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L'articolo di Domenico Quirico 30/08/2022

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Domenico Quirico

Gentile Deborah: vorrei, con cortesia, un suo parere sull'articolo della Stampa, di Domenico Quirico, dal titolo "Quel processo ai combattenti Azov, una vendetta da Repubblica di Salò" riportato su IC di sabato 27 agosto; e in particolare sulla frase "Offrirebbe agli ucraini, che negli ultimi tempi per arroganza e sicumera nella vittoria sembrano aver smarrito il talento e la fantasia della comunicazione, uno straordinario palcoscenico per mettere sotto accusa i veri colpevoli della guerra". Tralascio il parallelo speculare, per me improponibile, tra il processo farsa che i russi stanno allestendo a Mariupol contro gli eroi della Azovstal, e il processo a Kiev nei riguardi di un soldato russo. Nella frase in oggetto, i termini 'arroganza' e 'sicumera' mi hanno colpito in modo estremamente negativo. La mia conoscenza in merito all'aggressione del regime russo contro il popolo ucraino, si fonda in generale sulle notizie dei media, e in buona parte sugli articoli proposti dalla redazione di IC, e tra questi in particolare quelli a firma di Anna Zafesova e di Nona Mikhelidze, la studiosa georgiana che aiuta a decifrare la guerra tra Ucraina e Russia, articoli di cui suggerisco la lettura. Per cui credo che un cedimento in determinazione, sicurezza e fiducia nella vittoria e offrire piena disponibilità ad eventuali trattative senza condizioni, contro un nemico meglio armato e più numeroso, sarebbe interpretato come un gesto di debolezza. Quello che Putin aspetta, per poter portare a compimento il suo piano criminale. Detto questo, però, sono anche convinto, che difronte ad un possibile gesto di apertura per un accordo di pace, contestualmente al ritiro delle forze militari e la sospensione di attacchi missilistici, le autorità ucraine darebbero piena disponibilità ad una soluzione autonomistica per le repubbliche del Donbas, e, chissà, se non una piena autonomia per la repubblica di Crimea. Infine, per il possibile epilogo ventilato da Quirico, nel processo di Mariupol, potrebbe essere una buona scenografia per un film d'azione. Mi scuso per aver mosso una critica nei riguardi di un giornalista professionalmente preparato e dalle innumerevoli esperienze vissute sul terreno, anche in modo traumatiche; confesso però che le sue analisi non sempre mi convingono del tutto. Un cordiale shalom.

 Angelo Di Palma

 Gentile Angelo,
 Domenico Quirico usa spesso termini un po’ fuori dalle righe, è il suo stile di scrittura che non può piacere a tutti. Sono d’accordo con lei che la farsa di Mariupol non vada accostata al processo nei riguardi del soldato russo. Gli eroi di Azovstal non sono assassini anche se i russi e i loro sodali vogliono farli passare come tali. Non sono convinta che l’Ucraina, in cambio di un accordo di pace, accetterebbe di dare l’autonomia alle repubbliche del Donbass e alla Crimea. Quest’ultima soprattutto è importantissima per gli ucraini. Per quanto riguarda la reazione dei prigionieri nel processo di Mariupol, come auspicata e descritta da Quirico, è vero che potrebbe essere la scenografia per un film d’azione ma penso che sarebbe una stupenda vittoria e dimostrazione di grande coraggio, indipendentemente dal risultato del finto processo, degli uomini e delle donne di Azovstal. Un cordiale shalom

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