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Italia Oggi Rassegna Stampa
15.03.2022 L'Europa unita deve avere un esercito
Commento di Roberto Giardina

Testata: Italia Oggi
Data: 15 marzo 2022
Pagina: 12
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Esercito Ue, non riesce a nascere»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 15/03/2022, a pag.12 con il titolo "Esercito Ue, non riesce a nascere" il commento di Roberto Giardina.

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Roberto Giardina

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Perché l'Unione Europea non ha un suo esercito? Perché costa troppo, ognuno vuole scegliere le armi che preferisce (e lucrare sulle commesse, o il sospetto è un peccato?). E, soprattutto, perché gli americani hanno sempre cercato d'impedirlo. Forse la sintesi è brutale, ma questa è la verità. Il primo nucleo delle forze armate comuni rimane una brigata, quella franco tedesca stazionata sul Reno. Con ironia la chiamano la brigade eins deux, un due, si marcia con un doppio comando bilingue. Doveva essere l'inizio, dopo 33 anni siamo rimasti ancora lì. A un simbolo.

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Nel 1987, quando si era convinti che il Muro a Berlino sarebbe durato ancora un secolo, a Karlsruhe si incontrarono Helmut Kohl e François Mitterand e decisero di creare il primo nucleo di un esercito comune. Nel 1985, mano nella mano, si erano recati a rendere omaggio ai caduti nel cimitero militare di Bitburg, sul Reno, a 438 chilometri da Parigi e a 710 da Berlino, che allora era nel cuore della Ddr, circondata da mezzo milione di soldati dell'Armata Rossa. Era la realizzazione di un sogno, dopo tre guerre tra Francia e Germania, dal Reich di Bismarck, al Kaiser Wilhelm II, a Hitler. Durante le guerre napoleoniche, i tedeschi avevano combattuto sotto tutte le bandiere. La Ue è anche un patto militare, particolare che si dimentica. Per questo nel 2013 all'Ucraina furono offerti rapporti particolari con Bruxelles, come quelli di cui gode la Turchia. Gli ucraini avrebbero vissuto meglio senza provocare Putin. I passi andrebbero compiuti uno alla volta. L'Unione nacque perché le guerre non tornassero più in Europa. I padri furono i nemici di ieri, e tutti parlavano tedesco. Bisogna conoscere la lingua dell'avversario per intendersi (oggi vengono chiusi i corsi di russo). Parlavano tedesco ovviamente Adenauer e De Gasperi, nato in Trentino, lo parlava De Gaulle che aveva un nonno bavarese, e Jean Monnet, e Robert Schumann, nato in Lussemburgo, che era bilingue. Mitterrand imparò il tedesco in un campo di prigionia. De Gaulle, fingeva di ignorare la lingua, ma quando il 13 gennaio del 1967. ricevette l'allora sindaco di Berlino, Willy Brandt, nella sua dimora per le vacanze, a Colombey-les-Deux-Eglises, lo accolse in tedesco. Come dirgli, la tua città divisa la difendiamo anche noi. Kohl, nato nel 1930, non indossò la divisa. «Ho avuto la fortuna di una nascita tardiva», disse, e fu subissato da critiche ingiuste. Intendeva che non poteva sapere come si sarebbe comportato, posto innanzi alla scelta, con Hitler o contro. Nel timore di un'Europa, allora a sei, gli Stati Uniti cercarono subito di bloccare un esercito comune. E preferirono favorire la nascita del nuovo esercito tedesco, superando un tabù. Dopo, hanno sempre messo i bastoni tra le ruote, grazie agli interventi della Gran Bretagna (che De Gaulle non avrebbe voluto nella Ue). Non fu facile convincere i francesi. Nel 1960, fece scandalo Il passaggio del Reno, il film di André Cayatte. Charles Aznavour, ex prigioniero di guerra, preferiva passare il fiume e tornare dal suo amore in una fattoria tedesca, piuttosto che vivere in patria. De Gaulle chiese al Festival di Venezia di non premiarlo, ma Cayatte ottenne il Leone d'Oro. La brigata franco-tedesca nacque il 2 ottobre dell"89. Il Muro sarebbe caduto cinque settimane dopo. Il suo stendardo mostra quattro strisce verticali, azzurra, giallo, rossa, e una, divisa in due, nera e bianca, la sintesi delle due bandiere. Il motto è in tedesco Dem Besten verpflichtet, in tedesco, Un devoir d'excellence, in francese. La prima sede fu a Mullheim, nel Baden, fino al 2009, poi in Francia. Attualmente è formata da effettivi del terzo reggimento degli ussari francese, e da soldati dello Jägerbattaillons. I comandanti si alternano, e restano in carica due anni. Oggi è il generale di brigata Jean Philippe Leroux, che l'anno scorso ha preso il posto del Brigategeneral Peter Mirow. I soldati indossano la divisa del proprio paese, ma hanno in comune il berretto blu francese. E nelle parate, i militari tedeschi sfilano con al collo il tipico foulard bianco francese. Un omaggio all'eleganza al di là dei nazionalismi.

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