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La Repubblica Rassegna Stampa
23.05.2021 Hamas vs Fatah, la lotta per il potere coinvolge il Muftì di Gerusalemme
Commento di Sharon Nizza

Testata: La Repubblica
Data: 23 maggio 2021
Pagina: 11
Autore: Sharon Nizza
Titolo: «Cacciato il Muftì di Gerusalemme: 'Troppo vicino ad Abu Mazen'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 23/05/2021, a pag. 11, l'articolo di Sharon Nizza dal titolo "Cacciato il Muftì di Gerusalemme: 'Troppo vicino ad Abu Mazen' ".

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Sharon Nizza

Gerusalemme: Mufti a Israele, rimuovere subito metal detector - SWI  swissinfo.ch
Il Mufti di Gerusalemme, lo sceicco Mohammed Hussein,

Tra Gaza, Ramallah e Gerusalemme continuano le trattative sulle condizioni della fragile tregua raggiunta giovedì notte. Yahya Sinwar, il leader di Hamas a Gaza, si mostra in pubblico per la prima volta dopo la guerra degli 11 giorni, in un chiaro segnale di sfida alla “ripristinata deterrenza” annunciata da Israele, che venerdì, con il ministro della Difesa Gantz, aveva esplicitato che «Sinwar e Deif sono ancora nel nostro mirino». Ancora prima di entrare nei dettagli della ricostruzione di Gaza, gli egiziani sono impegnati a non fare riesplodere la situazione, così come il Consiglio di Sicurezza Onu urge «il rispetto completo della tregua». Hamas chiede garanzie per l’immunità dei propri leader, Israele è interessata a slegare tutta la trattativa su Gaza dagli eventi a Gerusalemme. Ma fuori dalle stanze dei colloqui segreti, i fatti descrivono la nuova dimensione che potrebbe governare le dinamiche dell’area. Il Mufti di Gerusalemme, lo sceicco Mohammed Hussein, con una mossa senza precedenti, è stato cacciato con la forza dalla Moschea di Al Aqsa dai fedeli che lo contestavano per la sua vicinanza ad Abu Mazen. Le bandiere di Hamas sventolano come non accadeva da tempo in Cisgiordania e a Gerusalemme e tutto indica che il movimento fondamentalista è riuscito a riconquistare la piazza palestinese senza bisogno di elezioni. Quelle elezioni che si sarebbero dovute tenere proprio ieri, le prime in 15 anni, rinviate il 30 aprile a data da destinarsi dal presidente dell’Anp Abu Mazen, con grande disappunto di Hamas. «Per mesi abbiamo allertato del rischio che avrebbe comportato la cancellazione delle elezioni: ora siamo arrivati al punto in cui non è più possibile ignorare Hamas», ci dice Dimitri Diliani, portavoce di una delle liste fuoriuscite da Fatah, legata a Mohammed Dahlan. «E come essere nell’epoca post-Abu Mazen, mentre è ancora in vita», ci dice un commentatore da Ramallah. Gli Usa tentano il soccorso: Biden ha specificato che la ricostruzione di Gaza, sulla quale riverserà milioni, passerà solo dall’Anp; il segretario di Stato Blinken, in arrivo mercoledì, lo incontrerà a Ramallah. In Israele molti analisti militari dicono che urge aiutare l’Anp a rimettere piede a Gaza, mentre il “campo della pace” sfila a Tel Aviv rispolverando lo slogan “due popoli, due Stati”.

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