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Corriere della Sera Rassegna Stampa
08.09.2021 Parigi, al via il processo ai terroristi del Bataclan
Cronaca di Stefano Montefiori

Testata: Corriere della Sera
Data: 08 settembre 2021
Pagina: 15
Autore: Stefano Montefiori
Titolo: «Parigi, maxi-processo al terrore»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 08/09/2021, a pag.15, con il titolo "Parigi, maxi-processo al terrore", la cronaca di Stefano Montefiori.

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Stefano Montefiori

Terrorismo, il Bataclan 6 anni dopo. Via al maxi processo | laRegione

È un processo storico, il più grande che la Francia abbia conosciuto per un affare criminale, quello che si apre oggi a Parigi, nel vecchio Palazzo di Giustizia dell'IIe de la Cité. I venti imputati sono responsabili, in gradi diversi, degli attentati del 13 novembre 2015 che fecero 130 morti e circa 500 feriti a Parigi e a Saint-Denis, nell'azione coordinata dell'Isis tra lo Stade de France, i tavolini all'aperto dell'Est della capitale, e il Bataclan dove quella sera suonava il gruppo americano Eagles of Death Metal. Nonostante quasi sei anni di indagini alcuni punti restano oscuri. Salah Abdeslam è l'unico superstite del commando di terroristi islamici, sarà presente in tribunale e su di lui si concentra buona parte dell'attenzione. Perché quella sera non ha azionato la cintura esplosiva? Si è trattato di un difetto dell'ordigno, o è lui che ha rinunciato alla missione suicida preferendo scappare in Belgio? Resta ancora inspiegato poi perché il 31 luglio 2015 Salah Abdeslam, accompagnato dal suo migliore amico Ahmed Dahmani, è andato da Bruxelles a Bari, in Italia, a bordo di un'auto presa a noleggio e si è imbarcato per Patrasso in Grecia, dove è rimasto solo due giorni, prima di fare ritorno subito in Belgio. Cinquemila chilometri in pochi giorni. Ci sono poi le ipotesi di attentati sfumati all'ultimo momento all'aeroporto di Roissy, a Parigi, e a quello di Schipol, ad Amsterdam. Alcune risposte potrebbero arrivare da Salah Abdeslam, che però finora non ha mai rotto il silenzio osservato fin dall'arresto a Bruxelles, nel marzo 2016. Estradato in Francia il mese successivo, Abdeslam è incarcerato nella prigione di Fleury-Mérogis, poco lontano da Parigi. II suo comportamento è leggermente mutato: dopo il mutismo assoluto dei primi tre anni, ora dedica lunghe ora alla recitazione di preghiere islamiche. Forse un messaggio lanciato all'esterno, perché l'imputato sa di essere registrato dalle telecamere 24 ore su 24. Di lui si sa che riceve visite frequenti da madre, sorella e zia, mentre padre e fratello sono meno assidui. Le sue condizioni psichiche hanno destato preoccupazione quando sembrava ossessionato dalla pulizia della cella, ma viene ritenuto comunque in grado di sostenere il processo. In carcere, Abdeslam ha rifiutato la vaccinazione contro il Covid. Al di là dell'aspetto strettamente legato all'indagine, il processo sarà l'occasione per ripercorrere e magari metabolizzare l'evento più tragico che Parigi abbia conosciuto nel dopoguerra. Dopo i primi giorni dedicati alle questioni procedurali, si passerà alle testimonianze dei superstiti, dei famigliari delle vittime e anche dei leader che quella sera ebbero la responsabilità di guidare la Francia sotto attacco: il presidente François Hollande, il premier Manuel Valls e il ministro dell'Interno, Cazeneuve. Le sentenze (molti rischiano l'ergastolo) sono attese per la fine di aprile 2022.

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