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Italia Oggi Rassegna Stampa
31.01.2023 Periscopio 31/01/2023
A cura di Diego Gabutti

Testata: Italia Oggi
Data: 31 gennaio 2023
Pagina: 10
Autore: Diego Gabutti
Titolo: «Periscopio 31/01/2023»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 31/01/2023, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

What Happened at Babi Yar, the Ukrainian Holocaust Site Reportedly Struck  by a Russian Missile? | History| Smithsonian Magazine
Babi Yar

È come un rumore di fondo: l’idea che l’Ucraina sia uno dei paesi europei più antisemiti. La verità è che l’Ucraina sovietica degli anni trenta e quaranta del XX secolo [...] è stata davvero uno dei teatri della Shoah. A Babi Yar 33.771 uomini, donne e bambini ebrei furono costretti a scavare la fossa dove sarebbero stati sepolti i loro cadaveri ancora caldi. Se dico «Ucraina sovietica» non è per minimizzare il ruolo degli ucraini nei massacri, ma per ricordare che c’erano, e ci sono, due Ucraine. Quella che «puzza di vodka e cipolle», «assetata di sangue dei pogrom»: l’Ucraina descritta da Evgenij Evtušenko, poeta russo d’origine ucraina. E l’Ucraina [che si è liberata dell’Urss e che ora si difende dalla Russia:] l’unico paese al mondo in cui, il 17 dicembre, primo giorno della festa ebraica di Hanukkah, si vedono i chassidim erigere, in piazza Maidan, una menorà gigante e un intero popolo, sindaco di Kiev in testa, accompagna l’accensione della fiamma. L’Ucraina patria di Volodymyr Zelensky, discendente di sopravvissuti all’Olocausto, un eroe ebreo. Bernard-Henri Lévy, La regle du jeu.

I fabbri mi fecero girare di schiena, alzarono da dietro la mia gamba, la appoggiarono sull’incudine. «Il rivetto, per prima cosa gira il rivetto…!» comandava il capofabbro. «Tienilo, ecco, così, va bene… Adesso batti col martello…» Le catene caddero a terra. Le sollevai… Avevo voglia di reggerle in mano, guardarle per l’ultima volta. Ero come meravigliato del fatto che appena un attimo prima le portassi ai piedi. Fëdor Dostoevskij, Memorie da una casa di morti.

Medvedev dà dello «sciocco» a Crosetto. Il ministro: «Metta fine alla guerra». AGI Agenzia Italia.

La vera traduzione della parola che Medvedev ha utilizzato nei confronti d’«un qualche ministro d’una qualche Italia» è «coglione», e in russo è un insulto grave. Anna Zafesova, La Stampa.

Una grande esplosione, un boato e subito la corsa dei veicoli e gli ululati dei pompieri. Un attacco di droni ha preso di mira nella notte tra sabato e domenica un sito militare nella città di Isfahan in Iran. Nel mirino componenti di droni o dei programmi missilistico e nucleare della Repubblica islamica. Chiara Clausi, ilgiornale.it.

Da anni Israele ha creato un network formato da agenti con passaporto iraniano che hanno documenti in regola, si muovono sotto copertura e possono entrare e uscire dal Paese. Nel novembre 2020 questo network assemblò una mitragliatrice belga con un sistema di puntamento controllato via satellite da una centrale in Israele e la piazzò sul percorso dell’auto del generale Moseh Fakhrizadeh, capo del programma di ricerca nucleare dell’Iran. È possibile che lo stesso network oggi si occupi degli attacchi con i droni quadricotteri. Daniele Raineri, la Repubblica.

Se Marta Cartabia, il 4 maggio 2022, ha autorizzato il 41bis per Alfredo Cospito, adesso Carlo Nordio, che ha preso il suo posto, non può cancellarlo su due piedi. Liana Milella, la Repubblica.

Attacchi alle sedi diplomatiche italiane a Barcellona e Berlino: l’edificio del nostro consolato in Spagna è stato imbrattato venerdì sera, e contemporaneamente è stata incendiata l’auto di un funzionario dell’ambasciata italiana a Berlino. La pista anarchica muove nel nome di Cospito, ideologo della Fai-Fri. A Roma cortei e tensioni, ferito un agente. Corriere della sera.

Uno dei criteri alla base della scelta se revocare il 41 bis è la vitalità criminale del gruppo di provenienza. La produzione di violenza gioca contro Cospito. Giuseppe Santalucia, presidente dell’Anm (Virginia Piccolillo, Corriere della sera).

Meloni: linea dura con gli anarchici. Titolo della Stampa.

A meno che lo scopo della campagna prescinda dalla sorte di Cospito e, con cinismo, non scommetta piuttosto sul dividendo politico garantito al movimento anarchico dalla trasformazione in martire di quest’uomo di 55 anni, che da 101 giorni è in sciopero della fame. Carlo Bonini, la Repubblica.

Stefano Bonaccini prima annuncia l’adesione al Pd dell’ex grillino Dino Giarrusso, e poi fa retromarcia. Ma è pronto a imbarcare anche Luigi Di Maio e Vincenzo Spadafora. Il Giornale.

Alle iniziative di Elly Schlein c’è molta di quella che un tempo si amava definire sinistra diffusa: ex militanti di ogni possibile partito e partitino di area, giovani, volontari, civatiani, cigiellini, cossuttiani, grillini di ritorno, e poi ambientalisti, vegani, cani sciolti, professoresse democratiche, hipster, signore con il barboncino. Stefano Cappellini, la Repubblica.

Sul profilo Stylebook dell’Agenzia Reuters, un manuale on line in cui vengono regolarmente distillati consigli redazionali, è apparso il seguente tweet: «Raccomandiamo di evitare le etichette generiche e spesso disumanizzanti come “i poveri”, “i malati di mente”, “i disabili”, “i laureati”, “i francesi”. Usiamo piuttosto espressioni come “persone con malattie mentali”». (I francesi). Il Foglio.

Un manifesto con una citazione del Nobel e sopravvissuto all’Olocausto Elie Wiesel – «Ho giurato di non tacere mai quando e dove gli esseri umani sopportano la sofferenza e l’umiliazione. Bisogna sempre schierarsi. La neutralità non aiuta la vittima ma l’oppressore» – è stato rimosso dalle mura d’un liceo di Philadelphia, negli Stati Uniti. Il preside della scuola ha ritenuto che violasse la politica di «neutralità» della scuola. i24news.tv

Elena Donazzan, assessora all’istruzione della Regione Veneto, il 26 gennaio ha inviato agli studenti una circolare che celebra l’eroismo degli alpini nella battaglia di Nikolajewka del 26 gennaio 1943. «Purtroppo» – ha scritto Donazzan – già nel mese di dicembre i russi dilagano accerchiando le divisioni [naziste] posizionate più a est». [Purtroppo]. Dagospia.

Abbiamo nostalgia del passato perché ce lo siamo dimenticati. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti

italiaoggi@class.it

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