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Deborah Fait
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Pubblicità antistorica sulla Stampa: 'Betlemme Palestina' 21/12/2020
Pubblicità antistorica sulla Stampa: 'Betlemme Palestina'
Commento di Deborah Fait

A destra: la vignetta di Dry Bones, di Yaakov Kirschen:
"L'Olp ha modernizzato le celebrazioni a Betlemme?"
"Oh sì! Hanno cambiato le parole dell'antico canto di Natale: da 'nato nel regno di Israele' a... 'nato nel regno dell'Entità sionista' "

Sul quotidiano La Stampa fa bella mostra di sé, occupando un quarto di pagina,  la pubblicità delle Missioni Don Bosco per le famiglie di Betlemme.  L'annuncio dice testualmente : "PALESTINA – Nel cuore del villaggio in cui è nato Gesù, un antico forno salesiano prepara il pane per le famiglie più povere". Mi secca molto dare lezioni di storia e geografia a chi dovrebbe sapere quasi tutto sull'argomento ma sono ormai anni e anni che il nome Palestina viene citato a casaccio e senza alcun fondamento storico. Betlemme, secondo la tradizione, è stato il luogo di nascita di Gesù e del suo antenato Davide, re di Giuda e di Israele, dalla cui stirpe discendevano sia la famiglia di Maria (il cui vero nome era Myriam, essendo giudea, tra l'altro educata nel Tempio di Gerusalemme)  che di Giuseppe. Luca evangelista definisce Betlemme "città di Davide", mi meraviglio quindi che i missionari parlino di Palestina. Betlemme, alla nascita di Gesù, faceva parte del Regno di Giuda e fino al 1995 non è mai stata una città araba ma ebraico-cristiana. In quell'anno fu regalata, secondo gli accordi di Oslo, all'ANP di Arafat che non è Palestina, nome rubato dall'inventato popolo palestinese, bensì una specie di congregazione chiamata Autorità palestinese. La Palestina non è mai stata una nazione ( quante milioni di volte lo abbiamo scritto?) bensì una regione geografica molto ampia che comprendeva la Giordania, parte della Siria e dell'attuale Libano e giù giù fino ai confini con l'Egitto. Gli antichi greci chiamavano Palestina la regione tra la Fenicia e Egitto e infine i Romani lo adottarono dopo la distruzione di Gerusalemme e del Tempio ebraico, Bet haMikdash, per cancellare i nomi Israele e Giuda. All'occupazione romana seguì quella ottomana che diede alla regione il nome di Sangiaccato di Gerusalemme, di Nablus, di Acri e infine arrivarono gli inglesi che rispolverarono il nome di Palestina… però britannica. Fino al 1967 non è mai esistito un popolo palestinese né uno stato palestinese. Tutto inventato di sana pianta nella speranza di cancellare Israele e gli ebrei.   Betlemme è dunque storicamente la città natale di David, secondo re di Israele, è il luogo dove è stato unto re dal sacerdote Samuele. La cittadina fu occupata dai Romani tra il 132 e 135, un secolo dopo la morte dell'ebreo Gesù, durante la terza guerra giudaica, gli ebrei furono espulsi per ordine dell'imperatore Adriano che fece distruggere ogni costruzione religiosa ebraica per sostituirla con un santuario al culto greco Adone. Infine Elena, madre di Costantino, vi costruì la prima chiesa nel 326. La dominazione araba ebbe inizio solamente nel 636, fino ad allora nessun arabo aveva messo piede nei regni di Israele Giuda. Cade quindi miseramente nell'ignoranza più crassa quel nome Palestina dato dai missionari alla zona in cui si trova Betlemme. Se un giorno sarà creato dal nulla, e riconosciuto,  uno stato di Palestina allora sarà lecito nominarlo ma, fino a quel momento, è un falso storico, un'invenzione priva di radici storiche, un imbroglio.

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Deborah Fait 
"Gerusalemme, capitale di Israele, unica e indivisibile"


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