venerdi 19 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Informazione Corretta Rassegna Stampa
18.01.2022 Putin e il nuovo imperialismo russo
Analisi di Antonio Donno

Testata: Informazione Corretta
Data: 18 gennaio 2022
Pagina: 1
Autore: Antonio Donno
Titolo: «Putin e il nuovo imperialismo russo»
Putin e il nuovo imperialismo russo
Analisi di Antonio Donno

Russia-Italia, Trani:
Vladimir Putin

“Il foglio” di ieri riporta opportunamente un articolo di Nial Ferguson pubblicato su “Bloomberg”. Il tema è la volontà di Putin di annettere l’Ucraina alla Russia perché è sua intenzione, secondo Ferguson, di ricreare la Russia di Pietro il Grande. Vale la pena commentare l’articolo di Ferguson. Nei recenti incontri con la Nato il dittatore russo ha chiesto che i Paesi ex-sovietici non entrino all’interno dell’Organizzazione, perché ciò rappresenterebbe una sfida diretta alla Russia. Ma chiede tanto in cambio della rinuncia ad annettere l’Ucraina? Questo non è affatto chiaro. Il gioco di Putin è a rimpiattino. La Nato non può accettare la richiesta del russo perché è di fatto una sorta di ricatto. Putin sa bene che la Nato non può fare un passo di questo genere perché ne uscirebbe totalmente screditata a livello internazionale. Tra l’altro, l’Organizzazione non se la passa bene da diverso tempo a questa parte e, in particolare, dopo il suo ritiro dall’Afghanistan, insieme agli Stati Uniti. Di conseguenza, il rifiuto – ovvio – della Nato lascerebbe mano libera a Putin di invadere l’Ucraina grazie al sostegno interno della fazione ucraina filo-sovietica.

Non sarebbe un’invasione di getto, ma un processo progressivo di occupazione di parti del territorio ucraino, esattamente come si è fatto con il Donbass e con la Crimea. Un’erosione sistematica, ma ben elaborata, che ha uno scopo ben preciso e tempi legati ai rapporti con la Nato e gli occidentali. Nel momento in cui la Nato dovesse rinunciare alle sue richieste alla Russia – ma tutto ciò si vedrà alla ripresa degli incontri – Putin dichiarerebbe che la posizione della Nato è, di fatto, una provocazione nei confronti del suo Paese e che l’ingresso dell’Ucraina e della Georgia nella Nato rappresenta una minaccia diretta, intollerabile, contro l’indipendenza stessa della Russia. Con la Nato in quei Paesi, l’Occidente si schiererebbe ai confini della Russia: questo è il ragionamento di Putin.

La progressiva penetrazione della Russia in Ucraina metterebbe in grave difficoltà la Nato e l’Occidente. Quale è stata la reazione all’occupazione del Donbass e all’annessione della Crimea? Al di là delle proteste formali, non vi è stata alcuna reazione sostanziale di fronte a quei fatti. Né poteva essere diversamente, al di là delle sanzioni nei confronti di Mosca. In quelle circostanze, non essendo l’Ucraina parte della Nato, nulla può essere messo in atto sul piano militare. È per questo motivo che Putin teme l’ingresso dell’Ucraina nella Nato; in questo caso, la reazione militare dell’Organizzazione non potrebbe essere evitata. Occorre, dunque, procedere a tappe: l’occupazione di parti del territorio ucraino non costituirebbe un casus belli, non si evidenzierebbe come invasione, non essendo il Paese parte della Nato, ma un fatto tutto interno al confronto tra gli ucraini gelosi dell’indipendenza del proprio Paese e quelli russi, ai quali la Russia accorderebbe il proprio sostegno. È esattamente quello che è accaduto nel Donbass e in Crimea, dove la maggioranza russa ha invocato l’intervento di Mosca con gli esiti che si sono visti.

Insomma, quello che teme Putin è l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, il che demolirebbe il suo piano di annessione. Per questo motivo, Putin porterà i colloqui con la Nato a un punto morto e, nello stesso tempo, svilupperà il suo piano con una progressione lenta ma efficace, sicuro che non vi sarà alcuna reazione occidentale, esattamente come è avvenuto nel Donbass e in Crimea. Tuttavia, il piano di Putin, al punto in cui è giunta la posizione della Nato sul problema ucraino, presenta incognite rilevanti. Se la Nato, come è sperabile, mostrerà fermezza, i giochi di Putin si complicheranno di molto. A tutto ciò occorre aggiungere la grave situazione economica della Russia. Fino a quando le mire imperialistiche di Putin potranno essere sostenute da un’economia in pesante declino?

Immagine correlata
Antonio Donno

takinut3@gmail.com

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT