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Emarginati. Una storia d’amore
Susan M. Papp
Traduzione di Vittoria Dentella
Giuntina euro 18,00
“E’ una storia di grande coraggio e passione, di tenacia e di fede nella bontà dell’animo umano” quella che Susan Papp, produttrice e regista canadese, racconta nel libro “Emarginati. Una storia d’amore” in libreria in questi giorni per Giuntina. Le vicende delle famiglie Schroeder-Aykler e Weiz che potrebbero essere materia per un romanzo avventuroso appartengono alla vita reale di cui l’autrice, parente degli Aykler, ci dà contezza in pagine di straordinaria forza narrativa ed emotiva. Il libro – scrive Papp nell’introduzione – è un tributo e un lascito dedicati a loro e in particolare alla piccola Icuka, la più giovane dei Weiz, una bambina di dodici anni portata in una camera a gas il giorno del suo arrivo ad Auschwitz-Bikenau sul finire del maggio 1944.
E’ a Nagyszollos, nella regione della Karpatalja in Ungheria, che alla fine della Grande Guerra era passata alla Cecoslovacchia, che muove i primi passi la storia raccontata da Susan Papp. Nonostante la difficile situazione socio-politica creata dai cambiamenti della compagine governativa, Karola e il marito Domokos Aykler giunti a Nagyszollos nel 1928 sono felici di vivere in un luogo “di storie e religioni differenti dove passeggiando per le strade si sentono lingue diverse: ungherese, yiddish, ruteno, tedesco, dove un terzo degli abitanti della cittadina sono ebrei e dove le tradizioni, le celebrazioni e le festività altrui vengono rispettate”. Descrivendo in modo accurato lo scenario storico-politico dell’epoca, l’autrice ci racconta dei solidi legami familiari e del rispetto che Tibor e Istvan, figli del primo matrimonio di Karola, riservano al padrigno Domokos e del profondo affetto che unisce i piccoli Bela e Picke ai fratelli maggiori e ai genitori. Nel contempo l’autrice canadese volge lo sguardo alla famiglia Weiz con il capo famiglia Vilmos, rispettato da tutti nella comunità ebraica, il cui lavoro di supervisore della distilleria del Barone Perenyi assicura un discreto benessere economico alla moglie e ai figli Hedy, Icuka, Suti, Aliz e Bandi. Hedy e Tibor crescono osservando con crescente inquietudine i cambiamenti politici che avvengono nella piccola cittadina in cui vivono.
Tibor amante della musica americana e del clima che si respira a Budapest si laurea in ingegneria, Hedy che eccelle negli studi consegue un diploma che le consente di essere assunta proprio da Tibor Schroeder il quale, insieme al collega Jaszli Berliner, dirige un’impresa statale di componenti radio e prodotti di gomma. Dopo il 1938, con il dilagare del regime nazista in tutta Europa, le condizioni di vita per gli ebrei mutano in modo repentino e drammatico. L’amore che nasce fra Tibor e Hedy, fatto di gesti delicati, rispetto e attenzioni reciproche, non può essere vissuto apertamente e solo dietro le tapparelle abbassate dell’ufficio possono scambiarsi un bacio o ascoltare musica. Nella cittadina di Nagyszollos (tornata nel frattempo all’Ungheria) è un continuo flusso di ebrei in fuga dalla Slovacchia dove imperversa il regime nazista, mentre nuovi decreti antiebraici impongono ulteriori restrizioni alla popolazione ebraica circa il possesso di attività commerciali e il divieto di rapporti con i cristiani. Con la salita al potere delle Croci frecciate di Ferenc Szalasi la situazione precipita. Tibor, forte del sentimento che lo lega alla giovane Weiz, si adopra in ogni modo per salvarla dalla deportazione ormai imminente dopo il trasferimento degli ebrei nel ghetto. Per Hedy però non è possibile abbandonare la famiglia e con il cuore gonfio di angoscia segue il destino dei suoi cari salendo sul treno che li condurrà ad Auschwitz-Birkenau. Alla fine della guerra ogni protagonista della storia di Susan Papp porta nel corpo e nella mente cicatrici indelebili destinate a segnarlo per tutta la vita. Tibor e Bela, che hanno vissuto sofferenze indicibili in un campo di prigionia americano, vengono ingiustamente accusati di aver collaborato con i nazisti; Suti (Sandor), dopo l’anno trascorso nel campo di sterminio di Auschwitz che gli ha tolto la fede in Dio, decide di contribuire alla costruzione dello Stato degli ebrei e parte per la Palestina; Aliz e Hedy segnate nello spirito e distrutte nel fisico cercano di tornare faticosamente a vivere.
La forza dei legami familiari è stato un collante che ha permesso ai giovani Weiz di resistere alle atrocità perpetrate dai nazisti nel campo ma che nulla ha potuto per salvare la piccola Icuka dal gas e papà Vilmos dalle conseguenze del lager. La Storia ha diviso due giovani innamorati catapultandoli in un mondo di odio privo di punti di riferimento, ma non è riuscita a spezzare il sentimento che li univa, un sostegno e un conforto negli anni della guerra. Per un incredibile intreccio di eventi le famiglie di Hedy e Tibor si sono ritrovate in Canada, il paese che tra il 1948 e il 1952 aveva accolto più di diecimila profughi ungheresi, e in pagine struggenti l’autrice racconta dell’incontro di due persone che hanno percorso strade diverse ma che guardandosi negli occhi ritrovano la forza di un sentimento d’amore indistruttibile. “Emarginati” è una storia di coraggio e di passione che nasce per l’incredibile coincidenza di un incontro fortuito e che l’autrice sviluppa con raro talento narrativo avvalendosi delle lettere e dei documenti conservati da Tibor Schroeder, oltre che dei diari della suocera, Karola Aykler, sulla propria infanzia a Nagyszollos, dove tutto ha avuto inizio. Un libro imperdibile di cui consiglio la lettura soprattutto ai giovani affinchè - come scrive Yitzhak Livnat (Suti Weiz) nell’introduzione all’edizione israeliana – “le future generazioni d’Israele difendano il ricordo della Shoah e, con tenacia e saggezza, proteggano la società e lo Stato che hanno avuto in dono”.
Giorgia Greco |
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