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Libero Rassegna Stampa
19.09.2024 La rivincita del Mossad
Analisi di Maurizio Stefanini

Testata: Libero
Data: 19 settembre 2024
Pagina: 14
Autore: Maurizio Stefanini
Titolo: «E' la rivincita del Mossad dopo il fallimento di Gaza»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 19/09/2024, a pag. 14, con il titolo "E' la rivincita del Mossad dopo il fallimento di Gaza " l'analisi di Maurizio Stefanini.

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Maurizio Stefanini

Il Mossad ottiene un successo strepitoso con l'operazione in Libano, eliminando dalla scena centinaia di esponenti di Hezbollah (sia morti che mutilati). Vendicato l'insuccesso del 7 Ottobre, quando non è stato prevenuto il pogrom scatenato da Hamas. 

Il disastro del 7 ottobre, ormai, è abbondantemente vendicato. «Non abbiamo rispettato il nostro compito. Da allora mi porto dietro quel giorno nero», aveva detto il 22 aprile scorso il comandante dell'intelligence militare israeliana generale Aharon Haliva nel dare le dimissioni. «Chiedo perdono. La responsabilità del ruolo dell’8200 nel fallimento dell’intelligence e delle operazioni ricade interamente su di me», era stato il tono usato il 12 settembre dal generale Yossi Sariel, comandante dell’Unità 8200 delle Forze di difesa di Israele, nel dare le dimissioni a sua volta.
Ma in base a un conteggio aggiornato al 28 agosto sarebbero almeno 29 gli alti responsabili di organizzazioni jihadiste eliminati dai Servizi israeliani da allora: 19 di Hamas, 5 di Hezbollah, 5 di altre organizzazioni. E la cifra continua a lievitare. Dopo l’esplosione dei cercapersone di Hezbollah, con 18 morti e circa 4.000 feriti, adesso nella roccaforte della stessa Hezbollah alla periferia di Beirut hanno iniziato a esplodere gli walkie talkie, facendo almeno altri tre morti secondo l’agenzia ufficiale libanese. Ma anche qui ci sono state centinaia di feriti, e alcuni strumenti radio sono esplosi proprio durante funerali di persone uccise nell'attacco hacker di ieri. Sui social circolano video di persone a terra, ferite o morte, a Beirut e nella Bekaa. Anche nella città di Sidone e in altre località meridionali del Libano, si registrano esplosioni di sistemi collegati ai pannelli solari e di macchine per le impronte digitali. Lo riferiscono media locali a Beirut.
A questo punto, bisognerebbe anche capire se veramente è tutta farina del sacco del Mossad, o se gli vengono ormai attribuiti anche incidenti di altro tipo. Ma anche questa psicosi diventerebbe un effetto voluto. «Ciò che è accaduto oggi a Hezbollah può essere classificato come il più grande attacco preventivo della storia moderna», ha scritto il giornalista druso siriano Faisal Al-Qassem: con 6,6 milioni di abbonati su X e un suo programma su Al Jazeera: «Questo può essere paragonato all'attacco preventivo di Israele contro l’aeronautica egiziana prima della Guerra dei Sei Giorni. Oggi Hezbollah conta migliaia di alti funzionari e attivisti paralizzati. Se Hezbollah entrasse in guerra adesso, i suoi feriti non troverebbero nemmeno un letto libero negli ospedali libanesi, poiché gli ospedali sono già sovraffollati. Inoltre, Hezbollah ha perso le sue strutture di comunicazione militari e di difesa».
I Servizi israeliani si erano mossi all’inizio dell’anno, riuscendo a nascondere tetranitrato di pentaeritrite all'interno di circa 3.000 cercapersone fabbricati dalla taiwanese Gold Apollo e importati in Libano su idea di Hassan Nasralllah appunto per aiutare i dirigenti del Partito di Dio a essere meno individuabili che con il cellulare.
Assieme all’esplosivo è stato incorporato un interruttore attivabile a distanza, per farlo detonare. Si sono aspettati nove mesi e poi, nel momento giudicato più topico - alle 15,30 di lunedì - i cercapersone hanno ricevuto un messaggio che sembrava provenire dalla leadership di Hezbollah, ma che in realtà ha attivato gli esplosivi, emettendo un segnale acustico per diversi secondi prima di esplodere. Si deve ora pensare che qualcosa di analogo sia stato fatto anche con gli walkie talkie, e forse anche con i pannelli solari. A questo punto, ci si può aspettare altro ancora.
Ma anche Ismail Haniyeh, presidente dell'Ufficio politico di Hamas, è stato ucciso a Teheran lo scorso 31 luglio con un sistema preparato molto tempo prima. Una bomba sistemata addirittura da due mesi in una sorta di fortezza gestita dai Pasdaran, evidentemente nella consapevolezza che prima o poi avrebbe ospitato qualcuno da eliminare, e che è stata fatta scoppiare alle due del mattino. Il messaggio è: il sistema per uccidervi è già stato installato, dipende da come vi comportate se lo facciamo scattare o no.

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