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Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - due articoli tradotti da Jerusalem Post e Times of Israel. Il primo del 24/12/2023 dal titolo "Sconfiggere i terroristi jihadisti è più importante dell’approvazione internazionale" e il secondo del 26/12/2023 dal titolo "Il capo dell'IDF dice che Israele sta per espandere le operazioni in Gaza e avverte che la guerra durerà parecchi altri mesi".
Qui sotto riportiamo il primo articolo dal Jerusalem Post: "Sconfiggere i terroristi jihadisti è più importante dell’approvazione internazionale" di Uri Pilichowski Oggi a Gaza e in Israele si combattono due guerre. La prima è la guerra nelle strade e fra le case della striscia di Gaza. E’ una guerra che Hamas e altri palestinesi hanno scatenato con la disumana carneficina perpetrata in Israele il 7 ottobre, festa ebraica di Simchat Torah. Si tratta di una guerra brutale con molte ramificazioni di vasta portata. La morte di migliaia di israeliani e palestinesi è una tragica conseguenza di questa guerra, voluta e perpetuata dai terroristi palestinesi. La seconda guerra si combatte nei tribunali dell’opinione pubblica. La guerra delle parole si combatte nei mass-media mainstream, sui social network, nelle aule universitarie. Israele sta vincendo la prima guerra, ma sembra che i terroristi palestinesi e i loro padrini iraniani stiano vincendo la seconda. Queste due guerre non sono così separate come potrebbe sembrare. Israele viene giudicato sulla scena mondiale e potrebbe essere severamente sanzionato se continuerà a combattere la guerra per la propria sopravvivenza senza sostegno globale. Quanto dovrebbe preoccuparsi Israele della seconda guerra, quella per l’opinione pubblica? Delle due guerre che Israele sta combattendo, la priorità deve essere data alla guerra nella striscia di Gaza contro i terroristi di Hamas & co. I terroristi palestinesi rappresentano una concretissima minaccia alla vita in Israele. Se verrà permesso loro di cavarsela e andare avanti oltre questa guerra, Israele resterà esposto a ulteriori attacchi come quello che si è visto il 7 ottobre: un esito inaccettabile. Pur nel rispetto delle norme di guerra, Israele ha il dovere nei confronti dei propri cittadini e soldati di fare ricorso ad attacchi aerei che causano seri danni al nemico prima di inviare le forze di terra ad annientarlo. Mentre le operazioni di terra limitano il numero delle vittime civili involontariamente causate sul fronte nemico, esse aumentano il numero dei caduti e feriti tra i soldati israeliani. Ben pochi in Israele sono disposti ad accettare che Israele (che ha già perso più di 160 giovani dall’inizio delle operazioni di terra) mandi allo sbaraglio i propri soldati allo scopo di limitare il numero di vittime fra i civili di cui si fanno scudo i terroristi. Tanti attaccano Israele per la sua condotta della guerra, ma nessuno offre alternative concrete e praticabili che non comportino un grave aumento delle vittime israeliane, militari e civili. La percezione dell’opinione pubblica mondiale è importante. Ma Israele non sacrificherà la vita dei propri soldati, e le future vite di civili esposti ad ulteriori attacchi terroristici, allo scopo di placare le persone che marciano nelle strade d’Europa e d’America manifestando contro l’esistenza dello stato ebraico, o per ottenere più like su Facebook e Instagram o più Tweet condivisi. La guerra non è un gioco di numeri. La guerra si combatte, a caro prezzo, per garantire la sopravvivenza e la sicurezza della propria popolazione. (Da: Jerusalem Post, 24.12.23) Ecco il secondo articolo, del Times of Israel, intitolato "Il capo dell'IDF dice che Israele sta per espandere le operazioni in Gaza e avverte che la guerra durerà parecchi altri mesi"
http://www.israele.net/scrivi-alla-redazione.htm |
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