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Informazione Corretta Rassegna Stampa
21.03.2023 Riforma giudiziaria in Israele: i possibili scenari nell’immediato futuro
Analisi di Mati Tuchfeld

Testata: Informazione Corretta
Data: 21 marzo 2023
Pagina: 1
Autore: Mati Tuchfeld
Titolo: «Riforma giudiziaria in Israele: i possibili scenari nell’immediato futuro»
Riforma giudiziaria in Israele: i possibili scenari nell’immediato futuro
Analisi di Mati Tuchfeld

A destra: la Corte Suprema israeliana

(da Israele.net)

Mati Tuchfeld Archives - www.israelhayom.com
Mati Tuchfeld

A una decina di giorni dalla fine della sessione invernale della Knesset, il 2 aprile, e l’inizio della pausa dei lavori per la Pasqua ebraica, ecco sei possibili scenari su come potrebbe evolvere la controversa vicenda della riforma giudiziaria.

I disegni di legge vengono approvati in seconda e terza lettura, provocando una crisi costituzionale. La prima possibilità è che la coalizione di governo confermi il suo secco rifiuto dello schema di compromesso proposto del presidente Isaac Herzog e ignorando gli appelli per la trattativa, che giungono non solo dai manifestanti ma anche dall’interno del Likud, continui a promuovere imperterrito il primo pacchetto di progetti di riforma giudiziaria, portandoli all’approvazione finale entro due settimane. I disegni di legge possono contare sulla maggioranza dei voti parlamentari (che in questo caso non corrisponde alla maggioranza dell’elettorato nel paese ndr) ed è probabile che verrebbero approvati. Tuttavia, una volta trasformati in legge, non è ancora chiaro come reagirebbe la magistratura. La Corte Suprema potrebbe decretarne la cancellazione. In linea teorica, proprio in forza della nuova legge la Knesset potrebbe annullare la sentenza della Corte, la quale a sua volta potrebbe respingere l’annullamento in forza della vecchia legge visto che considererebbe cancellata quella nuova: il che innescherebbe un corto circuito istituzionale senza precedenti.

La legislazione viene congelata, innescando una crisi di coalizione. Un altro possibile scenario è che la coalizione ceda alle pressioni e sospenda l’iter di approvazione della riforma fino a dopo la pausa di Pesach dei lavori della Knesset, aprendo la porta a trattative con l’opposizione come segno di buona volontà e disponibilità al dialogo. Una tale decisione, caldeggiata dall’opposizione ma fortemente osteggiata dai fautori della riforma, potrebbe spingere alle dimissioni il ministro della giustizia Yariv Levin, che capeggia il processo di riforma, innescando una crisi all’interno della coalizione di governo. Anche le fazioni ultra-ortodosse non sono interessate a sospendere l’iter legislativo poiché la legge sulla coscrizione obbligatoria (e sull’esenzione dalla leva degli ultra-ortodossi) sta per essere sottoposta all’approvazione della Knesset ed è probabile che verrebbe respinta, come le precedenti, dalla Corte Suprema (la riforma darebbe alla Knesset la facoltà di annullare la cancellazione ndr).

La coalizione modifica la legislazione. Un’altra possibilità è che la coalizione di governo porti avanti la riforma giudiziaria, ma modificandone unilateralmente la formulazione in alcune parti per mitigarne il carattere divisivo e conflittuale. Si tratta di un’eventualità probabile, di cui hanno parlato nei giorni scorsi sia il primo ministro Benjamin Netanyahu che politici a lui vicini, visto che il ministro Levin e i partiti ultra-ortodossi insistono per completare l’approvazione del primo pacchetto prima della pausa dei lavori e che, d’altra parte, nessun politico dell’opposizione è disposto a trattare una formula di compromesso se non viene prima fermato l’iter di approvazione.

Le proteste si intensificano. Se la coalizione dovesse portare avanti la riforma così com’è attualmente formulata, c’è la possibilità che le proteste aumentino e si intensifichino, con tutti i rischi del caso. Ai tanti gruppi sociali che si sono finora espressi contro il disegno di riforma nella sua forma attuale, potrebbe aggiungersi il grande sindacato Histadrut che potrebbe dichiarare la riforma dannosa per i lavoratori e bloccare l’economia. Dal canto loro, anche gli imprenditori potrebbero decidere manifestare in modo organizzato. In uno scenario del genere, il governo dovrebbe fare i conti con le ricadute, modificando sostanzialmente i disegni di legge oppure agendo in altro modo per porre fine a sciopero e agitazioni.

 L’approvazione della riforma viene sospesa a causa di un’escalation nella sicurezza. Un altro sviluppo che potrebbe impedire al governo di procedere con l’approvazione dei disegni di legge prima della Pasqua ebraica è un’escalation sul piano della sicurezza, un’eventualità sempre possibile nelle condizioni in cui vive Israele. Al persistente stillicidio di attentati palestinesi e alla sempre incombente minaccia iraniana si è aggiunto il recente l’attentato esplosivo compiuto allo svincolo di Megiddo, nel nord del paese, da un palestinese di Hamas penetrato dal Libano con il beneplacito di Hezbollah (gravemente ferito un 21enne arabo-israeliano ndr). Alti funzionari dell’establishment della difesa israeliana, tra cui lo stesso ministro della difesa Yoav Galant, hanno fatto capire che Israele non potrà non reagire, pur sottolineando di non essere in alcun modo interessati a un’escalation (oltretutto a pochi giorni dall’inizio del Ramdan, un periodo sempre ad alto rischio attentati ndr). Tuttavia le cose potrebbero andare fuori controllo, come accaduto in passato in casi del genere, e ciò potrebbe avere un impatto diretto sulla riforma giudiziaria consentendo a Netanyahu di sospenderla senza che Levin si dimetta e che le fazioni ultra-ortodosse si ritirino dalla coalizione. La pausa a sua volta renderebbe possibile una trattativa con l’opposizione. Ma resta chiaro che nessuno in Israele si augura mai un’escalation sul piano della sicurezza.

Viene riproposto lo schema del presidente. Un’ultima possibilità è che il progetto di compromesso avanzato dal presidente Herzog, sebbene già bocciato dalla coalizione di governo, venga in qualche modo ripreso e possa portare a una sorta di accordo tra coalizione e opposizione. Lo stesso Herzog, dopo aver illustrato la sua proposta, ha affermato che non si tratta di uno schema definitivo, quanto piuttosto di una base per colloqui che potrebbero svilupparsi se solo entrambe le parti fossero interessate a farlo.
 (Da: jns.org, 19.3.23)

takinut3@gmail.com

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