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Corriere della Sera Rassegna Stampa
28.01.2022 Gli onori di Israele ai carabinieri italiani
Cronaca di Rinaldo Frignani

Testata: Corriere della Sera
Data: 28 gennaio 2022
Pagina: 20
Autore: Rinaldo Frignani
Titolo: «Quegli onori di Israele al sacrificio dei carabinieri»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 28/01/2022, a pag. 20, con il titolo "Quegli onori di Israele al sacrificio dei carabinieri", il commento di Rinaldo Frignani.

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Se sarete in pericolo potete sempre rivolgervi a me, che farò di tutto per aiutarvi». Il brigadiere dei carabinieri Giuseppe Ippoliti lo scrisse in un biglietto consegnato nel 1943 nelle mani del padre delle sorelle Edith e Trude Fischhof prima di essere trasferito dalla stazione dell'Arma di Casazza, in provincia di Bergamo, a quella di Chiesuola di Pontevico, nel bresciano. Fra i due e i rispettivi parenti era nata una forte amicizia e anche la condivisione del drammatico destino della famiglia di ebrei austriaci, questi ultimi in internamento libero dal campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia (Cosenza). Con l'occupazione nazista del Nord Italia e l'arrivo dei battaglioni di Ss tutto cambiò all'improvviso. In peggio. E il brigadiere Ippoliti onorò subito quella promessa, nascondendo le sorelle prima a casa sua, fingendo che fossero cugine sfollate da un bombardamento a Viterbo, e poi presso una congregazione religiosa fino alla fine della guerra. Il sottufficiale, scomparso nel 1974, è uno dei cinque carabinieri ai quali è stato concesso il titolo di Giusto tra le Nazioni: il riconoscimento dello Yad Vashem di Gerusalemme assegnato ai non ebrei che a rischio della propria vita e senza chiedere nulla in cambio hanno salvato anche un solo ebreo dalla Shoah. Ieri, nella Giorno della Memoria, sono state ripercorse le gesta di Ippoliti come anche quelle dei marescialli Giacomo Avenia, Osman Carugno, Carlo Rayera ed Enrico Sibona, comandanti di stazione in Piemonte, Lombardia, Quegli onori di Israele a1 sacrificio dei carabinieri Emilia Romagna. Proprio l'ultimo, tradito da delatori pagati dai nazifascisti, fu lui stesso deportato in un lager per essersi rifiutato di arrestare due donne, ma riuscì a farcela. Ostinazione nel fare la cosa giusta, a qualsiasi prezzo, come il capitano Massimo Tosti, non ancora Giusto, che al seguito del Decimo Battaglione del IV Corpo d'Armata nel sud della Francia occupato dalle truppe italiane, salvò oltre 4mia ebrei francesi fornendo loro appoggi, nascondigli e anche documenti falsi. L'Arma e la Shoah. Un binomio che ha accompagnato migliaia di ebrei soprattutto dopo l'8 settembre 1943, con il disfacimento dell'Italia, la Repubblica sociale al fianco dei nazisti al Nord, ma le stazioni dei carabinieri comunque funzionanti, anche se tra mille difficoltà e pericoli. Proprio nell'ottobre scorso, nel 78° anniversario della deportazione di oltre 2.500 carabinieri da Roma nei campi di concentramento, caduti in una trappola organizzata dalle Ss e dai fascisti proprio per impedire che potessero difendere gli ebrei del Ghetto, poi rastrellati meno di dieci giorni dopo, l'organizzazione ebraica per i diritti dell'uomo Benè Berith ha consegnato al comandante generale Teo Luzi il «Menorah d'oro» come riconoscimento per l'opera prestata dai militari dell'Arma per salvare gli ebrei dal nazismo. Il premio, assegnato anche ai tanti coraggiosi carabinieri rimasti anonimi, è ora esposto a Roma nel Museo storico dell'Arma, diretto dal generale di brigata Antonino Neosi.

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