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Corriere della Sera Rassegna Stampa
02.09.2021 Afghanistan: ecco il governo dei talebani
Cronaca di Lorenzo Cremonesi

Testata: Corriere della Sera
Data: 02 settembre 2021
Pagina: 14
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: «Nessuna donna e un Mullah: la guida talebana»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 02/09/2021, a pag.14, con il titolo "Nessuna donna e un Mullah: la guida talebana", il commento di Lorenzo Cremonesi.

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Lorenzo Cremonesi

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Avrà due anime il prossimo governo talebano: una religiosa e una politica. Una sorta di replica in chiave fondamentalista sunnita della divisione dei poteri in vigore in Iran sin dai tempi della rivoluzione khomeinista del 1979. Secondo i loro portavoce, ripresi dai media afghani, l'annuncio ufficiale dovrebbe arrivare tra venerdì e sabato. Detentore della massima autorità morale e ideologica dell'Emirato Islamico dell'Afghanistan sarà lo Sceicco Haibatullah Akhundzada, che già dal 2016 era il leader del movimento. Al suo fianco dovrebbe sedere una sorta di Consiglio dei mullah destinato ad aiutarlo nel formulare le scelte di base del Paese. Non è escluso che la loro sede centrale resti la città meridionale di Kandahar, patria storica della società pashtun, dove i talebani furono organizzati in milizia armata dal Mullah Omar nel 1994. La capitale politica resterà comunque Kabul. E qui la figura dominante sarà il Mullah Abdul Ghani Baradar, vecchio combattente della guerra santa contro i sovietici negli anni Ottanta e quindi braccio destro del capo carismatico e fondatore del movimento, Mullah Omar, sino alla morte di quest'ultimo, sembra nel 2013. Non è ancora chiaro se verrà nominato presidente o premier, forse avrà un titolo diverso. Comunque, sarà lui a guidare gli affari quotidiani dello Stato e presiederà il gabinetto dei ministri. «Non ci sarà una figura unica che riassume in sé la vita spirituale e materiale del Paese, come fu il Mullah Omar. I talebani di oggi sono diversi da quelli di vent'anni fa. Non intendono isolarsi. Tutt'altro, cercano il riconoscimento internazionale e dunque necessitano di un esecutivo che possa trattare gli affari del mondo», notano i commentatori a Kabul. Tra i ministeri chiave, sembra che al Mullah Mawlawi Mohammad Yagoob, figlio del Mullah Omar, andranno la Difesa o gli Esteri. Altra figura rilevante è Sirajuddin Haqqani, esponente della nuova generazione di uno dei clan più militanti che ha legami antichi con l'intelligence pachistana.

Gli Haqqani sono accusati di essere stati legati a filo doppio ad Al Qaeda e adesso di non disdegnare affatto la vicinanza con l'Isis. Tutto ciò conferma le voci cresciute sin dall'irruzione dei talebani nella capitale a Ferragosto. Ma ieri i talebani hanno decisamente rivelato il loro volto più minaccioso. Se alla prima conferenza stampa il 16 agosto sembravano mostrare una qualche flessibilità nei confronti delle donne e degli esponenti e funzionari delle vecchie amministrazioni, ieri i toni sono stati del tutto diversi. «Non ci saranno ministre donne. Tutti coloro che hanno lavorato con gli americani non saranno accettati nel nostro governo», dicono netti i portavoce. Il messaggio è inequivocabile e getta nuove ombre inquietanti sul futuro delle donne afghane. Pare così anche terminare l'illusione del governo «inclusivo», cui loro avevano accennato inizialmente. Se tra l'altro ancora i talebani avevano spiegato le loro consultazioni con l'ex presidente Hamid Karzai e il numero due del governo dimissionario, Abdullah Abdullah, come possibili preparativi per la loro partecipazione al nuovo esecutivo, adesso affermano a chiare lettere che i due ne sono esclusi. Non a caso, tanti tra i disillusi, che speravano di salvarsi col ponte aereo della coalizione, raddoppiano ora gli sforzi per fuggire via terra. L'ambasciata italiana a Islamabad ha ricevuto una quarantina di appelli con richieste di visto. Un'altra cattiva notizia è che cresce lo scontro armato attorno alla valle del Panshir, dove sono asserragliati le milizie tagike assieme a tutti coloro che intendono resistere ai talebani. I villaggi nelle regioni attorno sono stati evacuati. I talebani accusano gli oppositori di boicottare i negoziati e gli ingiungono di arrendersi. Non sono chiari i bilanci dei combattimenti. Sui social si parla già di «decine e decine di vittime». I talebani hanno interrotto le comunicazioni e inviano rinforzi.

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