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Libero Rassegna Stampa
14.08.2021 Turchia: attacco ai profughi siriani
Commento di Daniel Mosseri

Testata: Libero
Data: 14 agosto 2021
Pagina: 14
Autore: Daniel Mosseri
Titolo: «Solidarietà a zero. Fra I musulmani sale la xenofobia»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 14/08/2021, a pag. 14, con il titolo 'Solidarietà a zero. Fra I musulmani sale la xenofobia' l'analisi di Daniel Mosseri.

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Daniel Mosseri

Distretto di Altındağ - Wikipedia
Il quartiere di Altindag

Un bambino con la faccia sporca di sangue disteso su una barella. Con una mano si tampona la testa ferita. E poi una sassaiola scatenata da un manipolo di giovinastri contro le abitazioni dei profughi siriani. Sono alcune delle immagini circolate su Twitter a commento degli eventi di martedì scorso. Il 9 agosto ad Altindag, uno dei quartieri più poveri della capitala turca, Ankara, si è scatenata una sollevazione violenta contro i rifugiati siriani. In altri video circolati in rete si vedono giovani inneggiare attorno a un rogo di oggetti sottratti a profughi. Alcune automobili di siriani sono stati prese a sassate, altre date alle fiamme fra le grida: «Andatavene dalla Turchia, bastardi!». In un altro filmato un gruppo di giovani assalta e distrugge il negozio di un siriano mentre la polizia interviene contro i manifestanti usando i gas lacrimogeni.

LA CRISI Secondo fonti d'agenzia turche almeno una persona avrebbe perso la vita nell'ultimo pogrom antisiriano e 76 manifestanti sarebbero stati presi in custodia dalle forze dell'ordine. La Turchia non è nuova a manifestazioni di xenofobia contro i profughi e il fenomeno è cresciuto al peggiorare della situazione economica nel paese. Se nel 2016 bastavano 2,9 lire turche per comprare un dollaro oggi ce ne vogliono quasi 9: al tracollo della lira fa da contraltare un'inflazione galoppante che il presidente Recep Tayyip Erdogan si illude di fermare cambiando i governatori della Banca centrale turca come si cambiano le mutande. I rifugiati e richiedenti asilo riparati in Turchia sono ben 4 milioni: di questi, 3,6 milioni sono siriani, in gran parte musulmani sunniti come la maggior parte degli islamici turchi. Ma il risentimento prevale sulla solidarietà islamica. Erdogan, da parte sua, ha sempre giocato la carta rifugiati con grande disinvoltura. Da un lato, affermando la propria posizione di protettore dei musulmani in seno al mondo arabo: e qua il sultano si fa califfo, ossia leader della comunità islamica in senso lato. Dall'altro, usando i rifugiati come una clava nei confronti del dirimpettaio ricco, ossia l'Unione europea Risale alla primavera del 2016 l'accordo siglato fra Turchia e Ue, e fortemente voluto da Angela Merkel, con cui Bruxelles si impegna a finanziare con sei miliardi di euro l'accoglienza dei profughi da parte turca. Ankara ringrazia preoccupandosi di tenere i rifugiati all'interno del proprio territorio. Impedendo insomma che uri altra ondata umana raggiunga la Grecia insulare o l'Europa continentale. Ricattata dal sultano, l'Ue paga per evitare che si ripeta una crisi migratoria uguale o peggiore di quella di fine 2015-inizio 2016 quando solo in Germania furono accolti 1,1 milioni di profughi, in larga parte siriani, afgani e iracheni.

LA TRATTATIVA Con il ritiro della Nato dall'Afghanistan e la conseguente galoppata trionfale dei talebani nel paese, Erdogan sa che il suo governo rischia di rimanere travolto da uri altra marea di profughi in fuga dai fondamentalisti islamici. Un'eventualità da evitare, tanto più che il leader dell'opposizione kemalista al governo di Erdogan, Kemal Kilicdaroglu, minaccia a giorni alterni di rimandare a casa tutti i siriani e che nel 2023 i turchi sono chiamati al voto. Non sorprende dunque che, nelle ore in cui i talebani conquistano una provincia afgana dopo l'altra, Erdogan abbia fatto sapere che tratterà con i tagliagole barbuti, chiedendo loro di porre fine agli attacchi nel Paese che provocano la fuga di tanti afgani verso la Turchia (e l'Europa).

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