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Diego Gabutti
Corsivi controluce in salsa IC
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Periscopio 01/08/2023
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 01/08/2023, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Putin could be out of power within a year, says ex-British spy - here's how  | World News | Sky News
Vladimir Putin

Dopo il vertice di San Pietroburgo con i leader africani Vladimir Putin ha detto che Mosca non rifiuta l’idea di colloqui di pace, ma ha anche aggiunto che è difficile trattare mentre l’Ucraina è all’offensiva. repubblica.it

Per la prima volta negli ultimi trent’anni la Russia ha iniziato a dispiegare navi tattiche con armi nucleari nel Mar Baltico. Ansa.

Situazione incandescente a Niamey, in Niger, dove migliaia di manifestanti pro-giunta si sono radunati domenica mattina nelle strade principali della capitale. Cìè stato un tentativo d’assalto all’ambasciata francese. «Viva Putin», «Viva la Russia», «Abbasso la Francia» hanno urlato i manifestanti strappando la targa con la scritta «Ambasciata francese in Niger» per poi calpestarla e sostituirla con bandiere russe e nigerine. Reuters.

Kiev è senza soldati. Solo 14 giorni [di addestramento] per morire in guerra. Titolo del Fatto quotidiano.

Gustavo Zagrebelsky: La supposta naturale aggressività degli esseri umani in quanto tali è [...] il più importante intervento di manipolazione delle coscienze. [...] Dove sta scritto che siamo obbligati a fabbricare, vendere e inviare continuamente armi? Intervistatore: Istinto difensivo di sopravvivenza? Gustavo Zagrebelsky: Lei pensa subito all’Ucraina. Intervistatore: In effetti. Gustavo Zagrebelsky: Lo capisco. È automatico. Ma... [Mah]. Andrea Malaguti, La Stampa.

Rubano ai poveri per buttare 4-6 miliardi in tank Leopard. Titolo del Fatto quotidiano.

Quanto al demonio, si tratta d’un titolo: è demonio chi ha il comando. Ma poiché l’inferno è un mondo d’invidia e di rivalità — il mondo della politica, in una parola — nessuno dura in quel posto perché è un eterno cospirare di tutti contro tutti. Sicché demonio non è un essere determinato, ma diversi individui che si odiano. La loro vita è terribile. [...] E tutto questo è descritto [nella Commedia di Dante Alighieri] in ogni particolare: l’inferno con paludi, taverne, postriboli, e soprattutto quel continuo tramare e cospirare. Jorge Luis Borges, Ultime conversazioni, Bompiani 1990.

Noi affamati via sms dal governo: torneremo schiavi. Titolo del Fatto quotidiano.
 
Asse pro fannulloni. Pd, grillini e Cgil: i soviet del reddito. Titolo del Giornale.

Un altro idolo: l’eco-ansiosa [piangente]. Titolo di Libero.

[Piange anche] il ministro Pichetto Fratin. Titolo del Riformista.

Prima riforma Meloni: aumento della povertà del 10%. Titolo dell’Unità.

La ragazza con l’eco-ansia che ha commosso Pichetto è esperta in recitazione. Titolo della Verità.

Cronaca Stop Novella Express, più che notizie spetteguless! Ezio Greggio, Drive In.

[Festa di Gioventù Nazionale, organizzazione giovanile di Fd’I]. Lato A. Accreditamento nel Consiglio nazionale dei Giovani sul cui sito spicca il logo della presidenza del Consiglio. Lato B. Partecipazione a raduni suprematisti dove si inneggia al «White Lives Matter», alla teoria etno-nazionalista del «sangue e suolo», e risuonano canzoni dedicate alle SS e a Erich Priebke, il boia delle Fosse Ardeatine. Gli onori alla X Mas, a gerarchi e squadristi, a Léon Degrelle, «figlio adottivo di Hitler», nazista belga delle Waffen SS. Paolo Berizzi, Repubblica.

Prima che Hitler lo usasse come artista ufficiale del nazismo, Wagner era stato un mito di Baudelaire e dei simbolisti francesi, ma pure dei socialisti e degli anarchici, e finanche dei bolscevichi, al punto che al concerto in morte di Lenin venne eseguita la marcia funebre wagneriana. Si scopre che accanto al Wagner nazista, esiste anche un Wagner ebreo e nero, nonostante il suo chiaro antisemitismo. E poi c’è un Wagner femminista e gay. Un Wagner esoterico, decadente e satanico. Oggi, ahinoi, bisogna aggiungere un capitolo sul Wagner putiniano. Nicola Mirenzi, HuffPost.

I perdigiorno si compiaceranno: «Sono un tale peccatore che Dio è dovuto scendere di persona sulla Terra per salvarmi. Devo essere un vero demonio». E i malviventi argomenteranno: «A me piace commettere crimini. A Dio piace perdonarli. Il mondo è davvero ben congegnato». W.H. Auden, Oratorio di Natale, Transeuropa 2011.

Siparietto a Washington durante l’incontro tra la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni e i leader dei senatori Usa. «Cosa significano i tre colori della bandiera italiana?» chiede durante una photo opportunity il senatore democratico Chuck Schumer. «Sì sì sì, significano molte cose», risponde la premier, visibilmente in difficoltà. video.repubblica.it

Marocchino sgozza l’ex fidanzata. Albanese massacra la vicina. Titolo della Verità.

500mila emigrati in tre anni! È un’invasione pianificata e voluta. Si chiama sostituzione etnica. Giorgia Meloni, Di martedì (2017).

Finora [Meloni] o ha rinviato (giustizia, riforme, Pnrr) o ha sfruttato un venticello favorevole ma qual è un successo personale della presidente del Consiglio? La politica estera? Concretamente cosa ha fatto a parte confermare la linea di Mario Draghi? [...] La verità che si offre nuda a noi, come diceva Lucio Battisti, è che [...] i governanti e i loro staff sono abbastanza bravi a mettere la polvere sotto il tappeto. [...] A settembre però inizierà la danza macabra della legge di Bilancio. Mario Lavia, Linkiesta.

«Alain Elkann è un lanzichenecco dell’italiano». [Su Libero] il linguista Massimo Arcangeli fa il contropelo all’articolo vergato dallo scrittore: uso scorretto della punteggiatura, costrutti sgangherati, ripetizioni nel testo. «Elkann? Un dilettante. Non so se sia stato più imbarazzante: 1) l’attestato di letterarietà a uno dei più brutti, sciatti e sgangherati “racconti” brevi che abbia letto nell’ultimo anno; 2) il rifiuto di Molinari di pubblicare la nota del comitato di redazione o 3) il panegirico della noterella di Elkann da parte di Fabio Finotti, professore emerito all’Università della Pennsylvania». Dagospia.

Le carriere fatte con i piedi [o peggio] rendono più di quelle fatte con la testa. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti

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