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Corriere della Sera Rassegna Stampa
08.09.2021 Afghanistan: i terroristi al governo/2
Commento di Lorenzo Cremonesi

Testata: Corriere della Sera
Data: 08 settembre 2021
Pagina: 11
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: «È l'ora dei 'duri': le illusioni di moderazione sono finite»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 08/09/2021, a pag.11, con il titolo "È l'ora dei 'duri': le illusioni di moderazione sono finite", il commento di Lorenzo Cremonesi.

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Lorenzo Cremonesi

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Hasan Akhund

Il governo talebano non sarà affatto «inclusivo», come invece avevano promesso. Una doccia fredda e un segnale di ulteriore allarme per tutti, specie per chi auspicava che i talebani - potessero moderarsi nella speranza del riconoscimento internazionale La nomina a premier del Mullah Hasan Akhund, un duro della prima ora che appare sulla lista Onu del terrorismo, desta preoccupazioni. E la scelta di affidare gli Interni a Sarajuddin Haggani è destinata ad aggravarle. Il primo fu ministro degli Esteri nel 1996, fiancheggio il Mullah Omar nella decisione di garantire asilo a Osama bin Laden. Come tanti della sua generazione, le sue radici sono nei vicoli poveri di Kandahar, dove vendeva tessuti. Ma presto divenne un comandante militare e il vice dell'allora potente Mullah Rabani. Di lui dicono che ha un'istruzione molto limitata, ma sa controllare bene le sue reazioni citando di continuo versetti del Corano. Un estremista religioso che guarda alla democrazia come ad una sorta di trucco sporco degli infedeli. Ma Haggani è ancora più pericoloso: il suo clan, forte nelle regioni pashtun tra l'Afghanistan orientale e le zone tribali pachistane, ha sempre mantenuto legami stretti con il terrorismo islamico e anche negli ultimi anni ha conservato rapporti di cooperazione con le cellule di Isis. Gli Stati Uniti hanno promesso 10 milioni di dollari a chiunque ne aiuti la cattura.

La definizione di «governo di transizione» non deve trarre in inganno. Non cl saranno elezioni Semplicemente nei prossimi mesi vedremo aggiustamenti e nomine dettati dai rapporti di forza tra le correnti inter-talebane. Nella lista presentata ieri non c'è neppure una donna, come era prevedibile. Manca anche la divisione tra potere politico e religioso all'iraniana, come Invece tanti commentatori avevano predetto. Abdul Ghani Baradar, il pragmatico che aveva negoziato con gli americani, viene degradato a vicepremier. Resta nell'ombra anche il leader religioso dal 2016, Haibatullah Akhundzada. Appare ovvio che però I talebani dovevano in qualche modo elaborare un esecutivo di compromesso e cominciare a governare. Il Paese attende, la crisi economica si sta facendo grave, i ministeri devono funzionare. Le difficoltà per loro cominciano adesso.

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