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Corriere della Sera Rassegna Stampa
16.01.2015 Premio Campiello: presidenza all'antisemita e negazionista Odifreddi?
Cronaca di Marisa Fumagalli

Testata: Corriere della Sera
Data: 16 gennaio 2015
Pagina: 49
Autore: Marisa Fumagalli
Titolo: «Premio Campiello: fa discutere l'ipotesi Odifreddi»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 16/01/2015, a pag. 49, con il titolo "Premio Campiello: fa discutere l'ipotesi Odifreddi", la cronaca di Marisa Fumagalli.

Piergiorgio Odifreddi è un personaggio impresentabile dalla credibilità pari a zero. Noto per aver espresso posizioni esplicitamente negazioniste, antisemite e beceramente anti-israeliane, Odifreddi va annoverato nella pletora degli odiatori di professione come Gianni Vattimo.

Ragione hanno Riccardo Calimani e Philippe Daverio a farlo notare nell'articolo di Marisa Fumagalli. Ci auguriamo che la Confindustria Veneto depenni quanto prima il nome di Odifreddi dalla lista dei papabili per la presidenza del Premio Campiello. Visti i buoni rapporti della Confindustria con l'Iran, perchè non va a dirigere un premio a Teheran ? Si troverà sicuramente fra amici.

Informazione Corretta ha dedicato in passato molte pagine al cattivo maestro Odifreddi. Tra queste, invitiamo a leggere o rileggere:
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=47228
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=31379

Ecco l'articolo:


Piergiorgio Odifreddi                   Gianni Vattimo


Riccardo Calimani                           Philippe Daverio

Piergiorgio Odifreddi presidente in pectore della Giuria dei «Letterati» del Campiello 2015? Altolà. La soffiata, uscita dalle stanze del Comitato di gestione del premio fondato dagli industriali veneti, ha fatto boom innescando la polemica. Annunciata, dal momento che la decisione non è stata ancora presa. Ma la sola idea della candidatura del matematico torinese, noto per le sue posizioni provocatorie (tacciato di «negazionismo», a proposito dell’Olocausto scrisse che «il processo di Norimberga fu un’opera di propaganda») ha creato allarme tra alcuni giurati, raggiunti dall’anticipazione. «Sfuggita», precisa ammettendo l’imbarazzo Roberto Zuccato, presidente di Confindustria Veneto.

Che ricostruisce così la vicenda: «Effettivamente, Odifreddi è una delle figure da noi prese in considerazione. La scelta di chi guiderà la Giuria, che cambia ogni anno, avverrà entro gennaio. È successo che, per errore, dall’ufficio è partita una mail contenente il nome dello scienziato; da qui, le critiche. Sussurrate. In ogni caso, non ci faremo condizionare da nessuno. La nostra decisione sarà libera e trasparente. Quando il nome del presidente ci sarà lo comunicheremo ufficialmente». Vero è che il tam tam e i commenti si rincorrono. E qualcuno osserva come i tragici fatti di Parigi, il terrorismo islamico, l’odio anti-ebraico, portino inevitabilmente a riflessi più generali.

Insomma, sarebbe il caso di lasciar perdere un personaggio discusso come Odifreddi. Che, per inciso, fu già protagonista di una querelle legata a un premio letterario, finito malamente con l’arresto del suo fondatore-patron Giuliano Sorìa. Era il marzo 2009, quando si stava consumando l’agonia del «Grinzane Cavour», con Piergiorgio Odifreddi alla guida di un Comitato dei garanti che avrebbe dovuto salvare l’istituzione culturale del Piemonte e invece si chiuse con le dimissioni in blocco. Volarono stracci, allora, fra dichiarazioni di fuoco. Il matematico, tra l’altro, fece notare che secondo qualcuno la sua nomina era «sgradita al cardinale». Torniamo al Campiello.

Uno dei giurati contrari alla nomina di Odifreddi è Riccardo Calimani. Appartenente alla comunità ebraica veneziana, storico dell’ebraismo, il giornalista-scrittore non rilascia dichiarazioni ma il suo no lo lascia intendere. Mentre il critico d’arte Philippe Daverio, anch’egli membro della Giuria, va giù duro: «Odifreddi non è persona adatta a far da mediatore nell’ambito di un premio letterario. Il suo pensiero negazionista, le funamboliche provocazioni, la sua posizione molto rozza di ateo, mi sembra che bastino per ritenere inopportuna la carica di presidente della Giuria del Campiello. E con i fatti di Parigi, il cerchio si chiude». Il commento di un altro giurato, Ermanno Paccagnini, critico letterario, è, invece, sereno. «Nei prossimi giorni verrà reso noto il presidente del Campiello. Non ero al corrente della candidatura di Odifreddi. Per me, nessun problema se la scelta cadesse su di lui. L’importante è che, alla prova dei fatti, legga i libri in concorso, non prevarichi ma si ponga come interlocutore affidabile dei membri della Giuria e contribuisca a far vincere l’opera migliore». L’interessato? Cade dalle nuvole. «Io candidato presidente? Non so nulla e anche se lo sapessi non lo ammetterei», dice Odifreddi al Corriere . Accetterebbe? «Ma certo, è un incarico importante. Altri uomini di scienza l’hanno ricoperto. Penso a Renato Dulbecco…». Anche Margherita Hack, Carlo Rubbia: oltre la letteratura.

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