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Corriere della Sera Rassegna Stampa
03.08.2021 La storia dell'atleta bielorussa Kristina Timanouskaya
Commento di Alessandra Muglia

Testata: Corriere della Sera
Data: 03 agosto 2021
Pagina: 15
Autore: Alessandra Muglia
Titolo: «Kristina, la sprinter che ha disubbidito al regime. La Polonia le offre l'asilo»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 03/08/2021, a pag.15, il commento di Alessandra Muglia dal titolo "Kristina, la sprinter che ha disubbidito al regime. La Polonia le offre l'asilo".

Belarusian track and field athlete Kristina Timanouskaya is being taken out  of Tokyo against her will | FREE NEWS
Kristina Timanouskaya

Ora per Kristina arriva la corsa più dura. L'atleta bielorussa che domenica a Tokyo ha sfidato le autorità di Minsk rifiutando il rimpatrio forzato si trova nella capitale giapponese sotto la protezione dell'ambasciata polacca: Varsavia ieri le ha concesso il visto per motivi umanitari e le ha anche assicurato il semaforo verde all'asilo. Kristina Timanouskaya, 24 anni e una laurea in Pedagogia, specialista dei 100 e dei 200, è stata costretti a lasciare i Giochi dopo aver criticato la federazione bielorussa per averla iscritta a sua insaputa nella staffetta 4x400. Una mossa dell'ultima ora per rimpiazzare la frazionista non ammessa ai Giochi perché sprovvista del numero di test antidoping richiesto. Esploso il caso anche il marito, Arsenij Zdanevich, si è messo al sicuro: «Ho preso la decisione di andarmene in mezz'ora. A casa sarei stato in pericolo, ora mi trovo in Ucraina ma solo di passaggio, raggiungerò più avanti mia moglie in Polonia», ha confidato il giovane al sito di informazione bielorussa Kyky.org bloccato a Minsk e operativo dall'estero.

Per Kristina arriva la corsa più dura perché ora nel mirino ci sono i suoi genitori: ieri gli agenti del presidente-dittatore Lukashenko sono andati a casa loro a Klimovichi, 17 mila anime al confine con la Russia. Non è facile mantenere la rotta contro un regime abituato a soffocare ogni forma di dissenso con la forza. «Cercheremo di aiutare Kristina anche in questa nuova fase al meglio delle nostre capacità», dice al Corriere via Telegram Kristi Alyaksandra, fondatrice della Belarus Sports Solidarity Foundation, ong che difende gli atleti dai soprusi del potere. Alyaksandra, ex nuotatrice che aveva messo all'asta l'oro conquistato ai Mondiali del 2012 per finanziare l'associazione, ha tenuto un filo diretto con Kristina in questi giorni. Dal primo post polemico — «Si scopre che i nostri grandi capi decidono sempre tutto per noi» — alla critica successiva: «Non avrei reagito così duramente se me lo avessero detto prima, spiegandomi la situazione, chiedendomi se ero in grado di correre i 400 metri. Ma loro hanno deciso tutto alle mie spalle». Sono scattati subito l'esclusione dalle gare e l'ordine di rientro per Timanouskaya: i Giochi non dovevano diventare un pulpito internazionale per riaccendere i riflettori su un Paese che dopo un anno di arresti, purghe e violenze è riuscito a spegnere le proteste anti-regime con la forza (in carcere ci sono oltre 530 prigionieri politici, gli altri sono costretti all'esilio all'estero, a iniziare dalla leader dell'opposizione Svetlana Tikhanovskaya). Ma Kristina, con il supporto di Alyaksandra, non si è fatta intimorire e ha lanciato un sos: «Stanno cercando di portarmi fuori dal Giappone senza il mio consenso. Chiedo al Cio di intervenire», ha scandito nel video appello lanciato domenica sui social mentre si rifiutava di salire a bordo dell'aereo che doveva rimpatriarla. Il sostegno di Alyaksandra è stato utile soprattutto per non farla sentire sola, tra gli attacchi in patria e il silenzio dei compagni di squadra. «Fa male — considera il marito — vedere che persone con cui ti alleni tutti i giorni stanno zitte».

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lettere@corriere.it

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