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Informazione Corretta Rassegna Stampa
14.03.2021 Quando 'Le Monde' cambia rotta
Commento di Michelle Mazel

Testata: Informazione Corretta
Data: 14 marzo 2021
Pagina: 1
Autore: Michelle Mazel
Titolo: «Quando 'Le Monde' cambia rotta»
Quando 'Le Monde' cambia rotta
Analisi di Michelle Mazel

(Traduzione di Yehudit Weisz)


le-monde-logotype - Roberta Garibaldi

“Per la maggioranza degli Stati arabi, la guerra con Israele, motivata dalla questione palestinese, è finita”. E’ a Le Monde che dobbiamo questa sorprendente conclusione. In un articolo di fondo dell'11 marzo, il giornalista Alain Frachon sviluppa una tesi opposta alla linea abituale del quotidiano. Per fare questo cita due specialisti del Medio Oriente: l'editorialista Guy Sitbon, che al momento della firma degli Accordi di Abramo nel settembre del 2020, aveva affermato: “Nessuno lo annuncia, ma la guerra è finita” e, Gilles Kepel, che in quello stesso periodo, aveva scritto che questi accordi “seppelliscono il conflitto arabo - israeliano quale fattore strutturante del Medio Oriente.” Per Alain Frachon, questo è il risultato di diversi fattori: “ Fine della guerra fredda; fallimento del nazionalismo arabo; minore importanza del petrolio mediorientale; colpevole compiacenza americana ed europea per la politica degli insediamenti praticata da Israele; divisione del movimento nazionale palestinese; esplosione del radicalismo jihadista”.

Dibattito sul Medio Oriente a Lugano con l'esperto Gilles Kepel – Corriere  di Como
Gilles Kepel

L’aspetto veramente sbalorditivo di questa analisi è che Israele viene individuato colpevole solo nel modo più indiretto, mentre la responsabilità è rivolta contro l'Occidente, che non avrebbe cercato di frenare le sue attività. Un argomento valido per l'America ma certamente molto meno per l'Unione Europea, che è sempre pronta a condannare Israele e che si potrebbe a buon diritto accusare di mostrare un colpevole compiacimento nei confronti di Hamas, che non nasconde il suo desiderio di distruggere il suo vicino ebreo, e dell'Autorità Palestinese, che assicura una rendita a vita ai terroristi che ammazzano civili israeliani.  Ma Frachon concentra l’essenza della sua argomentazione su un altro fattore: “l'espansionismo iraniano nel mondo arabo". Un espansionismo che l'editorialista di Le Monde descrive come “duraturo e predatorio, esercitato da un Paese con progetti nucleari a dir poco ambigui, è oggi vissuto ... come una minaccia quasi esistenziale per i regimi al potere in quell’area”. Insomma, “l'imperialismo ‘persiano’ ha ridimensionato la questione palestinese e ha creato l'alleanza arabo-israeliana”.

Non notate niente di nuovo? Delle constatazioni di buon senso? Può essere.  Ma provenendo da un quotidiano che dedica decine di articoli alla questione palestinese, ma uno solo, sul pericolo iraniano; che si dilunga più estesamente sulle violazioni reali o immaginarie dei diritti umani perpetrate dallo Stato ebraico, piuttosto che sulla barbarie degli ayatollah, sulla condizione delle donne, sulle esecuzioni sommarie e sul cinico traffico di ostaggi in Iran, è al limite dell'incomprensibile . E’ come se il quotidiano si svegliasse da un lungo periodo di ibernazione e improvvisamente scoprisse una realtà inaspettata. Stiamo assistendo a una tardiva presa di coscienza del fatto che nella partita a scacchi che si sta giocando oggi in Medio Oriente, non è da Israele che proviene realmente il pericolo? Quel che emerge sullo sfondo è anche il declino dell'influenza dei Paesi dell'Unione europea nella regione.   Avevano fatto della cieca difesa delle posizioni palestinesi la chiave di volta della loro diplomazia, arrivando a esprimere delle riserve sul processo di normalizzazione tra Israele e i Paesi del Golfo; ora sono alla ricerca di una nuova strategia.   Sarà più equilibrata? Ci piacerebbe sperarlo. Potremmo anche aspettarci una maggiore obiettività da parte di Le Monde? Probabilmente no.

Immagine correlata
Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".


takinut@gmail.com

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