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Libero Rassegna Stampa
28.05.2021 Guerra a Gaza, l'Onu indaga solo sugli israeliani
Cronaca di Giovanni Longoni

Testata: Libero
Data: 28 maggio 2021
Pagina: 11
Autore: Giovanni Longoni
Titolo: «Guerra a Gaza, l'Onu indaga solo sugli israeliani»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 28/05/2020, a pag. 11, con il titolo "Guerra a Gaza, l'Onu indaga solo sugli israeliani", il commento di Giovanni Longoni.

giovanni longoni - caposervizio - Libero Quotidiano | LinkedIn
Giovanni Longoni

Lavorare all'ONU | TorinoGiovani

L'Onu non si smentisce e parla di possibili crimini di guerra per gli attacchi israeliani in risposta ai lanci di razzi di Hamas. Ieri Michelle Bachelet, alto commissario del Palazzo di Vetro per i diritti umani, ha messo in questione la proporzionalità della risposta di Tsahal, le Forze armate israeliane. L' ex presidente cileno ha tenuto il discorso di apertura di una sessione speciale del Consiglio per i diritti umani richiesta dal Pakistan. Fra gli altri Paesi presenti attualmente nell'Ohchr ci sono la Cina, la Russia e l'Ucraina; non il massimo quanto al rispetto dei diritti umani. La Bachelet ha dichiarato di non aver visto prove finora che gli edifici civili colpiti a Gaza nei raid fossero usati per scopi militari (deve essere un'esperta di guerriglia). Ha criticato gli attacchi nelle aree urbane della Striscia, le più densamente popolate della Terra, con l'alto numero di caduti civili, fra cui 63 bambini, che la cosa ha comportato. La colpa è di Netanyahu, non di Nasrallah e soci che usano i civili arabi come scudi umani. E si è pure scagliata, la Bachelet, contro lo Stato ebraico per le azioni di polizia nei Territori occupati e persino per i tentativi di sedare gli scontri etnici intestini. «Se ritenuti sproporzionati, tali attacchi potrebbero costituire crimini di guerra», ha sentenziato l'esponente socialista. Subito dopo, il Consiglio ha deciso di avviare un'inchiesta internazionale sulle violazioni commesse nei territori palestinesi occupati e in Israele dal mese di aprile.

«EVITATE DI SPARARE» E i terroristi di Hamas che hanno scatenato la guerra con la pioggia di razzi gentilmente forniti da Teheran? Bachelet è rammaricata per i 13 morti israeliani, fra cui due bambini, ma non può evitare di notare che loro hanno l'Iron Dome che li protegge. Il punto di vista della Bachelet e dei funzionari del Palazzo di Vetro in genere traspare bene quando la cilena esorta Hamas «ad evitare i lanci indiscriminati di razzi», come se questo fosse un comportamento riprovevole e non il mezzo principale con cui il gruppo jihadista cerca di realizzare il suo scopo: l'annientamento di Israele. Ma c'è poco di cui stupirsi. Dal 1949 le Nazioni Unite si rifanno al principio dei due pesi, due misure come aveva notato Nikki Haley, ambasciatore Usa al Palazzo di Vetro ai tempi di Trump. Si contano una settantina di risoluzioni e prese di posizione Onu contro Israele, fra le quali anche recise condanne delle esecuzioni mirate di noti capi terroristi. Di contro, si fa fatica a trovare anche solo velate critiche alla dirigenza palestinese o agli Stati arabi alleati. E’ chiaro che l'alto numero di vittime innocenti ha choccato l'opinione pubblica israeliana. Ieri Haaretz, il principale quotidiano della sinistra, ha pubblicato i volti e le storie dei 67 ragazzini morti a Gaza. Il titolo: «Questo è il prezzo della guerra». E anche se le forze armate sostengono che non pochi di quei bambini sono rimasti vittime degli stessi razzi di Hamas, Israele si trova ancora una volta di fronte agli orrori del terrorismo. Finiti i conflitti tradizionali ed eroici con i vicini arabi, dagli anni '80 si susseguono le guerre sporche contro movimenti islamisti - Hamas, Hezbollah, Jihad islamica - poco ferrati sulle convenzioni di Ginevra e dell'Aja.

NUOVE MINACCE Per capire come a Gaza intendono la tregua attuale, è utile quanto ha detto Yahya Sinwar, il più alto dirigente di Hamas nella Striscia, in un'intervista all'agenzia di stampa turca Anadolu: Hamas infrangerà il cessate il fuoco se Israele dovesse «profanare» la moschea di Al Aqsa o se le famiglie palestinesi di Sheikh Jarrah, sobborgo di Gerusalemme Est, dovessero essere «sfrattate». I razzi sono pronti sulle rampe.

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