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Il Mattino Rassegna Stampa
21.09.2015 Edward Luttwak senza peli sulla lingua
Intervistato da Corrado Castiglione, ne ha per tutti, Papa compreso

Testata: Il Mattino
Data: 21 settembre 2015
Pagina: 7
Autore: Corrado Castiglione
Titolo: «Luttwak: quelle idee anti-capitaliste non incantano neanche i democratici»

Riprendiamo dal MATTINO di oggi, 21/09/2015, a pag. 7, con il titolo "Luttwak: quelle idee anti-capitaliste non incantano neanche i democratici", l'intervista di Corrado Castiglione a Edward Luttwak.

Pubblichiamo l'intervista a Edward Luttwak sul viaggio in America di Papa Francesco. Come già scritto in altra pagina, il viaggio a Cuba del pontefice ha previsto il ricevimento presso Fidel e Raul Castro, mentre è saltato l'incontro con i dissidenti cubani anticastristi. Una nuova pagina della pericolosa politica terzomondista dell'attuale Papa.

Ecco l'articolo:

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Edward Luttwak

No, gli americani non prendono sul serio le idee «estremiste» del papa argentino. Nemmeno negli ambienti dei democratici. Ne è certo il politologo americano Usa Edward Luttwak.

Professore, quali effetti può giocare la visita di papa Bergoglio negli equilibri della politica interna degli Stati Uniti d'America, soprattutto alla luce del ruolo che il Vaticano ha assunto nel disgelo Washington-L'Avana? «Non ipotizzo conseguenze particolari».

Dice? «Nessun dubbio».

Perché? «Vede, qui in America il Papa sarà accolto come una celebrità ma il suo messaggio non è ritenuto così importante come da voi, in Italia».

Cosa vuol dire? «Papa Francesco ha assunto posizioni troppo estreme, sia sul versante dell'ambientalismo, sia nel campo della normalizzazione dei rapporti fra Usa e Cuba».

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Papa Francesco, nella categoria dei 'famosi'

Posizioni che certamente non fanno felici i conservatori americani. «Non solo. Anche tanti americani di orientamento centrosinistra sanno che quello che dice il Papa non è serio».

Addirittura? «Certo. Prendiamo ad esempio la vicenda del disgelo. Ma lo sa che tutti i predecessori di Obama avrebbero potuto procedere alla normalizzazione dei rapporti con una sola telefonata?».

E perché non l'hanno fatto? «Perché l'America chiedeva a Cuba un passo indietro. Invece no, Obama ha proceduto così e intanto all'Avana continuano a mettere in prigione chi la pensa diversamente dal regime, e i diritti umani continuano ad essere calpestati».

Risultato? «Ad Obama andrà bene, visto che papa Francesco lo avalla in due punti in cui il presidente è particolarmente vulnerabile. Ma la gente lo sa: quello che dice il pontefice è poco serio».

In Italia e in Europa la percezione è ben diversa. «Soprattutto in Italia, dove c'è poco senso dello Stato e il Vaticano assume il ruolo quasi di "secondo Stato". Ma già in Francia è diverso. In ogni caso in America la percezione è precisa: le posizioni anti-capitaliste del Papa sono molto conservatrici e producono soltanto povertà».

In che senso? «Prenda in considerazione le tesi ambientalistiche del Papa. In America abbiamo capito molto bene che Bergoglio è contro l'agro-business. Il contadino è quello lì che non deve inquinare, che lavora la terra e a stento sopravvive. Ma non scherziamo questo modo di pensare va bene a voi che in Italia avete i no-Tav e i no-triv (trivellazioni, ndr). Non in America. E aggiungo un'altra considerazione».

Prego. «Nessuno riflette su un fatto oggettivo. Le idee di papa Bergoglio sono quelle tipiche di tutta una classe di intellettuali argentini, che nel giro di un secolo hanno portato Buenos Aires dai primi posti fra i Paesi più ricchi al mondo - intorno agli anni Venti del Novecento - a circa il sessantesimo nell'attuale graduatoria per reddito pro-capite. Sono le idee di quegli argentini schierati contro il libero mercato, contro la modernizzazione, contro il progresso. In parte sono state le idee della cultura peronista».

E lei dice: in America non prendono sul serio queste idee? «No, neppure tanti democratici. Perché queste idee producono soltanto povertà e disoccupazione. Capisco che sono idee alla moda, che fanno tendenza. Infatti non mi desta meraviglia alcuna vedere dialogare papa Francesco con Eugenio Scalfari. Ma con quelle idee non si va avanti: producono solo disoccupati e, al massimo, impiegati statali inutili».

Lei nega dunque anche i passi in avanti compiuti in questi pochi anni in Vaticano? «Faccia un esempio».

Nel campo del rispetto della dignità umana... «Sì, per sostenere un pensiero anti-capitalista».

Nel campo del rispetto della donna... «Ah, di quello poi sarebbe meglio non parlarne: lei pensa davvero che nei Paesi cattolici la donna sia più libera al confronto con i Paesi protestanti? Fra i protestanti ci sono donne-vescovo, mentre fra i cattolici non si vede neppure una donna-prete. Detto questo, ribadisco: quando il Papa arriverà da noi sarà accolto come merita, come un personaggio famoso. Nulla di più».

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