giovedi` 28 marzo 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Italia Oggi Rassegna Stampa
07.02.2023 Periscopio 07/02/2023
A cura di Diego Gabutti

Testata: Italia Oggi
Data: 07 febbraio 2023
Pagina: 10
Autore: Diego Gabutti
Titolo: «Periscopio 07/02/2023»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 07/02/2023, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Ex-Ukrainian PM Yulia Tymoshenko Moved to Intensive Care With Covid-19 -  Bloomberg
Yulia Tymoshenko

Putin è senza scrupoli: ecco perché può davvero usare l’atomica. Yulia Tymoshenko, ex leader ucraino (Corriere).

Una cinquantina d’anni fa, la sera del 19 dicembre 1972 la sala Verdi del Conservatorio di Milano era affollata per il concerto di un giovane pianista, Maurizio Pollini. Prima di andare a sedersi al pianoforte, Pollini tirò fuori dalla tasca un foglio e iniziò a leggere una dichiarazione contro i bombardamenti americani in Vietnam. Scoppiò un putiferio. [...] Pollini rinunciò al concerto ed abbandonò la sala. Quest’anno l’invito del presidente ucraino Zelensky al Festival di Sanremo ha suscitato proteste preventive: un gruppo di personaggi noti al pubblico televisivo, tra cui Franco Cardini, Carlo Freccero, Moni Ovadia e Alessandro Di Battista, hanno preannunciato che l’11 febbraio saranno a Sanremo per contestare la presenza del leader ucraino. L’evento musicale di 50 anni fa era «alto», quello attuale «basso». Luciano Belli Paci, Corriere.

Zelensky ha stravinto con il 73,22 per cento le elezioni che l’hanno portato al potere? E allora? Una maggioranza di ucraini – attorno al 70 per cento – implora da anni che qualcuno – la Nato – li protegga da Putin? Chi se ne frega. Secondo un sondaggio realizzato quest’anno dall’Istituto sociologico Rating, il 91 per cento degli ucraini è a favore dell’ingresso nell’Unione Europea? Si fottano. Ma cosa credevano? Di poter decidere da soli del loro futuro, al di fuori degli imperi e delle loro zone di influenza? Javier Cercas, Colpi alla cieca.

[È stato] un attacco informatico mondiale. I Paesi più colpiti sono Finlandia, Francia, Italia, Stati Uniti, Canada. [...] Quattro giorni fa, da Mosca, era stata diramata su noti canali social una cosiddetta «kill list», che incitava i pirati informatici [filorussi] a bloccare le infrastrutture degli avversari. Da quel che si sa, la lista si concentra sulle strutture sanitarie, compresi i centri trapianti. Ci sono nella famigerata lista russa ospedali in Svezia come nel Maryland, Michigan, Missouri, New York e cosi via. Non manca un singolo stato degli Usa e dell’Europa. Francesco Grignetti, La Stampa.

In vista del 30esimo anniversario degli Accordi di Oslo, la rassegna stampa del Corriere riesce in un’impresa che ha dell’acrobatico: un intero articolo di 933 parole dedicato al fallimento degli Accordi di Oslo senza MAI menzionare né il terrorismo (e gli attentati che hanno costellato i trent’anni trascorsi dalla stretta di mano Rabin-Arafat) né le varie proposte di pace israeliane (con nascita di uno stato palestinese praticamente sulla totalità dei Territori) ripetutamente rifiutate dai palestinesi. [...] Eppure, è proprio sul Corriere che nel luglio 2000 Amos Oz scriveva: «Barak è andato a Camp David per offrire la soluzione che io preconizzavo: due stati uno vicino all’altro, riconoscimento reciproco e mutua accettazione. Ma i palestinesi hanno detto no. Se vogliono avere anche Israele io, vecchio pacifista con il cuore infranto, salirò sulle barricate a combattere per la sopravvivenza del mio stato ebraico». Marco Paganoni, Informazione corretta.

Caso Cospito: «Denzelli e Delmastro devono dimettersi». Dal web.

[Caso Cospito]. Sapevano di favorire il terrorista: i deputati del Pd devono dimettersi. Titolo della Verità.

Sono il Donzelli. Io non divulgo. Spiffero. Altan, la Repubblica.

Sicuramente i toni si sono alzati troppo, e invito tutti, a partire dagli esponenti di Fratelli d’Italia, a riportarli al livello di un confronto franco ma rispettoso. Giorgia Meloni 1, Corriere.

[Confronto franco e rispettoso 1]. Il tempo è galantuomo e non appena [...] terminerà il linciaggio mediatico ai nostri danni, inizieremo a parlare del merito della vicenda e la sinistra dovrà fornire all’opinione qualche spiegazione su quell’inchino ai mafiosi nel carcere di Sassari. Andrea Delmastro, il Biellese.

[Confronto franco e rispettoso 2]. Trovo paradossale che non si possa chiedere conto ai partiti della sinistra delle loro scelte, quando all’origine delle polemiche di questi giorni si colloca oggettivamente la visita a Cospito d’una qualificata rappresentanza del Partito democratico, in un momento in cui il detenuto intensificava gli sforzi di comunicazione con l’esterno. Giorgia Meloni 2, Corriere.

Come ha notato Claudio Martelli, una delle persone che in Italia capisce di più di politica, «non s’era ancora visto dalla nascita della Repubblica un governo che attacca l’opposizione in questo modo, sarebbe naturale il contrario». Mario Lavia, Linkiesta.

Crosetto si sfoga e ricorda ai colleghi di governo che «chi gestisce “pro tempore” il potere, affidatogli dalle regole democratiche, ha il dovere di essere più paziente, più rispettoso, più tollerante, più ragionevole, più serio, più silenzioso, più umile, di quanto non sia mai stato nella vita». Un invito, rivolto al suo partito, [che] Crosetto affida a un tweet, ma pochi minuti più tardi, subissato dalle critiche, è costretto a rimuoverlo. L’uscita di Crosetto non è stata apprezzata nel partito, dove vigono regole da caserma. Federico Capurso, La Stampa.

Berlusconi si smarca. Meloni sprona gli alleati a rimanere uniti su elezioni e giustizia. Ma il leader di Fi: «Così si vira troppo a destra». la Repubblica.

Si può dire che Delmastro è semifascista visto che va in giro con le magliette di gruppi rock che inneggiano a Priebke? Carlo Calenda (Alessandra Arachi, Corriere).

Schlein razzista? Gli ebrei: schifa i nostri nasi. Titolo di Libero.

Governano, dirigono, fanno e disfano leggi, comandano vicini e lontani, senza mai togliersi dalla testa il cappuccio nero senza buchi per gli occhi, ignorando che così non possono vedere, oppure compiacendosene. Il popolo li accusa o approva immaginando che vedano dove vanno. Guido Ceronetti, Insetti senza frontiere.

Non riuscirei a prendere sul serio un politico nemmeno sul suo letto di morte. Roberto Gervaso.

Immagine correlata
Diego Gabutti

italiaoggi@class.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT