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Itamar Ben-Gvir Buongiorno redazione, potete anche dare del razzista a Ben Gvir,ma ha ragione. il regalo della moschea di Al Aqsa, le cessioni territoriali, il muro di sicurezza, nemmeno il supporto socioeconomico ai palestinesi sono serviti a cambiare la percezione di Israele per gli occidentali e per i palestinesi. Forse è il momento di provare la strada contraria e correggere tutti questi errori. Saluti
Luigi Russo
Gentile Luigi,
È verissimo che niente è servito a rendere i palestinesi più ragionevoli e meno violenti. È anche vero che gli occidentali non capiscono gli sforzi e le rinunce di Israele e sono sempre pronti a incolparlo della situazione. Ciò non toglie che la politica razzista portata avanti da Ben Gvir non risolve niente, anzi peggiora le cose. Bisogna trovare la strada giusta, lei scrive. Israele le ha provate tutte, con ogni tipo di governo, ha provato con le buone, con le cattive ma siamo sempre al punto di partenza. Forse perché la pace bisogna farla in due? Fino al momento in cui i palestinesi non rinunceranno al terrorismo, che è quotidiano, e non si siederanno seriamente a un tavolo per discutere, nessuna strada è percorribile. Bisogna combattere il terrorismo e punirlo con mano ferma, sempre. Gli urletti di Ben Gvir e la sua politica razzista anche contro gli arabi israeliani, per il 90% fedeli a Israele, non solo non servono ma rendono il clima estremamente teso. Io sono d’accordo che è più importante la vita degli israeliani del disagio dei palestinesi ai posti di blocco ma proprio lui, un kahanista dichiarato, non doveva dire una frase del genere. Infatti ha suscitato un polverone sia in Israele che all’estero. Quello che manca a questo governo, o almeno a molti dei suoi ministri, è l’intelligenza diplomatica. Un cordiale shalom
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Cara Deborah, ho letto con molto interesse il commento di Danny Ayalon su israel.net, riportato da IC. Personalmente, sono un grande sostenitore della laicita'. E personaggi come Ben-Gvir sono lontani anni luce dalle mie convinzioni personali. Pero' mi chiedo: possibile che non ci sia una sorta di "via di mezzo" nell'affrontare queste questioni? Mi spiego meglio: nello scrivere "... distingue e tratta in modo diverso i terroristi e i palestinesi innocenti", a Suo avviso, in quale categoria annoverebbe l'autore i palestinesi che, all'indomani di un attentato terroristico coronato dal successo (morte di qualche israeliano) festeggiano l'evento con dolciumi e caramelle per strada (cosa da Lei giustamente e ripetutatemente denunciata)? Cordiali saluti,
Tullio Ceccherini Silberstein
Gentile Tullio,
Solitamente sono sempre d’accordo con le idee di Danny Ayalon, che è stato un bravo diplomatico e un ottimo ambasciatore negli USA. Questa volta non mi è piaciuto il suo commento sulla frase di Itamar Ben Gvir. Premetto che io detesto con tutta me stessa il suddetto ministro e non ne faccio un segreto. Secondo me, lui con alcuni altri al governo, sono la rovina di Israele che impiegherà anni per riprendersi dal buco nero in cui personaggi simili lo hanno fatto precipitare. Però ( c’è sempre un però in politica) quella frase che Ayalon giudica addirittura immorale, è più che giusta, purtroppo è stata detta dalla persona sbagliata. Non c’è dubbio che la vita degli israeliani sia più importante della libertà di movimento dei palestinesi. Non c’è dubbio che un ragazzo di vent’anni o un uomo che beve tranquillo la sua birra al bar o una mamma che guida verso casa dopo il lavoro, ammazzati dal terrorista di turno, siano milioni di volte più importanti del palestinese che ai posti di blocco deve fare la fila e essere controllato. Come lei scrive giustamente, ad ogni israeliano ammazzato seguono i festeggiamenti dei palestinesi, tutti, donne, bambini, vecchietti, vanno tutti in piazza a gridare di gioia. Quello che ha detto Ben Gvir lo pensiamo tutti in Israele, forse lo pensa anche Ayalon, il problema è il personaggio che l’ha pronunciata, noto per il suo razzismo, il suo integralismo e il suo odio per gli arabi. Secondo me si sta facendo una tempesta in un bicchier d’acqua, o meglio, di sangue, vista la quantità di attentati con molti morti che Israele piange ogni giorno. Un cordiale shalom |
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