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Niram Ferretti
Antisionismo e propaganda
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Hezbollah mon amour 20/02/2023
Hezbollah mon amour
Analisi di Niram Ferretti

L'Ue inserisce Hezbollah nella lista nera dei gruppi terroristici
Terroristi di Hebollah

Hezbollah la milizia scita libanese, ausiliario terrorista dell’Iran, nel suo manifesto programmatico del 1985 usava un linguaggio musicale alle orecchie della sinistra terzomondista, indicando nell'espulsione degli americani e dei francesi dal Libano, "la fine delle entità colonialiste nel nostro paese", e indicando al popolo liberato finalmente da intrusioni straniere l'opzione di un ottimo governo teocratico.
La sinistra terzomondista è sempre a favore dell'autodeterminazione dei popoli, anche quando questa autodeterminazione instaura dittature islamiche dure e pure, come in Iran nel ‘79, finalmente affrancatosi dall' "oppressivo" regime dello Scià per gustare l'ebbrezza liberante della sharia, o a Gaza nel 2007, quando, dopo la liberazione dal "colonialismo" israeliano, si poteva finalmente vedere l’opera libertaria di Hamas, costola palestinese dei Fratelli Musulmani, che ha nel proprio statuto la distruzione di Israele e il progetto di sostituirlo con uno stato rigorosamente piegato al dettato coranico più rigoroso.

Hasta la revolucion siempre, quando, naturalmente, a farla sono i nemici dell'occidente. E dunque i giacobini della porta accanto costituitosi in Movimento 5 Stelle e ora, a tutti gli effetti, “costola della sinistra” (per citare D’Alema in merito alla naturale destinazione della Lega bossiana) videro con grande disappunto nel 2016 la decisione dell'Unione Europea di bollare l'organizzazione islamica libanese come "terrorista".  Sono bravi ragazzi quelli di Hezbollah che cooperano con le forze italiane e soprattutto, questo è fondamentale, sono stati votati dal popolo e il popolo ha sempre ragione.

Sulla bontà di Hezbollah la pensava così e non ci sono segni che abbia cambiato opinione, l'ex Ministro degli Esteri Massimo D'Alema. Nel 2006 a Beirut passeggiava a braccetto con Hussein Haji Hassan, deputato dell’organizzazione che dichiarava fieramente, "Noi non riconosceremo mai lo stato di Israele". Affinità elettive vista la ben nota avversione antisraeliana di D’Alema, inculcategli in lunghi anni di militanza filoaraba comunista. Gli amori della giovinezza, si sa, non si dimenticano mai.
«Hezbollah mi sembra difficilmente liquidabile come un gruppetto terroristico essendo un movimento di natura assai complessa. Hezbollah è innanzitutto un partito politico che gode di un vasto consenso democratico, di una robusta rappresentanza parlamentare e che fa parte del governo di quel Paese che le Nazioni Unite dicono che dobbiamo sostenere», disse l’allora titolare della Farnesina per il quale il consenso democratico legittima ogni cosa, è un magnifico lavacro, soprattutto del passato.

Il passato dI Hezbollah include il coinvolgimento diretto o indiretto dell’organizzazione libanese nell’attacco terroristico all’ambasciata israeliana di Buenos Aires del 1992, in cui morirono 29 persone, in quello al centro di cultura ebraico AMIA di Buenos Aires nel 1994 in cui morirono 85 persone, in quello all’ambasciata israeliana a Londra nel 1994 in cui furono ferite 29 persone. A queste azioni terroristiche vanno aggiunte numerose altre azioni, precedenti e successive a cui Hezbollah è stata collegata, tra cui, la più devastante è l’attacco terroristico al quartiere militare americano a Beirut nel 1983 in cui morirono 241 soldati americani e 58 paracadutisti francesi.  
Naturalmente, per D’Alema e oggi per il Movimento 5 Stelle, la formazione più virulentemente antisionista del panorama politico italiano, tutto ciò è irrilevante. E’ il consenso democratico ciò che conta. Il medesimo che ebbero nel 1933 le Camicie Brune, quando Hitler diventò Cancelliere del Reich.

La visione del mondo di Hezbollah è quella rigorosamente islamica incarnata dalla teocrazia scita iraniana per la quale Israele è uno stato da annichilire e gli Stati Uniti sono il Grande Satana. Gli appartenenti al gruppo non hanno mai fatto mistero del loro antisionismo radicale forgiato sull’incudine del loro antisemitismo: un insieme di antigiudaismo coranico abbinato all’antisemitismo cospirazionista originato da “I Protocolli dei Savi di Sion”, l’Urtext di tutti gli antisemiti del Novecento, Hitler in testa.  
Dobbiamo a Muhammad Husayn Fadlallah, una delle massime autorità spirituali dell’Islam scita e grande sostenitore di Hezbollah, la dovuta chiarezza sull’argomento, “Gli ebrei (badate bene non gli israeliani o i sionisti n.d.t.) desiderano minare o obliterare l’Islam e l’identità culturale araba in modo da incrementare il loro dominio economico e politico”. Non sembra una frase uscita direttamente dal Mein Kampf? Testo a sua volta pesantemente influenzato dai Protocolli. D’altronde, per ribadire meglio il concetto, nel 2008, l’emittente televisiva dell’organizzazione islamica, Al Manar mise in onda un programma il cui fulcro era la cospirazione ebraica per dominare il mondo a cui veniva aggiunta una variante moderna dei libelli medioevali antiebraici, la responsabilità diretta degli ebrei nella diffusione dell’AIDS.
Tuttavia per i terzomondisti filoarabi formati alla vecchia scuola di Botteghe Oscure come Massimo D’Alema e i cospirazionisti d’accatto insufflati di antiglobalismo del Movimento 5 Stelle, Hezbollah è cosa buona e giusta.  Così come è cosa buona e giusta essere dalla parte di terroristi e teocrati fanatici. L’importante è trovarsi solidali sull’identificazione del nemico “imperialista”, Israele e gli Stati Uniti.

Autori - Casa Editrice Giuntina
Niram Ferretti


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