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Riprendiamo dalla VERITA' di oggi, 13/06/2021, a pag. 23, con il titolo "Da Israele una speranza in più sul glioblastoma" il commento di Luciano Bassani.
Luciano Bassani Il glioblastoma, noto anche come glioblastoma multiforme o astrocitoma di grado IV, è una forma molto aggressiva di tumore che colpisce il sistema nervoso centrale e rappresenta circa il 45% di tutti i tumori che hanno origine nel cervello. Il glioblastoma ha origine da un gruppo di cellule, chiamato glia, che assieme ai vasi sanguigni hanno funzione nutritiva e di sostegno per i neuroni e assicurano l'isolamento e la protezione dei tessuti nervosi. Il glioblastoma interessa i neuroni che compongono il sistema nervoso, con un tasso di sopravvivenza dalla sua insorgenza in media del 40% dopo 12 mesi e del 5% dopo cinque anni, questo anche dopo interventi chirurgici, radioterapia e chemioterapia. Ad ulteriore svantaggio dei pazienti si ha la tempistica col quale solitamente si diagnostica questa patologia che pub rimanere asintomatica durante le fasi dello sviluppo del tumore, limitando terapie tempestive. L'esposizione alle radiazioni ionizzanti causa danni ai tessuti viventi e alcune forme di cancro tra cui il glioblastoma.
Tra le radiazioni ionizzanti ci sono i raggi X utilizzati nelle radiografie e nella Tac, i raggi gamma, usati nella Pet o nelle scintigrafie, i raggi ultravioletti, compresi quelli solari. La causa principale dell'insorgenza del glioblastoma risiederebbe in un malfunzionamento di una classe di proteine del sistema immunitario. Ricercatori dell'università di Tel Aviv hanno scoperto un nuovo potenziale trattamento testato per ora solo su modelli animali di roditore e attraverso un modello di laboratorio in 3D. La professoressa Ronit Satchi-Fainaro responsabile del Cancer Biology Research Center e del Cancer Research and Nanomedicine Laboratory della Tau - University of Tel Aviv, ha diretto questa importante ricerca e ha scoperto che vi è un'anomalia nel sistema immunitario nell'area del cervello correlata allo sviluppo del glioblastoma dovuto alla secrezione di una proteina chiamata P-selectina (Selp) che quando si lega alle cellule della glia stimola la proliferazione di cellule tumorali, anziché inibirne la produzione. Bloccando così questo meccanismo si è potuto vedere che le cellule tumorali hanno avuto un tasso di divisione più lento, ostacolando, almeno nei roditori, la progressione del cancro nel cervello. Tutti i topi ai quali è stato indotto il glioblastoma sono deceduti ad eccezione di quelli a cui era stata somministrata una molecola che bloccava la produzione delle proteine P-selectine, coinvolta nel malfunzionamento delle cellule gliali. Questo trattamento potrebbe rappresentare l'apertura di una nuova strada nella battaglia contro il cancro più spaventoso di tutti e sta portando alla luce una nuova terapia per una malattia che nell'ultimo decennio non ha avuto evidenti miglioramenti con nessun trattamento.
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