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Corriere della Sera Rassegna Stampa
25.08.2021 Afghanistan nuovo Iran?
Due servizi di Andrea Nicastro

Testata: Corriere della Sera
Data: 25 agosto 2021
Pagina: 5
Autore: Andrea Nicastro
Titolo: «I talebani chiudono i confini - Un governo sul modello iraniano»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 25/08/2021, a pag.5 e 8, con i titoli "I talebani chiudono i confini", "Un governo sul modello iraniano" due servizi di Andrea Nicastro.

Ecco gli articoli:

"I talebani chiudono i confini"

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Andrea Nicastro

Fino a quando i talebani erano sulla difensiva, esposti ai droni e alle forze speciali in ogni frattura della terra, dicevano che gli occidentali avevano gli orologi e loro il tempo. Il tempo di aspettare, pazientare, soffrire fino alla vittoria. Ora che la più grande superpotenza del mondo ha deciso di perdere e ha abbandonato decine di basi militari sicure come fortezze per arroccarsi in un aeroporto civile indifendibile, anche i talebani si sono ricordati di avere non solo gli orologi, ma anche i calendari. «Non oltre il 31 agosto», hanno detto. L'evacuazione più rapida e colossale della storia deve finire entro il mese. «Altrimenti lo considereremo una provocazione e reagiremo». Un vero ultimatum. Il presidente americano Joe Biden aveva assicurato, con la solita autorevolezza, che se ci fosse stato bisogno di prolungare il periodo di evacuazione si sarebbe «sforata la data del 31 agosto». Invece ora, dopo la risposta talebana, tutti i comandanti militari si affrettano a spiegare che si farà di tutto per «stare nei tempi previsti». Secondo indiscrezioni stampa, lunedì il direttore generale della Cia, William Burns, avrebbe incontrato la figura più visibile del vertice talebano, il mullah Baradar. Non è certo una novità che la Cia parli con i talebani. È stata la Central Intelligence Agency a voler catturare proprio Baradar in Pakistan nel 2010. Ed è stata sempre la Cia a convincere Islamabad a liberarlo nel 2o18. Cosa si siano detti non è dato sapere, ma non è difficile da immaginare. Fateci uscire da Kabul senza problemi, altrimenti ve ne faremo pentire. Andatevene senza crearci problemi, altrimenti sarete voi a pentirvi. Paradossalmente, la leva migliore oggi è in mano talebana. Con 5.800 soldati a difendere l'aeroporto, un aereo che decolla ogni 45 minuti, il rischio di non poter salire sull'ultimo volo perché nessuno a terra garantisce la sicurezza, l'America si è esposta a un'ulteriore figuraccia planetaria. Immaginarsi che gli ultimi 300, 400 marines siano fatti prigionieri da migliaia di talebani che semplicemente scavalcano le reti dell'aeroporto civile è un incubo peggiore della cattura dell'ambasciata Usa a Teheran nel 1979. E anche allora, il potere era appena passato da un governo filoamericano ad uno islamico fondamentalista. Non si sa da chi sia arrivata l'idea, ma dopo la riunione Cia-talebani è uscita una soluzione per eliminare dagli occhi del mondo le code di fuggiaschi: da ieri i talebani permettono l'accesso all'aeroporto solo a chi mostra un passaporto straniero. Gli afghani che hanno lavorato o collaborato con le forze straniere non possono neppure avvicinarsi al primo cerchio di sicurezza controllato proprio dagli «studenti del Corano». C'è da immaginare che le file diminuiranno. I talebani sanno essere convincenti. Eccetto la sacca di resistenza della valle del Panshir, i nuovi padroni di Kabul sembrano avere il controllo dell'intero Paese e cercano di rimetterlo in moto. Molti amministratori del governo precedente sono stati confermati, gli impiegati stanno tornando a lavorare. A Kabul sicuramente anche molte donne, altrove è più difficile da verificare. Nominato anche il nuovo ministro della Difesa. È un ex prigioniero della Base Usa di Guantanamo.

"Un governo sul modello iraniano"

the Dry Bones Blog: Lightning in a Bottle.
La vignetta di Dry Bones: in Israele il nuovo governo di Bennett deve fronteggiare un vecchio problema: il nucleare iraniano

L’Afghanistan ha meno di 300 anni e non ha avuto un Garibaldi o un Dante ad unirlo. Piuttosto è il prodotto dello spazio vuoto tra pieni altrui. Fino a che deve difendersi da un'aggressione esterna ha dimostrato efficienza: il soprannome di tomba degli imperi, non si guadagna per caso. Nei venti anni di occupazione terminati il 15 agosto, l'Occidente ha cambiato la Costituzione, centralizzato l'amministrazione, introdotto l'idea di una testa un voto. Ma tutto questo è svanito davanti a dei guerrieri barbuti arrivati nella capitale in motocicletta senza una fu citata dai «nuovi afghani democratici». Prima di noi i sovietici non si erano comportati molto diversamente (eccetto per il dettaglio del voto). Anche loro avevano cambiato la Costituzione, abolito la monarchia, centralizzato lo Stato, portato modernità. In entrambi i casi (sovietico e occidentale) l'opposizione è venuta dalle campagne, dalle province, dalla rete tribale ed etnica. I talebani devono ora costruire un loro Stato. Cercheranno di evitare gli errori di chi hanno sconfitto. Forse cercheranno anche di non ripetere gli errori del loro primo Emirato. I secoli sono lenti a passare se il figlio fa lo stesso lavoro del padre e del nonno e, a guardare le miniature del 1700, il modo di annodare i turbanti è cambiato di poco. Allora l'Afghanistan non esisteva, c'era invece l'Impero Mogul. Era un potere moribondo di cavalli e spade che univa gli altopiani a nord dell'Hindo Kush all'India. Ne approfittò la Persia per saccheggiare qualsiasi città si trovasse sulla strada verso Delhi. Le stragi furono raccapriccianti, ma il bottino magnifico. Per tre anni lo shah smise di chiedere tasse. Spariti i Moghul, ritiratosi il persiano, le tribù dell'altopiano pensarono a come difendersi dal prossimo invasore. Erano genti diverse, con lingue diverse, di etnia diversa. Li univa solo la fede nell'Islam sunnita e il fatto di avere nemici pericolosi. A nord i cristiani ortodossi russi. A sud i pagani Hindu e buddisti. A ovest gli «eretici» sciiti persiani. Il loro non era uno spazio definito se non come risultato dell'assenza degli altri. Le tribù si riunirono in assemblea (Loya Jirga) e scelsero il re, il Dur-i-Durran, perla delle perle. La tribù Abdali cambiò subito il nome in Durrani. Erano pashtun (come oggi i talebani), ma a quella Loya Jirga c'erano delegati delle tribù tajike, hazara, baluchi, uzbeke, le stesse etnie che ancora oggi vivono nel Paese. Da allora la storia afghana è stata una costante concorrenza tra il ruolo dell'amministrazione comune e quello delle tribù con supremazia delle seconde. Il rapporto di forza cambia quando l'emiro può usare le armi abbandonate dai britannici nel 1919 e, paradossalmente, uno dei suoi successi di centralizzazione fu la diffusione del burqa usato fino ad allora solo dalle sue concubine. Fino al golpe filosovietico del 1979 la Loya Jirga continua però ad avere un ruolo fondamentale. I talebani convocheranno una nuova assemblea tribale? Gli americani lo fecero, ma non bastò perché la parte talebana ne venne esclusa e il nuovo capo, Hamid Karzai, pashtun come da tradizione, era stato imposto dall'esterno non selezionato tra le tribù. I talebani parlano di «mettersi alle spalle il passato», di «amnistia», hanno persino fatto l'elogio del loro più accanito nemico, il tajiko Ahmad Shah Massoud, chiamandolo «eroe nazionale». Durante il loro primo Emirato combatterono le minoranze, tentarono di imporre a loro il comandante dei fedeli mullah Omar. Volevano espandere la loro visione dell'Islam o, forse meglio, il loro codice di condotta tribale, il pashtun wali, che va oltre i precetti religiosi e comprende la segregazione dei sessi come l'ospitalità. I primi talebani erano guerrieri, montanari e analfabeti. Oggi i loro leader hanno trascorso all'estero gran parte di questi venti anni. Hanno visto un mondo diverso anche se islamico. Hanno vissuto nel Pakistan repubblicano dei grandi partiti familiari e ideologici erede del colonialismo britannico. Paese potente e filoamericano dove convivono lapidazione e bomba atomica. Hanno vissuto nelle monarchie del Golfo, con le loro donne velate e i grattacieli dove tutto è possibile, anche una televisione come Al Jazeera, con giornaliste donne a fare domande scomode a qualunque uomo potente. Hanno conosciuto la prima Repubblica Islamica del mondo, l'Iran che offre loro un modello perfetto con una Guida suprema religiosa che decide e uno eletto che fa solo da facciata. Cos'hanno in mente quando parlano di «governo inclusivo»? Il tajiko Ahmad figlio del leggendario Ahmad Shah Massoud che non si è arreso alla occupazione talebana sostiene che una «Confederazione su modello svizzero potrebbe funzionare». In ogni caso, il modello talebano non potrà dimenticare la storia dei suoi abitanti: quelli che non sono persiani, indu, cristiani, buddisti... e non hanno altro posto dove vivere.

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