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Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 05/02/2021, a pag.15, con il titolo "Venti anni al diplomatico iraniano: 'Una spia, voleva colpire l’Europa'", il commento di Gabriella Colarusso.
Gabriella Colarusso Assadollah Assadi Per la prima volta dalla rivoluzione khomeinista del 1979, un diplomatico iraniano è stato condannato da un tribunale europeo per terrorismo con una sentenza destinata a influire sui rapporti tra Bruxelles e Teheran mentre si discute di nuovi possibili negoziati sul nucleare. Assadollah Assadi era il terzo segretario dell’ambasciata iraniana a Vienna dal 2014. Nel 2018 è stato arrestato con l’accusa di aver organizzato un attentato - poi sventato dalle intelligence - contro un raduno in Francia del Consiglio nazionale della resistenza iraniana, sigla che racchiude diversi gruppi dell’opposizione iraniana all’estero e che è considerata da Teheran un’organizzazione terroristica. Ieri il tribunale di Anversa ha condannato Assadi a 20 anni di prigione e i suoi tre complici, tra cui due cittadini con doppio passaporto belga e iraniano, a 15, 17 e 18 anni, accogliendo la tesi dell’accusa che a ordinare l’attentato sia stata direttamente l’ intelligence iraniana. I legali di Assadi hanno già annunciato che faranno ricorso, mentre il governo iraniano nega qualsiasi coinvolgimento e definisce il processo illegale. «E’ una cospirazione. Non riconosciamo la giurisdizione del Belgio nè la legittimità della sentenza, Assadi ha l’immunità diplomatica », dice l’ambasciatore iraniano in Italia, Hamid Bayat. Assadi fu arrestato mentre era in viaggio in Germania, le autorità tedesche sostennero che l’immunità non valeva fuori dall’Austria e lo estradarono in Belgio. Le indagini sono durate più di un anno e hanno coinvolto le intelligence di tre Paesi. Assadi si muoveva di frequente tra diverse città europee, per comunicare con i suoi referenti usava un nome in codice, Daniel, ed era stato anche in Italia, a Milano. L’ambasciatore a Roma Bayat assicura di non aver «avuto notizia di questa presunta visita in Italia». Per i servizi segreti francesi e belgi il diplomatico era il responsabile delle operazioni di spionaggio nell’Europa meridionale ed è stato lui a fornire ai complici in Belgio l’esplosivo e il detonatore - arrivati con una valigetta diplomatica - con cui avrebbero dovuto attaccare il raduno di Villepinte, a nord est di Parigi. Questa è la ragione per cui nel 2018 la Francia ha congelato i beni del viceministro dell’ intelligence iraniano, Saeid Hashemi Moghadam e così ha fatto l’Unione europea con i membri di una unità di intelligence iraniana sospettata di essere dietro l’uccisione o la tentata uccisione di dissidenti che vivono in Europa. Il timore di alcuni funzionari europei ora è che la condanna di Assadi possa avere ripercussioni sulle trattative in corso per la liberazione di Ahmadreza Djalali, un ricercatore esperto in medicina dei disastri, svedese e iraniano, condannato a morte in Iran per spionaggio. Djalali aveva lavorato anche in Italia e insegnava all’università del Belgio. Come lui, ci sono almeno altri 12 cittadini con doppia nazionalità detenuti in Iran che potrebbero rientrare nei negoziati per uno scambio di prigionieri.
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