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Corriere della Sera Rassegna Stampa
19.06.2021 Chi è Karine Elharrar, nuova ministra per le Infrastrutture di Israele
Commento di Paolo Lepri

Testata: Corriere della Sera
Data: 19 giugno 2021
Pagina: 39
Autore: Paolo Lepri
Titolo: «Karine Elharrar, in Israele si svolta»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 19/06/2021, a pag. 39, con il titolo "Karine Elharrar, in Israele si svolta", il commento di Paolo Lepri.

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Paolo Lepri

How real change happens | Karin Elharar | The Blogs
Karine Elharrar

Seduta sulla sua sedia a rotelle, Karine Elharrar è in prima fila nella foto del nuovo governo israeliano, accanto al presidente uscente Reuven Rivlin, al primo ministro Naftali Bennett e al premier supplente Yair Lapid, destinato a prendere il posto dell'ex leader dei coloni a metà legislatura se la coalizione che ha evitato le quinte elezioni in due anni riuscirà a sopravvivere con un solo voto di maggioranza. La neo ministra delle Infrastrutture nazionali, dell'Energia e delle Risorse idriche è malata di distrofia muscolare. Sulla scheda biografica del Parlamento — dove è entrata per la prima volta nel 2013 per essere poi sempre riconfermata — si legge che si è occupata tra l'altro di provvedimenti in favore delle persone disabili. «Le leggi ci sono — dice — ma siamo indietro nell'applicarle». Quarantatré anni, figlia di ebrei immigrati dal Marocco, sposata e madre di due figli, Karine Elharrar ha studiato Legge in Israele, specializzandosi nella difesa dei sopravvissuti all'Olocausto e si è perfezionata negli Stati Uniti. Ha aderito fin dall'inizio a Yesh Atid (C'è un futuro), la formazione liberal-centrista fondata da Lapid, un uomo che è riuscito a creare movimento nella politica israeliana Grazie soprattutto all'ex giornalista (e all'ottimo risultato ottenuto nel voto di marzo) si è finalmente chiusa l'epoca di Benyamin Netanyahu, rimasto attaccato al potere nonostante le sue disavventure giudiziarie. In un'intervista a Jewish Insider, rilasciata prima delle elezioni, la nuova ministra delle Infrastrutture sottolineava la coerenza di chi «non ha mai tradito le promesse» e si diceva ottimista sulla possibilità di una svolta. «Una combinazione di partiti diversi può rimpiazzare il premier». È andata proprio così. Certo, un governo che va dall'estrema destra alla sinistra corre il rischio di essere paralizzato dalla necessità di continue mediazioni. Per quanto riguarda progressi sulla questione palestinese, le aspettative non possono che essere basse. Solo l'America di Biden è forse in grado di sbloccare la situazione, se lo vorrà, cercando di farsi ascoltare a Gerusalemme. Karine Elharrar ha sempre auspicato che un «cambiamento» in Israele potesse «rilanciare i rapporti con gli Usa». Una speranza di tutti.

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