|
| ||
|
||
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 11/11/2015, a pag. 43, con il titolo "Le tappe di Hitler verso il genocidio", la lettera di Fabio Della Pergola e la risposta di Sergio Romano. Sergio Romano liquida il coinvolgimento attivo nella Shoah da parte del Gran Mufti di Gerusalemme Hajj Amin al Husseini come qualcosa che "Non mi sembra la strada migliore per la ricerca di una intesa". Di fatto lo assolve per la sua politica di totale adesione al nazismo. Ci si chiede allora di che cosa voglia occuparsi Romano, visto che rifiuta la ricostruzione storica degli avvenimenti, che hanno portato il Gran Muftì a organizzare una legione di SS composta da musulmani bosniaci, responsabile della distruzione della numerosa comunità ebraica in Bosnia. Ecco lettera e risposta:
Ho letto con interesse la sua risposta sulla questione Hitler-Gran Mufti pubblicata sul Corriere della Sera del 25 ottobre e mi sono trovato a riflettere sulla sua frase: «La prospettiva dello sterminio non apparteneva allora (nel 1939) alla politica del Reich». Andrebbe aggiunto, lo scrive lo storico Daniel Goldhagen ( I volonterosi carnefici di Hitler ), che già in un discorso pronunciato il 13 agosto 1920 e intitolato «Perché siamo antisemiti» Hitler affermava: «Siamo animati dall’inesorabile risoluzione di estirpare il Male (gli ebrei) alla radice, per sterminarlo (“auszurotten”) fino all’ultimo». Nel 1939 dunque la politica nazista certamente non praticava ancora lo sterminio, ma forse non è del tutto esatto dire che la sua prospettiva non le apparteneva; piuttosto che, in quel momento, si preferiva ancora, per tanti motivi, l’espulsione di massa. A questo proposito, forse sarebbe il caso di aggiungere che con la Conferenza di Evian dell’anno prima, la quasi totalità dei Paesi lì riuniti per affrontare il problema dei profughi tedeschi (fra cui circa 500.000 ebrei) decisero una sostanziale chiusura delle loro frontiere o, al più, un contingentamento a livelli minimali degli ingressi (gli Stati Uniti accettavano solo 10.000 nuovi arrivi all’anno). Né più né meno di quanto vorrebbero fare oggi molti europei nei confronti di immigrati e profughi. Quanto al Gran Mufti, mi risulta che ebbe un ruolo significativo nel far fallire la trattativa fra nazisti e agenzia sionista mirata alla «liberazione» di un certo numero di ebrei ungheresi nel 1944. Un suo ruolo diretto, per quanto parziale, nella Shoah dunque lo ebbe (il che non significa però che l’affermazione di Benjamin Netanyahu sia condivisibile). Fabio Della Pergola
Caro Della Pergola, Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, telefonare 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante lettere@corriere.it |
Condividi sui social network: |
|
Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui |