|
| ||
|
||
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 19/12/2021 a pag.15, con il titolo "Oddio, pure la Francia abbatte statue", il commento di Mauro Zanon.
Mauro Zanon Anche la Francia ha i suoi "jihadisti" che, come quelli che a Palmira hanno distrutto tesori millenari, si adoperano per abbattere il più alto numero di statue possibile: per fare tabula rasa del passato cristiano, per cancellare la storia della "figlia primogenita della Chiesa". L'associazione giacobina la Libre Pensée ha appena ottenuto dal tribunale amministrativo di Nantes il benestare per abbattere entro sei mesi la statua di "San Michele e il drago" che troneggia dal 2018 sulla piazza antistante la Chiesa di Saint-Michel del comune di Les Sables-d'Olonne, località balneare della Francia occidentale situata nel dipartimento della Vandea. «Alle persone che frequentano la parrocchia può forse sembrare normale. Ma gli altri si chiedono: "Perché dovrei imbattermi in un santo quando esco da casa mia?". Questa sentenza conferma che bisogna rispettare le convinzioni di tutti i cittadini, e non soddisfare soltanto una parte di essi», ha dichiarato in pieno delirio laicista Jean Regourd, presidente della sezione vandeana della Libre Pensée. Regourd e gli altri robespierristi del collettivo si erano già rivolti al Tar di Nantes chiedendo la rimozione della statua perché rappresenta un «chiaro simbolo religioso», ricevendo un primo rifiuto. Ci hanno provato una seconda volta, e i giudici hanno dato loro ragione. «In nome del buon senso e della città di Les Sables-d'Olonne, ho deciso questa mattina di fare appello alla decisione», ha dichiarato il sindaco gollista del comune vandeano, Yannick Moreau, puntando il dito non solo contro l'associazione, ma anche contro i magistrati, complici di questa follia: «I tribunali del nostro Paese dovrebbero avere altre cose da fare che istruire le richieste abusive di laicisti radicali complici della "cancel culture", che cercano di abbattere uno dopo l'altro i legami culturali millenari che hanno forgiato la nostra identità collettiva». Tra l'altro, proprio pochi giorni fa, altre statue presenti sul suolo comunale, una delle quali raffigurava la Vergine Maria, sono state sfregiate e ricoperte di escrementi da alcuni vandali: nel silenzio assordante della Libre Pensée e degli altri pasdaran del laicismo francese. «All'indomani di un atto di vandalismo inaccettabile contro una statua municipale della Vergine Maria e alla vigilia delle feste natalizie, questi attacchi contro le nostre radici e la nostra cultura cristiane sono insopportabili», ha tuonato il sindaco Moreau.
PETIZIONE POPOLARE Il suo omologo a Rouen, Nicolas Mayer-Rossignol, di orientamento socialista, sarà invece entusiasta della decisione dei giudici del Tar di Nantes, lui che ha sperato fino all'ultimo di rimuovere definitivamente la statua di Napoleone dalla piazza centrale della città normanna, per spostarla in periferia. Chi non glielo ha permesso? Il 68% dei suoi concittadini che, alla domanda volete cacciare Napoleone dal centro storico di Rouen, hanno risposto no, vogliamo che la statua del primo imperatore dei francesi resti Ti dove è sempre stata dal 1865. A Fort-de-France, in Martinica, dipartimento d'oltremare francese, ci sono invece riusciti, lo scorso maggio, ad abbattere due statue dedicate a Victor Schoelcher. E poco importa ai talebani della cancel culture se quest'ultimo è stato il grande politico e legislatore che abolì la schiavitù in Francia. Sempre a Fort-de-France, è la statua di Giuseppina Beauhamais, la moglie di Napoleone, a essere stata decapitata e in seguito abbattuta dalla violenza dei militanti woke. L'aspetto più grave è che l'impulso a cancellare la storia francese viene da leader politici nazionali e non solo da qualche ideologo di provincia. Il giacobino Jean-Luc Mélenchon, presidente della France insoumise e candidato alle presidenziali del prossimo anno, ha affermato che, se fosse un abitante di Nantes, rimuoverebbe subito la statua di Re Luigi XVI che svetta a place Foch, dietro la cattedrale. «Ho dovuto sopportare di passare davanti alla statua di Luigi XVI a Nantes. Se assecondassi il mio temperamento, la farei subito ritirare da li!», ha dichiarato a BfmTv. A novembre, anche Rama Yade, ex segretaria di Stato ai tempi di Sarkozy, ha dato il suo contribuito al delirio woke: «Passare davanti alla statua di Colbert a Parigi è una piccola aggressione (...) Il wokismo è una nobile battaglia di giustizia».
Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante
lettere@liberoquotidiano.it |
Condividi sui social network: |
|
Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui |