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Corriere della Sera Rassegna Stampa
19.09.2006 L'introvabile islam moderato
tra negazione della libertà di espressione e vignette dell'odio

Testata: Corriere della Sera
Data: 19 settembre 2006
Pagina: 1
Autore: Angelo Panebianco - Magdi Allam
Titolo: «L'INTROVABILE ISLAM MODERATO - VIGNETTE DELL'ODIO CONTRO RATZINGER»

Dal CORRIERE della SERA del 19 settembre 2006, un editoriale di Angelo Panebianco:

Se alcuni, nel mondo islamico, si dichiarano soddisfatti delle precisazioni del Papa sul suo discorso di Ratisbona, altri pretendono scuse, e molti altri continuano a mostrare i muscoli con manifestazioni di violenza e minacce di morte. Commentando la vicenda, Vittorio Messori, sul
Corriere di ieri, ha scritto cose condivisibili ma ha anche peccato di ottimismo. Messori ha ragione quando dice che la frase estrapolata dal discorso del Papa è stata solo un pretesto per incendiare le piazze islamiche. Come furono un pretesto le vignette su Maometto. In entrambi i casi l'estremismo islamico si è mobilitato per provare la propria capacità di egemonia sul mondo musulmano, mostrare quanto esso sia forte e, per converso, quanto debole e spaventato sia l'Occidente. All'epoca delle vignette l'Europa ha subito la più clamorosa aggressione alla libertà d'espressione dal tempo dei totalitarismi trionfanti e, in sostanza, la vicenda si è conclusa con la vittoria dell'aggressore. L'Europa ha tacitamente accettato che la libertà di satira, d'ora in poi, valga per tutto tranne che per l'islam, di fronte al quale, pare, l'autocensura è doverosa.
Ora ci riprovano con un obiettivo più ambizioso: colpire il cuore religioso dell'Occidente, costringerci ad accettare che neppure il Papa sia più libero di riflettere ad alta voce sulla specificità del cristianesimo o su ciò che lo differenzia dall'islam.
Dove Messori pecca forse di ottimismo è nel credere che non si ripeterà fra gli europei, credenti compresi, quanto accadde a suo tempo col marxismo. Se l'Europa flirtò con quel giudeo-cristianesimo secolarizzato che era il marxismo, non potrà farlo, pensa Messori, col fondamentalismo islamico. Per la sua incompatibilità con il pensiero «politicamente corretto» da noi egemone. Temo si sbagli. Non solo perché ci sono diversi europei che già flirtano con l'estremismo islamico, consapevoli di condividere con esso i nemici principali, Stati Uniti e Israele. Niente predispone alla solidarietà più della condivisione del nemico. Ma soprattutto perché l'Europa ha paura, è spaventata a morte, e la paura spinge più di qualunque altro sentimento a blandire il prepotente, a dargli ragione per tenerlo buono. Oriana Fallaci parlava di Eurabia. Basta guardare a tante reazioni occidentali al discorso del Papa per capire che Eurabia, forse, è già tra noi. Non parlo tanto dei teologi improvvisati che hanno spiegato a Ratzinger cosa sia davvero il cristianesimo (anche nelle situazioni più tragiche l'uomo è in grado di dare vita a siparietti di irresistibile comicità). Parlo dei tantissimi che hanno accusato il Papa di non essersi censurato. Guardandosi intorno, sembra condivisibile il pessimismo di Bernard Lewis che prevede un'Europa sconfitta e sottomessa.
C'è un rapporto fra la paura europea e la capacità di egemonia che l'islam politico, l'islam che usa la religione per fini politici, sa esercitare, nei momenti di crisi, sul mondo musulmano. Una egemonia così forte da rendere flebili, quasi inesistenti, le voci musulmane ragionevoli. Le implicazioni politiche sono tante e gli statisti sono tenuti a saperlo. Il premier italiano Romano Prodi, per esempio, ha annunciato che incontrerà a New York il presidente iraniano Ahmadinejad, in ragione del ruolo che l'Iran svolge in Medio Oriente. È lecito invitarlo alla prudenza nei rapporti con un regime che vuole distruggere Israele e che è in prima linea (con Al Qaeda) nell'aizzare le masse islamiche contro il Papa?


Di seguito, un articolo di Magdi Allam:

Gli italiani, gli occidentali, i cristiani, i musulmani moderati, tutte le persone di fede, i laici, lo sanno che sono state pubblicate e diffuse in rete e nelle tv arabe vignette che oltraggiano e istigano a uccidere il Papa?

Come mai nessuno protesta così come accadde in occasione delle vignette su Maometto comparse circa un anno fa su uno sconosciuto quotidiano danese e che provocarono una violenta crisi internazionale? Possibile che oggi noi dovremmo giustificare e rassegnarci alla condanna a morte del capo della Chiesa cattolica, all'uccisione di suor Leonella Sgorbati a Mogadiscio, all'aggressione contro le chiese in Iraq e nei territori palestinesi, alla messa in stato d'allerta delle nostre città e dei luoghi di culto cristiani, considerandole quasi una naturale reazione a un discorso del Papa? Allo stesso modo con cui all'inizio dell'anno abbiamo giustificato e ci siamo rassegnati alla furia omicida islamica che ha massacrato dei cristiani, profanato delle chiese e dato alle fiamme delle sedi diplomatiche occidentali tra cui il nostro consolato a Bengasi? Come è possibile che la Cristianità e l'Occidente debbano essere sempre e comunque sanzionati con la morte e il terrore per le idee che esprimono contro l'ideologia della morte e del terrore? Non è forse fin troppo chiaro che non si tratta di una reazione bensì di un'aggressione ai valori e all'identità della Cristianità e dell'Occidente da parte di un vasto fronte islamico avvelenato dall'ideologia dell'odio, a cui purtroppo fanno da sponda non pochi ingenui, irresponsabili e ideologicamente collusi con l'estremismo islamico all'interno stesso della Cristianità e dell'Occidente?
Non c'è nulla di satirico né di critica nella vignetta che circola nei siti estremisti islamici, rintracciata da Hamza Boccolini e pubblicata su Libero, ma soltanto disprezzo e odio. Il Papa compare nelle sembianze di Dracula con il sangue che scorre dalla bocca, con la scritta centrale in rosso «Decapitatelo», attorniata da altre scritte: «Maiale servo della croce», «Adora una scimmia inchiodata sulla croce», «Odioso malvagio», «Satana lapidato», «Allah lo maledica», «Vampiro che succhia sangue». In un'altra serie di vignette, rintracciate nella rete e diffuse da Dagospia,
si vede la basilica di San Pietro con issata la bandiera dell'Islam e la scritta «Non vi è altro Dio al di fuori di Allah e Maometto è il suo profeta» e, al centro della basilica, l'insegna «Allah è grande».
In questa «Jihad della parola», una guerra santa islamica fatta con l'oltraggio, l'intimidazione, la minaccia e la condanna a morte, concorre direttamente la nota televisione del Qatar Al Jazeera, di fatto asservita all'ideologia e al controllo dei Fratelli Musulmani. Ha trasmesso una vignetta animata, firmata dal disegnatore satirico pachistano Shujaat Ali, che si apre con una dolcissima musica d'organo, con campane in lontananza, che accompagnano papa Giovanni Paolo II mentre sorridente libera delle colombe bianche da una scatola con la scritta «armonia ecumenica». Ma, appostato sulla piazza di San Pietro, papa Ratzinger imbraccia il fucile e — cambio di musica, marcetta e colpi d'arma da fuoco — a una a una abbatte le tre colombe, forse simboleggianti le tre religioni monoteiste rivelate. Nella scena finale c'è un Benedetto XVI soddisfatto, mentre Wojtyla disperato seduto sul trono regge il bastone della Croce e si mette una mano nei capelli mentre guarda le colombe morte ai suoi piedi.
Certamente il fatto che maggiormente sconcerta e preoccupa è che in questa «Jihad della parola» partecipano non solo personaggi noti per il loro estremismo, ma anche autorità statali che solitamente definiamo moderati. In testa agli estremisti c'è Al Qaeda, che in un comunicato ha annunciato: «All'adoratore della croce (il Papa) diciamo che lui e l'Occidente saranno sconfitti. Dio aiuterà i musulmani a conquistare Roma ... ». Tra gli estremisti spicca la Guida spirituale iraniana Ali Khamenei, che ha qualificato il discorso del Papa come «l'ultimo anello» di «complotti contro l'Islam e i suoi valori sacri», i cui beneficiari sono il «Grande Satana», cioè l'America e i «sionisti».
Ma tra i critici accesi del Papa spiccano anche il moderato sovrano del Marocco, Mohammad VI che ha chiesto ufficialmente al Papa di «mostrare nei confronti dell'Islam lo stesso rispetto che Lei nutre per gli altri culti». E il governo egiziano che ha convocato il Nunzio apostolico al Cairo e, tramite lo scheikh dell'università islamica di Al Azhar, ha chiesto delle scuse ufficiali. E il premier turco Erdogan che ha definito le dichiarazioni del Papa «brutte e inopportune», chiedendogli di «ritirarle». E i governi di Paesi che consideriamo ugualmente moderati, quali il Pakistan, l'Indonesia e la Malaysia. Colpisce infine la critica, seppure argomentata, del direttore della televisione Al Arabiya, il saudita Abdel Rahman al Rashed, che arriva a sostenere sarcasticamente che «Bin Laden sarebbe stato disposto a pagare tutti i soldi che gli rimangono per ottenere questa dichiarazione del Papa che ha indotto i musulmani ad allinearsi sulle posizioni di Al Qaeda». Ebbene Al Rashed è l'unico musulmano che Oriana Fallaci salva nella sua ultima fatica L'apocalisse.
Forse oggi si sarebbe ricreduta.
Magdi Allam
www.corriere.it/allam

 


SU AL JAZEERA Le vignette mandate in onda da «Al Jazeera»: papa Wojtyla che libera le colombe della pace, papa Ratzinger che spara
 
 
 
COME DRACULA
L'immagine del Papa con il sangue che sgorga dalla bocca e, in basso, la scritta «Sgozzatelo»
 
COME UN NAZISTA
Un'altra vignetta del Pontefice con la svastica nazista disegnata sulla tiara

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