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Corriere della Sera Rassegna Stampa
03.08.2021 Pakistan, uccisa per aver detto no
Cronaca di Monica Ricci Sargentini

Testata: Corriere della Sera
Data: 03 agosto 2021
Pagina: 16
Autore: Monica Ricci Sargentini
Titolo: «Pakistan, Noor uccisa per aver detto no»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 03/08/2021, a pag.16, con il titolo "Pakistan, Noor uccisa per aver detto no" il commento di Monica Ricci Sargentini.

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Monica Ricci Sargentini

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Noor Mukadam

Noor Mukadam, 27 anni, ha passato le ultime ore della sua vita prigioniera di un coetaneo, suo amico di infanzia. Picchiata e stuprata ripetutamente, era quasi riuscita mettersi in salvo saltando da una finestra ma è stata riacciuffata, riempita nuovamente di botte e infine decapitata. L'omicidio della giovane, 27 anni, è l'ultimo di una serie di attacchi alle donne, dentro e fuori casa, che ormai vivono nel terrore di essere aggredite, rapite, stuprate e infine uccise. La morte di Noor ha destato particolare clamore perché coinvolge due famiglie importanti del Paese. La vittima è figlia di un ex diplomatico, Shaukat Ali Mukadam, e l'uomo che è stato accusato del brutale omicidio è Zahir Zakir Jaffer, figlio dell'omonimo magnate. Il ragazzo, che ha anche la cittadinanza americana, è accusato di aver attirato l'amica a casa sua con la scusa di volerla salutare prima di partire per gli Stati Uniti per poi massacrarla. Le prove contro di lui sono schiaccianti: il 20 luglio la polizia lo ha trovato ricoperto di sangue sul luogo del delitto e un video girato dalle telecamere di sicurezza mostra il vano tentativo di fuga della ragazza che viene scoperta e trascinata di nuovo in casa. Secondo voci non confermate l'indagato avrebbe confessato. Anche i suoi genitori Zakir Jaffer and Asmat Adamjee sono stati fermati con l'accusa di aver occultato le prove. Noor viene descritta dagli amici come una ragazza solare e altruista, amante degli animali e dedita all'arte. Recentemente era felice perché era stato commissionato il suo primo murale. Cresciuta all'estero a causa del lavoro del padre, la giovane aveva una formazione internazionale ed era particolarmente sensibile ai diritti umani. Una foto la ritrae orgogliosa mentre mostra un cartello contro la violenza sulle donne durante l'Aurat march, lo scorso 8 marzo a Islamabad. «Era così giovane e gentile — ha detto il padre —, siamo completamente devastati. Con noi piange l'intero Pakistan perché io ho perso una figlia ma in pericolo ci sono tutte le donne». Il Pakistan è agli ultimi posti per l'uguaglianza di genere secondo l'indice del World Economic Forum. Eppure la tanto attesa legge contro la violenza domestica, approvata dall'Assemblea Nazionale, non è entrata in vigore per le obiezioni del Consiglio dell'ideologia islamica. Il primo ministro Imran Khan promette giustizia per Noor ma recentemente ha detto che l'abbigliamento succinto delle donne è la causa dell'aumento delle violenze sessuali. La colpa, insomma, è di Noor e di tutte le pachistane che perdono la vita senza che nessuno se ne accorga.

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