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Informazione Corretta Rassegna Stampa
14.12.2021 Gli ebrei piacciono solo da morti?
Commento di Andrea Zanardo

Testata: Informazione Corretta
Data: 14 dicembre 2021
Pagina: 1
Autore: Andrea Zanardo
Titolo: «Gli ebrei piacciono solo da morti?»
Gli ebrei piacciono solo da morti?
Commento di Andrea Zanardo


La Casa di Anna Frank, Amsterdam - Informazioni utili e ticket del museo.
La Anna Frank House di Amsterdam

Nel 2018 un impiegato ebreo della Anna Frank House di Amsterdam venne ammonito dai suoi superiori. Intendeva indossare una kippah.  Avete capito bene. Nel museo che dovrebbe educare il pubblico sugli orrori della Shoah, dedicato alla ebrea più famosa del ventesimo secolo, era proibito indossare una kippah perché -come spiegato dalla direzione- l'esibizione di simboli ebraici danneggia la reputazione di neutralità dell'istituzione.  (particolare personale: ho visitato la Anna Frank House una trentina di anni fa. Ho visto depliant illustrativi in tutte le lingue, tranne l'ebraico. Dara Horn spiega in questo libro che le cose non sono cambiate). Alla fine il permesso di indossare la kippah è arrivato. I custodi della memoria degli ebrei morti ci hanno messo solo quattro mesi per permettere a un ebreo vivo di mostrare al pubblico di essere tale.  Il libro di Dara Horn, che speriamo sia preso tradotto in italiano, è pieno di aneddoti di questo tipo. che spiegano quanto gli ebrei morti siano popolari, al contrario degli ebrei vivi.  Dagli anni Novanta siamo inondati di memoriali della Shoah, in cui uno spazio crescente è dedicato alle figure di "giusti tra le nazioni", i non ebrei che hanno salvato degli ebrei. Poco spazio viene dedicato a ricordare che si tratta di eccezioni. E ancora meno alla atmosfera genericamente ostile agli ebrei che pervadeva tutta l'Europa negli anni Trenta e Quaranta. 

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La copertina

E' stato annunciato che questa memorializzazione avrebbe portato a far diminuire l'ostilità verso gli ebrei e basta una occhiata a Twitter per capire che l'obiettivo è fallito. Ebrei ultraortodossi vengono ammazzati per le strade di New York e gli opinionisti spiegano "il contesto" , vale a dire la rabbia contro la gentrificazione. Nessuno trova curioso che le predette gang se la prendano con gli ebrei -vittime anche loro della gentrificazione- invece che non gli hipster che prendono possesso degli appartamenti ristrutturati.   Ed anche qua in Italia, alzi la mano chi non ha sentito giustificare l'attentato di Roma del 1982 (ed altra roba) invocando "il contesto" internazionale, Sabresciattilah  e tutto il resto. L'antisemitismo è l'unico razzismo giustificato invocando il contesto, e gli ebrei sono le uniche vittime di razzismo che vengono ricordati non in quanto ebrei, ma in quanto portatori di un un messaggio di tolleranza che dovrebbe essere indirizzato a tutta l'umanità Dara Horn scrive per il pubblico americano, e gli americani sono mediamente più religiosi di noi europei, e correttamente vede una ideologia cristiana, in questa popolarità degli ebrei morti per espiare i peccati dell'umanità ed emendarla dal "razzismo" Ma qui in Europa possiamo vedere lo stesso meccanismo ideologico. Gli ebrei piacciono quando sono morti e con la loro morte mostrano quanto sia cattivo il nazionalismo. Ma quando si difendono da soli (in Israele o altrove) ecco che diventano improvvisamente impopolari, colpevoli di reazioni "sproporzionate", personaggi "troppo potenti" che abusano del senso di colpa dei non ebrei e via con il catalogo di mortifere banalità che Dara Horn individua magistralmente.  Questo è definitivamente un libro da leggere, prima della prossima Giornata della Memoria. 

P.S. C'è anche un podcast che lo accompagna, che solo per il titolo dovrebbe essere ascoltato. "Avventure con gli ebrei morti". 

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Andrea Zanardo


takinut@gmail.com

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