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Deceduta dopo 22 anni la madre israeliana ridotta in coma dall’attentato palestinese alla pizzeria Sbarro
Da Israele.net
A destra: Chana Tova Chaya Nachenberg
Dopo essere rimasta quasi 22 anni in stato vegetativo, è deceduta mercoledì all’ospedale Ichilov di Tel Aviv Chana Tova Chaya Nachenberg, una madre israeliana ridotta in coma dall’attentato palestinese perpetrato il 9 agosto 2001 alla pizzeria Sbarro di Gerusalemme. Chana Nachenberg aveva 31 anni il giorno in cui il terrorista suicida palestinese Izz al-Din Shuheil al-Masri si fece esplodere nell’affollato locale all’angolo tra King George Street e Jaffa Road, in pieno centro di Gerusalemme, uccidendo 15 civili, tra cui sette minorenni fra i 2 e i 16 anni d’età e una donna incinta, e ferendone altri 130. Tra questi Chana Nachenberg, che ora diventa la 16esima vittima di quell’attentato, uno dei più sanguinosi della cosiddetta seconda intifada, scatenata due mesi dopo il rifiuto da parte palestinese dell’offerta di pace (con creazione di uno stato palestinese indipendente accanto a Israele) avanzata a Camp David nel luglio 2000 dall’allora primo ministro israeliano Ehud Barak, col patrocinio dell’allora presidente degli Stati Uniti Bill Clinton. Quel giorno Nachenberg era nella pizzeria con la figlia Sarah, che aveva tre anni, rimasta miracolosamente illesa. “Mia figlia avrebbe dovuto compiere 53 anni tra un mese – ha detto il padre di Chana Nachenberg, Yitzhak – La sua bambina, nostra nipote, oggi ha 24 anni e mezzo. Sono passati 21 anni e nove mesi dall’attentato a causa del quale mia figlia è rimasta in coma al centro di riabilitazione Reuth di Tel Aviv. Circa tre settimane fa è stata ricoverata all’ospedale Ichilov, dove è deceduta mercoledì sera”. Complice di Masri era Ahlam Aref Ahmad Al-Tamimi, la terrorista con cittadinanza giordana che scelse accuratamente il luogo dove compiere l’attentato e vi condusse l’attentatore. Arrestata poche settimane dopo la strage, processata e condannata a 16 ergastoli, Tamimi venne rilasciata nell’ottobre 2011 nel quadro del ricatto per la liberazione del soldato israeliano Gilad Schalit, trattenuto in ostaggio da Hamas a Gaza per più di cinque anni. Siccome fra le vittime dell’attentato alla pizzeria Sbarro vi furono anche due persone con cittadinanza americana, Tamimi è uno dei terroristi most wanted (“più ricercati”) dall’FBI, il cui avviso afferma che “deve essere considerata potenzialmente armata e pericolosa”. L’FBI offre una ricompensa fino a 5 milioni di dollari per informazioni che conducano al suo arresto. Ma Tamimi non è una latitante nascosta in qualche covo segreto. E’ noto che vive in Giordania, dove conduce un talk show su un canale televisivo affiliato a Hamas. Gli Stati Uniti ne hanno chiesto invano l’estradizione, ma la Giordania si rifiuta. I genitori della 15enne Malki Roth, una delle due vittime con passaporto americano, conducono da anni una tenace campagna per ottenere l’estradizione della terrorista Tamimi, esortando le autorità statunitensi ad esercitare serie pressioni sulla Giordania, che da Washington riceve aiuti per miliardi di dollari. Stati Uniti e la Giordania hanno sottoscritto un trattato di estradizione sin dal 1995. Ma nel 2017 l’Alta Corte giordana ha bloccato l’estradizione di Tamimi sostenendo che il trattato non è mai stato ratificato dal parlamento. Due anni fa, l’Interpol ha ritirato il suo mandato d’arresto internazionale a carico di Tamimi. Dal giorno del suo rilascio in Giordania, dove ricevette una trionfale accoglienza all’aeroporto di Amman, Tamimi non ha mai espresso il minimo rimorso ed anzi si è spesso vantata nei suoi interventi in pubblico dell’elevato numero di vittime innocenti che contribuì a causare. Oggi può “vantarsi” di averne assassinata una di più. (Da: Times of Isreal, Jerusalem Post, israele.net, 1.6.23)
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