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Corriere della Sera Rassegna Stampa
18.09.2021 Russia: il dittatore Putin cancella i voti degli oppositori
Cronaca di Fabrizio Dragosei

Testata: Corriere della Sera
Data: 18 settembre 2021
Pagina: 19
Autore: Fabrizio Dragosei
Titolo: «Il Cremlino fa oscurare la app per il voto intelligente dei sostenitori di Navalny»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/09/2021, a pag. 19, con il titolo "Il Cremlino fa oscurare la app per il voto intelligente dei sostenitori di Navalny", il commento di Fabrizio Dragosei.

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Fabrizio Dragosei

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Aleksej Navalnyj

Gli oppositori russi sono infuriati mai giganti del web, Google e Apple, fanno capire di non aver avuto alternative: su richiesta esplicita delle autorità di governo e della magistratura, hanno dovuto bloccare l'app inventata da Aleksej Navalny per invitare gli elettori al «voto intelligente», un modo per creare difficoltà al candidati del potere facendo confluire le preferenze sull'avversario che in ogni singolo collegio ha le maggiori probabilità di prevalere. «Hanno ceduto al ricatto del Cremlino», ha tuonato su Telegram Leonid Volkov, uno degli assistenti del blogger che si trova in prigione per scontare una condanna a due anni e mezzo. Ma come in ogni Paese, spiegano fonti anonime di Google, le piattaforme social devono obbedire alle norme locali. Se non avessero oscurato i post di Navalny su Facebook (controllata da Alphabet-Google), i dipendenti lo cali avrebbero potuto essere incriminati per aver violato la legge e sarebbero finiti in prigione. Lo stesso discorso per Apple che ha rimosso l'app dallo store, dove i clienti potevano scaricarla sui loro telefoni e tablet. L'app rimane visibile agli utenti che si collegano dal resto del mondo, ma in Russia no. Il problema è proprio il voto intelligente che rischia di provocare parecchi problemi al potere impegnato nell'ottenere la conferma del controllo della Duma alle elezioni che sono iniziate ieri e si concludono domani.

Nella Duma uscente Putin può contare sulla maggioranza, grazie alla quale ha potuto modificare a suo piacimento anche la Costituzione. D piano originario per queste consultazioni era sintetizzato in due numeri: 45 e 45. Vale a dire il 45% di affluenza e il 45% di voti per Russia Unita. Ma dall'inizio negli ambienti del Cremlino si è capito che le cose non andavano come previsto. E non tanto per l'attività di Navalny e dei suoi, che hanno poco seguito al di fuori di Mosca e delle altre maggiori città. No, il fatto è che la situazione economica non è buona, quella sanitaria idem e gli amministratori fatti eleggere o scelti dal vertice sono stati spessissimo un disastro. Non a caso, l'etichetta che Navalny ha affibbiato ai putiniani, «il partito dei ladri e dei truffatori», ha avuto grande successo. La gente è scontenta e, come minimo, tende a non andare ai seggi. Così sono state messe a punto le strategie per vincere. Intanto fuori Navalny. La sua organizzazione, il Fondo anticorruzione, è stato giudicato fuori legge. Quindi si è lavorato sul «voto intelligente». Alcuni candidati sono stati messi in condizione di non nuocere: chi è stato escluso dalle liste per cavilli burocratici, chi si è trovato a fronteggiare omonimi e sosia. Per spingere sull'affluenza, il voto e stato diluito su tre giorni. Inoltre in sette regioni e stato previsto il voto online e chi partecipa può vincere vari premi. A Mosca 100 auto e 20 appartamenti. Si è anche forzato molto sulle regioni in grado di assicurare risultati plebiscitari, a cominciare dalla Cecenia. Lavoro a tappeto pure nel Donbass: nelle due repubbliche autoproclamatesi indipendenti dall'Ucraina, Donetsk e Lugansk, sono seicentomila i cittadini che hanno il passaporto russo. E chi ha l'eta per votare sceglie senza esitazione il partito di Vladimir Putin.

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