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Corriere della Sera Rassegna Stampa
31.10.2021 Dopo l'assalto alla Cgil è necessario colpire i vertici di Forza Nuova
Cronaca di Giovanni Bianconi

Testata: Corriere della Sera
Data: 31 ottobre 2021
Pagina: 6
Autore: Giovanni Bianconi
Titolo: «Assalto alla Cgil, altri tre arresi. Forza nuova perde i suoi vertici. Il giudice: democrazia sfregiata»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 31/10/2021, a pag. 6, con il titolo "Assalto alla Cgil, altri tre arresi. Forza nuova perde i suoi vertici. Il giudice: democrazia sfregiata", la cronaca di Giovanni Bianconi.

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Uno dei nuovi arrestati per l'assalto alla Cgil del 9 ottobre, nota la giudice che l'ha messo ai domiciliari, «avvezzo ai disordini nelle piazze o in altri luoghi (lo stadio, ad esempio), decideva di indossare un giubbotto scuro, evidentemente anche per evitare di essere facilmente individuato». Ciò nonostante, il cinquantacinquenne già noto come estremista di destra vicino a Forza nuova nonché ultras dell'Inter, è stato ugualmente identificato grazie alle immagini: sia mentre sfondava il cordone di agenti, sia mentre «buttava a terra, dopo averlo divelto, un bancone posto all'ingresso» della sede sindacale. In carcere è finito invece Massimiliano Petri, 31 anni, individuato con le riprese e le impronte digitali rilevate dentro gli uffici della Cgil: gli investigatori lo conoscevano «perla sua pregressa appartenenza alla componente ultras della tifoseria laziale».

Forza nuova, attacco al cuore della Cgil | L'HuffPost

Nuovo ordine d'arresto in cella per Fabio Corradetti, figlio ventenne della compagna di Giuliano Castellino (in carcere anche lui), già detenuto per gli scontri vicino a Palazzo Chigi e ora pure per l'irruzione nel palazzo del sindacato, grazie a un unico fotogramma dove compare senza lo scaldacollo con cui si copriva il viso. La giudice ha disposto l'obbligo di dimora per altri tre sospetti partecipanti all'assalto, tra i quali spicca il nome di Luca Castellini, referente veronese di Forza nuova. E uno dei quattro firmatari del proclama che rivendicò i tumulti non al proprio gruppo politico bensì al «popolo in lotta che ha deciso di alzare il livello dello scontro annunciando che “la rivoluzione popolare non fermerà il suo cammino, con o senza di noi». Una «istigazione a delinquere» per la magistratura che ha oscurato il sito internet dov'era comparsa. Ora i neoarrestati daranno la loro versione, mentre Forza nuova denuncia «l'accanimento giudiziario contro la nostra comunità umana» Ma il lavoro della Digos di Roma va avanti, e c'è da presumere che altri provvedimenti arriveranno. Intanto con quelli eseguiti ieri, l'indagine condotta dal pubblico ministero Gianfederica Dito e coordinata dal procuratore Michele Prestipino sta componendo un quadro dai contorni meglio definiti. In prigione sono finiti subito i tre nomi più noti di Forza nuova: il leader nazionale Roberto Fiore insieme a Luigi Monica e Giuliano Castellano, i primi due con una militanza neofascista che risale agli anni Settanta. Poi li hanno seguiti Massimiliano Ursino, responsabile palermitano (arrivato alla manifestazione romana con il suo omologo catanese) e Lorenzo Franceschi detto «Ciclone», militante di Arezzo. Ora è il turno (ai domiciliari) del veronese Castellini. Tutti esponenti più o meno apicali e tutti coinvolti — secondo l'accusa — in un'azione alla quale la giudice che ha ordinato gli arresti ha attribuito un connotato spiccatamente politico: «L'attacco alla sede del sindacato era stato pianificato in segno di sfida alle istituzioni e rappresentava, in concreto, un'azione di "sfregio" ai principi democratici e di pacifica convivenza». Un «marchio» che può costituire la base per una più ampia indagine sulla natura e l'eventuale Illegittimità di Forza nuova, che però avrà bisogno di accertamenti più approfonditi e indizi più solidi. Negli interrogatori davanti alla giudice, gli indagati si sono difesi ridimensionando l'attacco alla Cgil e negando ogni significato eversivo. «L'intenzione nostra era assolutamente pacifica — ha detto Fiore —. Io faccio politica da ormai quarantotto anni, sarei un imbecille a pensare di andare ad assaltare la Cgil, a devastarla». Castellino ha addirittura sostenuto che dopo la pandemia e le relative restrizioni Forza nuova s'è quasi dissolta dentro il più ampio movimento di protesta «Sono venti mesi che ha deciso di non utilizzare più il nome né fa più riferimento a nessun tipo di ideologia legata al passato, ma di lottare esclusivamente politicamente per le battaglie per la libertà... Forza nuova non compare da venti mesi in nessuna manifestazione, non porta la bandiera, il movimento si definisce Italia Libera e lavora esclusivamente sulle battaglie alla dittatura sanitaria. Poi se ognuno singolarmente aderisce o non aderisce a Forza nuova è un fatto personale. Io mi sono sganciato non per prendere le distanze, ma perché credo che sia importante in questo momento fare altro». Tuttavia ciò che ha fatto il 9 ottobre, secondo la giudice che l'ha spedito in carcere, resta un episodio di estrema gravità anche per via dell'obiettivo prescelto: «La sede del principale sindacato dei lavoratori, luogo simbolo dei principi costituzionali posti a presidio della democrazia del nostro Paese».

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