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Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 22/04/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.
Il fanatico è uno che non può cambiare idea e non vuole cambiare argomento. Winston Churchill (D. Enright, Il sorriso del bulldog).
Ricordo ancora quando l’Anpi, nel 2016, scese in piazza a Latina, sventolando le proprie bandiere non accanto a quelle della Nato ma a quelle di Forza Nuova urlando che Renzi era un «ducetto». ilfoglio.it. C’è un’oggettiva convergenza rossobruna. I fascisti sono quasi tutti putiniani. E pure gli estremisti di sinistra, da Fratoianni a Rizzo, detestano Zelensky. [In questo non c’è niente di nuovo]. Prima di Putin, trent’anni fa, fu il presidente serbo Milosevic ad assommare in sé il nazionalismo d’estrema destra e l’eredità del comunismo titoista. Cosicché gli orfani dell’Urss si trovarono a fianco dei fascisti nel condannare le bombe Nato sulla Serbia dopo la strage degli 8mila bosniaci a Srebrenica (1995) e la tentata pulizia etnica su 800mila kosovari (1999). Scatenata pure la Lega: «Meglio Milosevic di Culosevic», fu il fine slogan omofobo di Bossi contro i radicali di Pannella e Bonino. Mauro Suttora, Huffpost. L’America? È un paese di negri e di ebrei, elemento disgregatore della civiltà. Benito Mussolini. Il singolo fattore politico-ideologico che può togliere compattezza all’Occidente è l’antiamericanismo [che] in Italia ha per fonti d’alimentazione i cascami del vecchio internazionalismo comunista e l’antica ostilità di parti del mondo cattolico nei confronti delle democrazie protestanti. Poiché quasi nessuno vuole più parlare in nome di ideologie usurate, i più si mimetizzano sventolando bandiere pacifiste. Mentre il loro vero desiderio sarebbe quello di bruciare la bandiera americana. Angelo Panebianco, Corsera. Vedo diffondersi, sulla scia emotiva di questa guerra, un vetero-atlantismo di stampo fideistico. Paolo Conte, formiche.net. Il Papa invoca la pace, dice che la guerra è brutta e la pace tanto bella! Sinceramente questa retorica mi ha stancata, la considero un’offesa per quelle migliaia di morti, per i bambini ammazzati a sangue freddo, per tutte le vittime innocenti d’un criminale che si crede un novello zar [e che ringhia]: «Arrendetevi o vi sterminiamo». Vorrei che il Pontefice spiegasse come sia possibile fare la pace con chi manda un simile messaggio ai difensori ucraini che ancora combattono a Mariupol e in tutto il Donbass. Deborah Fait, informazionecorretta.it. [Kronstadt, 1921. Tra il governo e i marinai insorti] non ci furono negoziati. Fu affisso un rivoltante ultimatum firmato da Lenin e Trockij: «Arrendetevi o sarete mitragliati come conigli». Victor Serge, Memorie di un rivoluzionario. Il coraggio del popolo ucraino e il sacrificio dei soldati russi sono fuori discussione. [Il sacrificio dei soldati russi?] Piero Sansonetti, il Riformista. «Altri 420 corpi», riferisce su Facebook il capo della polizia locale Andriy Nebytov. Spuntano nelle cantine, dalle buche scavate in fretta. La terra smossa puzza di fossa comune. Sono stati gettati nei pozzi, giacciono nei cortili. Alcuni recano segni di tortura, altri sono stati uccisi dai proiettili dei cecchini mentre cercavano cibo. Sono i cadaveri di Bucha. «Stimiamo che una persona su cinque di quelle rimaste in città durante l’occupazione russa sia stata uccisa», dice il sindaco, Anatoliy Fedoruk. Letizia Tortello, La Stampa. La Russia ha testato con successo un nuovo missile balistico intercontinentale, il Sarmat, capace di «penetrare ogni sistema di difesa missilistica esistente o futura». Putin ha dichiarato che il nuovo missile «farà riflettere coloro che minacciano la Russia». Huffpost. Oserà farlo? Vladimir Putin è un sociopatico nichilista per il quale la vita non ha alcun valore e sarebbe disposto a usare armi nucleari contro i suoi nemici? O non è piuttosto un abile negoziatore che usa la minaccia nucleare per strappare concessioni ai suoi avversari e che, come ha detto ieri Lavrov, alla fine autorizzerà solo l’uso di armi convenzionali? Moisés Naím, la Repubblica. L’Occidente (parlo dell’Occidente non rammollito, cioè gli Stati Uniti e la Gran Bretagna) sembra stanco del ricatto nucleare. Mosca parla come se le armi atomiche le avesse solo lei e dimentica che la bomba l’hanno inventata gli americani. Dimentica che oltre agli Stati Uniti l’hanno anche Francia e Inghilterra. Che minaccia a fare? Gianni Pardo, Italia Oggi. Mi sembra d’essere Bill Murray nel film Ricomincio da capo. Ogni giorno devo ricordare ai leader occidentali sempre la stessa lista di armi di cui abbiamo bisogno. Volodymyr Zelensky, The Atlantic. La riduzione della realtà a fantasy è diventata una compagna psichedelica delle nostre giornate, dai vaccini con microchip incorporato all’immigrazione pianificata per la sostituzione etnica, fino ai Rothschild e ai rettiliani, e tutto questo ci fa molto ridere, ci diamo di gomito, ci strizziamo l’occhio e non ci rendiamo conto che l’Italia degli ultimi trent’anni, da Mani pulite in poi, ha il suo mito fondante in una fake spaziale. Mattia Feltri, Huffpost. Tangentopoli era la malattia, e Mani Pulite la cura. Quest’ultima, come spesso capita, si è rivelata più dannosa della prima. Carlo Nordio, Giustizia ultimo atto. Le rivelazioni sulla visita romana del ministro della Giustizia trumpiano segnano un salto di qualità nel tentativo di ricostruire i non pochi misteri del biennio «grillino». Stefano Folli, la Repubblica. Mi permetto di iniziare raccontandone una famosa ai tempi di Brežnev: chiedono a Napoleone cosa pensi del quotidiano Pravda. «Se avessi avuto un simile giornale», risponde Bonaparte, «nessuno avrebbe mai saputo di Waterloo». Sergej Startsev, Limes. Macron ricorda [a Marine Le Pen d’essere] stata una delle prime leader a riconoscere il referendum sull’annessione della Crimea e di avere stipulato un prestito di 9 milioni di euro con una banca ceco-russa. «Lei dipende dal potere russo e da Putin», dice Macron. «Sono una donna libera», si difende Le Pen spiegando la difficoltà di trovare finanziamenti dalle banche francesi. Anais Ginori, la Repubblica. La democrazia bisogna guadagnarsela; la dittatura la si merita. Roberto Gervaso.
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