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Pletora di scorrettezze da parte di Salerno (a pag. 16 del Messaggero del 20 gennaio 2006), il cui articolo odierno è una vera e propria sfida al buon senso. I fatti: il terrorismo è tornato ad insanguinare Israele. Nessun morto, per fortuna, ma una ventina di feriti. Panico sociale, terrore, ma per Salerno "un kamikaze sfida Olmert". Ora, qualche settimana fa, in un articolo recensito da IC, il Nostro esprimeva una ferma condanna delle esecuzioni mirate israeliane, colpevoli, a suo avviso, di alimentare la fatidica "spirale della violenza". Apprendiamo quindi che per Salerno il controterrorismo israeliano è una sfida al processo di pace, mentre il terrorismo – quello che ammazza i civili innocenti – è una sfida a Olmert. Si dirà: sottigliezze; in fondo è solo retorica giornalistica. Così sarebbe, se i nostri sospetti sulla correttezza di Salerno non trovassero conferma nell’articolo vero e proprio; si badi che la cronaca dei tragici fatti di ieri occupano a dir tanto un quarto della scrittura; pagato il proprio tributo alla realtà, per il resto ci si abbandona ai sollazzi della retorica. Ecco l’articolo: GERUSALEMME - Un attentato contro Israele e, in un certo senso, anche contro la direzione palestinese e gli sforzi per andare alle elezioni delle prossime settimane in un clima sereno. Boh! "Via del dialogo con Israele"? Con un immane sforzo di immaginazione, Salerno arriva a dipingere come un docile interlocutore un movimento terrorista come Hamas, che tuttora rifiuta di riconoscere l’esistenza dello Stato ebraico (e il programma elettorale non fa eccezione in tal senso), e i cui leader non si risparmiano periodiche staffilate sulla necessità di buttare gli ebrei a mare. Il premier pro tempore Olmert, ha riproposto la trattativa tra Israele e l'Autorità palestinese e sembra pronto a parlare anche con il movimento islamico ma soltanto se depone le armi. Olmert, comportandosi ormai da premier si è spinto oltre le posizioni di Sharon, offrendo nuove possibili aperture per la pace e contro i gruppi fanatici tra i coloni che, a loro volta, minacciano di reagire con la forza al progettato sgombero di una ventina d'insediamenti illegali sorti negli ultimi anni. Paragrafo veramente incredibile. Vi leggiamo che Hamas si sta moderando perché, mentre rivendica la libertà di far saltar per aria qualcuno ogni tanto, per il momento se ne sta quieto e subisce "le angherie israeliane" senza reagire. Salerno non sembra nemmeno sfiorato dal sospetto che quella di Hamas sia solo una strategia per accreditarsi come legittimo competitore elettorale e, eventualmente, porsi alle redini di un governo palestinese attraverso un "golpe bianco", difficilmente contestabile dalla comunità internazionale.
Dulcis in fundo. Fatichiamo a comprendere – ma forse lo capiamo fin troppo bene – perché Salerno abbia voluto terminare il suo pezzo dando voce all’appello di Erekat affichè i pluriterroristi Barghouti, novello Mandela, e Saadat possano partecipare alla campagna elettorale. Cliccare sul link sotto stante per inviare una e-mail alla redazione del Messaggero prioritaria@ilmessaggero.it |
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