violente contro ebrei ed extracomunitari
Il gruppo nazista bloccato

Nel «movimento politico» Ordine Ario Romano sarebbero entrati solo i «migliori». E avrebbero fatto parte di un «gruppo di formazione sociale e politica» che inneggia alla purezza della razza, a Hitler, a Mussolini e al dottor Mengele, che nega i sei milioni di ebrei vittime dell’Olocausto («La menzogna più madornale inculcata nel mondo per più di 70 anni»), che spinge all’odio contro extracomunitari e omosessuali. Questo diceva Mario Marras, quarantenne di Sassari, e a capo di una delirante community sul social russo VKontakte che dalle parole voleva passare ai fatti, secondo quanto ricostruito dai Ros di Roma, con un attentato contro una struttura Nato. «Ce vonno due canne, un saldatore e basta. Le cartucce se rimediano. Poi c’abbiamo le molotov, ci vuole un cazzo a farle. Basta documentasse », diceva Gregory Rossi a Marras in un file audio recuperato dai carabinieri. E poco dopo aggiungeva: «C’è una persona, te posso dì solo che ha lavorato nella Nato. È strainformato, è uno dei nostri, è uno che s’è rotto er cazzo, c’ha nà certa età, credo più di sessant’anni, e me fece na proposta de rimedià solo fidati. E non c’è bisogno di farla di giorno questa cosa ma di notte. Lui sa gli orari, i cambi, perché ci stanno quelli vestiti uguali no? E ce sono delle persone importanti che dormono lì. Quindi facendo questa cosa di notte, prendendo intanto queste persone ». Questo audio ha fatto scattare il provvedimento del gip di Roma. In dodici, tra Milano, Roma, Sassari, L’Aquila e Latina, sono sottoposti all’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria dopo la richiesta del capo della procura, Michele Prestipino. L’accusa è di «associazione con finalità di propaganda e istigazione alla discriminazione e all’odio razziale ». C’è anche miss Hitler, Francesca Rizzi, già segnalata in passato per post offensivi su Liliana Segre, e un carabiniere romano, Remo Governatori, immediatamente sospeso dal servizio: ha incontrato alcuni indagati. Qualcuno di loro aveva avuto contatti con gruppi estremisti e aveva partecipato a eventi neonazisti. Nelle loro case i carabinieri hanno trovato bandiere con le svastiche, "l’Opera Omnia su Benito Mussolini", il testo sulle leggi razziali, ritratti di Hitler. Marras, già indagato nel 2007 e nel 2019 per aver fondato il movimento "Azione fascista nazional socialista", dopo la perquisizione a Sassari si è affrettato a far sparire le prove. Ha cancellato il gruppo WhatsApp "Judenfreie Liga", ha oscurato il profilo Facebook e quello su VKontakte. Ma è rimasta la sua foto su uno sfondo con fascio littorio, il taglio di capelli come Adolf Hitler. L’odio postato, intanto, era stato cristallizzato dal Ros: «Noi rigenereremo l’Italia fascista e antisemita», «Siamo l’unica opposizione al sistema giudaico», «Fuori i giudei dall’Italia ».

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