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Corriere della Sera Rassegna Stampa
15.05.2023 Ecco la controffensiva ucraina
Cronaca di Andrea Marinelli, Guido Olimpio

Testata: Corriere della Sera
Data: 15 maggio 2023
Pagina: 3
Autore: Andrea Marinelli, Guido Olimpio
Titolo: «Sta per iniziare la controffensiva?»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 15/05/2023, a pag. 3, l'articolo di Andrea Marinelli, Guido Olimpio dal titolo "Sta per iniziare  la controffensiva?".

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«Ancora qualche visita e poi lanceremo l’offensiva». La dichiarazione di Volodymyr Zelensky indica la necessità di disporre di ogni singola cartuccia ed evitare un’azione «prematura». I russi, invece, sostengono che l’operazione è iniziata alludendo agli assalti a Bakhmut. Meno schematico è quanto racconta il campo, dove ognuno si prepara in vista di uno scontro ampio.

L’assedio
Le notizie descrivono una battaglia accesa nella località assediata. Gli ucraini provano ad avanzare ancora a nord e sud dopo aver guadagnato circa 17 chilometri quadrati. Gli invasori, pur ripiegando in alcune zone, affermano di aver bloccato la percussione e restano in controllo di buona parte della città. Però lamentano perdite importanti. Sono stati uccisi due colonnelli: il comandante della Quarta brigata motorizzata fucilieri, Vyacheslav Makarov, e Yevgeny Brovkov, anche lui con incarico di rilievo. Gli osservatori ritengono che Kiev abbia utilizzato una forza consistente, forse con il coinvolgimento di mezzi e soldati appena addestrati dalla Nato. Un test sul terreno e una mossa d’opportunità dopo aver individuato (o creato) la situazione favorevole. Nei conflitti ci sono i piani ma anche i «momenti» da cogliere quando nello schieramento si produce un cedimento, nasce una superiorità tattica. Solo il futuro potrà valutare l’entità del successo. È quasi un anno che i soldati si contendono un’area una volta abitata ed oggi ridotta in macerie dalle cannonate.

 I preparativi
Il presidente ucraino ha appena incassato un mega pacchetto d’aiuti dalla Germania — dall’anti-aerea ai carri — e i suoi collaboratori ne invocano ancora, chiedono sempre i caccia. Il senso è di avere un arsenale che possa supportare manovre articolate. Sono gli esperti a ipotizzare una serie di iniziative e non unico attacco, ma sono scenari pieni di condizionale. Invece sono evidenti i preparativi offensivi e difensivi. I russi hanno rivendicato raid con missili lanciati dai bombardieri e della unità navali nel Mar Nero contro grandi depositi di armi/munizioni: strike documentati dai video, dalle esplosioni, dalle fiamme. Tra i target anche un sito nell’Ovest del Paese, a Ternopil. L’intelligence spia i convogli dei rifornimenti in entrata dalla Polonia e passa le coordinate all’aviazione e alla Marina. È già successo in passato, accadrà ancora. Strike che possono coinvolgere però anche la popolazione civile. Kiev risponde con i suoi fendenti. Nel mirino sono le munizioni, le vie di collegamento, i concentramenti di truppe, gli apparati radar e gli snodi che ospitano alti ufficiali. Dove può impiega gli Himars, oltre il raggio degli 80 chilometri invece ricorre ai droni e, da qualche giorno, ai cruise britannici Storm Shadow in accoppiata con missili-esca che devono ingannare la contraerea. Gli analisti non escludono che il ponte di Kerch, in Crimea, diventi nuovamente un obiettivo: gli ordigni forniti da Londra hanno testate potenti e precise.

 In profondità
Sabato il Washington Post ha svelato altre carte riservate del Pentagono, parte dell’archivio messo in Rete dall’aviere Jack Teixeira. Cosa dicono? Che l’Ucraina ha considerato azioni audaci, ad alto rischio. Dall’occupazione di un villaggio russo al possibile sabotaggio di un oleodotto in Ungheria, un Paese Nato troppo vicino a Mosca. Zelensky ha appoggiato alcuni di questi progetti (non realizzati) e ne ha impediti altri perché velleitari. La sintesi, nonostante le smentite, è che la resistenza non si pone limiti. Lo confermano i roghi negli impianti petroliferi in Russia, i voli dei droni-kamikaze in profondità, gli episodi dalle mille versioni. Sono ancora molte le ipotesi sull’abbattimento di due elicotteri e due caccia nella regione russa di Bryansk. Kiev addossa la responsabilità ad un errore delle difese, un clamoroso caso di fuoco amico. Strano però che abbia coinvolto un numero alto di velivoli. Fonti degli invasori sospettano l’attività di commandos infiltratisi con missili anti-aerei portatili. C’è una terza tesi: sono stati centrati da apparati posizionati in Ucraina. Il risultato resta immutato, come è immutata la percezione di un’Ucraina che, dopo mesi di guerra d’attrito logorante, rilancia l’iniziativa. Tra speranze, aspettative e inquietudini sull’esito.

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