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Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/05/2022, a pag. 10, con il titolo "Le accuse di Zelensky all’Occidente: forniture di armi insufficienti e scadenti", l'analisi di Federico Fubini. Federico Fubini Volodymyr Zelensky Neanche lunedì Volodymyr Zelensky era stato tenero nel rivolgersi ai governi occidentali, accusati di aver agito in ritardo nei confronti di Mosca. Ma ieri nel suo secondo intervento a Davos nel giro di tre giorni, sempre in collegamento da Kiev, il presidente ucraino ha mosso un passo in più: si è lanciato in critiche molto esplicite ai Paesi che sostengono il suo governo nello sforzo di guerra contro la Russia. Per Zelensky, l’aiuto militare che viene offerto all’Ucraina sarebbe insufficiente e deliberatamente limitato da parte di molti dei governi amici. La seconda apparizione del leader di Kiev al World Economic Forum si è consumata ieri mattina molto presto in formato privato, strettamente su invito, per iniziativa del miliardario ucraino Viktor Pinchuk. Subito Zelensky ha sollecitato l’Occidente «a non avere paura e a combattere contro la Federazione russa non con soldati sul terreno, ma in vari modi alternativi».
Due persone presenti hanno riferito che le accuse del presidente si sono concentrate sull’invio di armi, che per lui non basterebbero all’Ucraina per tenere testa e costringere alla ritirata l’esercito russo. Zelensky non è entrato nei dettagli, ma persone attorno a lui spiegano che l’irritazione di Kiev ha varie ragioni. In primo luogo sarebbe scadente, secondo gli ucraini, la qualità di parte degli armamenti inviati dal Pentagono: proveniente in origine dal dispiegamento in Afghanistan, una quota importante delle forniture si sarebbe rivelata bisognosa di riparazioni (al punto da dover essere rimandata in Polonia a questo scopo). C’è poi un problema più sostanziale: l’Ucraina è sempre più insofferente per il rifiuto dei Paesi occidentali di consegnare mezzi adeguati a una resistenza più efficace e alla controffensiva. Kiev chiede sistemi missilistici a lancio multiplo e fra gli ucraini c’è irritazione perché la segretaria di Stato alla Difesa di Berlino Siemtje Möller ha rivelato di recente (non smentita) «una posizione comune della Nato di non fornire a Kiev vascelli con missili anti-nave e veicoli da combattimento per la fanteria di disegno occidentale». L’Ucraina chiede invece entrambi i tipi di mezzi, rispettivamente per sbloccare il porto di Odessa dalle navi russe e per la battaglia del Donbass. Di qui le accuse di Zelensky ieri a Davos, particolarmente virulente verso l’Europa dopo il fallimento nell’approvare qualunque forma di sanzione sul petrolio e il gas russi. Sempre dal World Economic Forum ieri il suo ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha rincarato la dose: «Quando sei in guerra hai bisogno di tutto — ha detto — e adesso la situazione sulle armi è molto migliorata rispetto a due mesi fa. Ma la Russia ha molti sistemi missilistici a lancio multiplo e noi ne abbiamo bisogno il prima possibile». L’insofferenza è molto evidente dei confronti dell’Unione europea e dei pagamenti che fa per quasi un miliardo di euro al giorno per l’energia russa. «Ho sempre cercato di capire — ha accusato Kuleba — ma dopo tre mesi di guerra il mio messaggio è semplice: bisogna uccidere l’export dei russi, bisogna smettere di comprare i loro prodotti in un modo che alimenta la macchina da guerra di Mosca». Il fastidio degli ucraini è diretto soprattutto alla Germania e ieri a Davos Kuleba ha fatto il meno possibile per nasconderlo. «I tedeschi stanno resistendo all’idea che la Commissione europea emetta debito comune per nove miliardi di euro per sostenere l’Ucraina», ha ricordato il ministro degli Esteri di Kiev sul progetto di Bruxelles, che richiede garanzie finanziarie da parte dei ventisette governi. «Voglio essere diplomatico — ha continuato Kuleba — ma dall’inizio della guerra spesso ci sentiamo dire da certi Paesi che sono restii a darci certe armi perché ci vorrebbe troppo tempo per addestrare le nostre forze a usarle. In realtà ci vuole meno tempo agli ucraini a imparare a usare quelle armi, che a voi per decidere di darcele». E poi l’ultimo affondo del capo della diplomazia di Kiev: «Non capisco perché ci sono dei Paesi o dei leader occidentali che cercano di essere clementi verso Vladimir Putin: il dittatore russo ha tradito tutti, anche quelli che hanno sempre cercato di aiutarlo. Uno dev’essere un pervertito politico per incolpare l’Ucraina di continuare a difendersi».
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