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Ben Cohen
Antisemitismo & Medio Oriente
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Antisemitismo tedesco, reale e percepito 24/10/2021
Antisemitismo tedesco, reale e percepito
Analisi di Ben Cohen


(traduzione di Yehudit Weisz)

Nel 2020 in Germania sono stati segnalati più di 2.000 atti antisemiti e poco meno di 2.000 nell'anno precedente. Sono cinque o sei episodi ogni giorno, alcuni dei quali implicano violenze o abusi verbali. Se quel numero fa riflettere, bisogna considerare che è sicuramente una sottostima perché moltissimi oltraggi antisemiti non vengono denunciati. Gli studi su questo particolare problema rivelano che le vittime hanno diversi motivi per non denunciare le loro traversie. Alcuni di loro non credono che ciò che hanno vissuto giustificherebbe lo spreco di tempo della polizia, altri provano un senso di vergogna o di imbarazzo e molti temono che andare alla polizia li porterebbe a diventare vittime di ulteriori rappresaglie.

Alla luce di tutto questo, è paradossale che l'episodio antisemita più discusso in Germania negli ultimi tempi, perlomeno dall'attacco di un killer neonazista a una sinagoga nella città di Halle durante lo Yom Kippur nel 2019, potrebbe non essere mai accaduto. Dico “potrebbe” dal momento che la polizia sta ancora indagando sull'incidente, anche se le prove pubblicate dai media tedeschi nell'ultima settimana sollevano sicuramente dei dubbi sulla iniziale denuncia di discriminazione antisemita. La persona al centro della controversia, Gil Ofarim, è un musicista ebreo molto famoso in Germania, il cui padre è un israeliano. Come è stato riportato in una miriade di agenzie di stampa in tutto il mondo, agli inizi di questo mese lui si trovava a Lipsia, dove aveva prenotato una stanza all'hotel Westin della città. Come ha spiegato un Ofarim sconvolto, in un video di Instagram diventato virale, poco prima un impiegato dell'hotel gli aveva intimato “Metti via la tua stella se vuoi fare il check- in”. Per tutto il video, indicava il ciondolo con la Stella di David della catenina al collo che aveva scatenato la presunta frase del dipendente, dicendo agli spettatori che lo indossava sempre. L'ondata di solidarietà è stata immediata e generosa. Alcuni commentatori osservarono acidamente che meno di un secolo fa Ofarim sarebbe stato picchiato, arrestato e gettato in un campo di concentramento per non indossare una Stella di David per le strade di una città tedesca. La notte dopo che Ofarim aveva reso pubblico il suo resoconto di quanto accaduto al Westin, più di 600 dimostranti si riunirono fuori dall'hotel per una manifestazione spontanea contro l'antisemitismo. Nel frattempo, il Consiglio centrale degli ebrei in Germania aveva dichiarato la sua solidarietà a Ofarim, mentre l'Agenzia federale antidiscriminazione del Paese aveva avvertito il Westin che questo atto di discriminazione antisemita avrebbe avuto delle “conseguenze”. Per quanto riguarda l'hotel, il comportamento dei suoi alti dirigenti sembrava solo peggiorare quello che era già un disastro per le pubbliche relazioni. La mattina dopo che il video di Ofarim era apparso online, un gruppo di dipendenti si era riunito fuori dall'hotel per srotolare uno striscione che mostrava la bandiera nazionale dello Stato di Israele accanto a una stella e alla mezzaluna, i simboli che rappresentano l'Islam. Questo maldestro tentativo di far passare un messaggio di accoglienza generica, ha semplicemente dimostrato, come sosteneva un leader ebreo, la mancanza di consapevolezza che “gli ebrei fanno parte della società tedesca”. Più tardi lo stesso giorno, mentre i manifestanti si radunavano fuori dall'hotel, un paio di giornalisti tra la folla notò che per sorvegliare l'ingresso dell'hotel era stata assunta una particolare società di sicurezza privata.

Germany stands by Israel — despite the Holocaust, and because of the  Holocaust | Germany | News and in-depth reporting from Berlin and beyond |  DW | 14.05.2021

L'azienda, Pro-GSL Security, è nota per i suoi legami con l’ambiente neonazista di Lipsia, spesso fornendo muscoli per manifestazioni e raduni organizzati da organizzazioni di estrema destra e anti-immigrazione. Mentre la polemica si evolveva, l'hotel ha insistito sul fatto che il resoconto di Ofarim di ciò che era accaduto era fondamentalmente inventato. Questo ha portato il suo crescente esercito di critici a chiedersi perché non fossero state presentate scuse al musicista, invece di quelle che sembravano affermazioni di innocenza sempre più disperate. Poi, quasi due settimane dopo la dichiarazione iniziale di Ofarim, la storia ha preso una svolta inaspettata. Mercoledì scorso, sono state pubblicate sulla stampa tedesca le immagini del video della telecamera di sorveglianza (CCTV) della reception dell'hotel, che mostra Ofarim mentre cercava di fare il check-in, probabilmente fatte trapelare dall'hotel Westin, che aveva appena terminato un'indagine interna che ha ritenuto il suo dipendente innocente delle accuse di antisemitismo. Ciò che emergeva in queste immagini era il fatto che la collana con la Stella di David di Ofarim non si vedeva da nessuna parte. Quando sono state ricordate le parole esatte usate da Ofarim su Instagram – “Ero in fila indossando la mia collana com’è mio diritto e che ho indossato per tutta la vita” - questa nuova prova sembrava davvero schiacciante. Presto sui media tedeschi seguì la considerazione che c'era una ragione per cui nessun testimone si era presentato; non c'era niente da segnalare. La risposta di Ofarim è stata quella di raddoppiare. C'è stato comunque un notevole cambiamento nella sua storia; il problema non era se avesse indossato o meno il ciondolo, disse, e non riusciva a ricordare se l'avesse indossato sopra o sotto la camicia quella particolare sera. Il ciondolo con la Stella di David faceva parte della sua immagine pubblica, sosteneva, e l'impiegato gli aveva detto di “metterlo via” perché tutti sapevano che lui lo portava. In un'intervista rilasciata giovedì scorso alla televisione tedesca Stern, Ofarim ha confermato che stava portando avanti la sua denuncia contro il Westin. Ha confessato di essere stato profondamente rattristato dagli insulti lanciati contro di lui sui social media - alcuni dei quali apertamente antisemiti - da quando erano state pubblicate le immagini della CCTV, ed era preoccupato che la sua esperienza potesse dissuadere altri ebrei dal segnalare molestie o discriminazioni. Prima di fare supposizioni sul fatto se Ofarim abbia detto la verità o meno, va tenuto presente che l'indagine della polizia non è finita, che l'hotel Westin ha mantenuto riservato il suo rapporto interno di 118 pagine sull'incidente, che abbiamo visto solo una manciata di immagini della CCTV e che, soprattutto, non esiste alcuna registrazione audio che possa confermare se il dipendente gli abbia davvero detto di “metter via la sua stella”.

A meno che non ci sia un'altra svolta in questa storia, è chiaramente possibile che la conclusione sarà quella in cui, data la mancanza di prove empiriche, la denuncia lascerà Ofarim in un mare di guai. Ora, non so molto di Ofarim, ma so che le celebrità sono sensibili a un certo tipo di paranoia da star e che possono diventare opportuniste quando questo finisce sui media. Se questo è un caso del genere, allora sarà un regalo per coloro che credono che l'antisemitismo sia solo un mezzo cinico per gli ebrei per ricattare moralmente i non ebrei. Tuttavia, Ofarim ha ragione quando teme che gli ebrei che sono vittime di episodi di antisemitismo nella loro vita quotidiana, possano diventare ancora più riluttanti a segnalarlo, avendo sentito parlare della sua esperienza. Perché se nel resoconto della vittima emergono inesattezze o la mancanza di prove dà agli autori di un atto di antisemitismo un vantaggio, allora la risposta dei media, e di gran parte del pubblico, è dura e spietata, come ha appena scoperto Ofarim. "Ofarim ha certamente ottenuto una cosa", ha scritto il giornalista tedesco Matthias Hochstatter. “Ha dimostrato che, 75 anni dopo la Shoah, l'antisemitismo in Germania è ancora saldamente ben inculcato nella mente dei tedeschi.” Il problema è che in molte di quelle menti - il 40 percento, secondo un sondaggio del World Jewish Congress nel 2019 - gli ebrei “parlano troppo della Shoah” e anche che - il 22 percento degli intervistati nello stesso sondaggio – “le persone odiano gli ebrei per il modo in cui si comportano”. Questo è il contesto in cui sono state catapultate le affermazioni di antisemitismo di Ofarim, insieme alle contro rivendicazioni dell'hotel Westin. Ad ogni modo, è sicuro che quegli episodi quotidiani che ho menzionato all'inizio, non saranno gli ultimi di tali statistiche.

Ben Cohen Writer - JNS.org
Ben Cohen, esperto di antisemitismo, scrive sul Jewish News Syndicate

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