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Diego Gabutti
Corsivi controluce in salsa IC
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Periscopio 07/07/2023
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 07/07/2023, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Belarus jails opposition leader's husband for 18 years – POLITICO
Svetlana Tikhanovskaya

Uno yogi voleva attraversare un fiume ma non aveva il penny per pagare il traghetto, così attraversò il fiume camminando sulle acque. Un altro yogi, al quale avevano riferito il fatto, disse che il miracolo non valeva più del penny del traghetto. W. Somerset Maugham, Taccuino di uno scrittore.

[Bielorussia russa]. L’86% dei cittadini è contro Lukashenko. Ma il dissenso è silenziato, t’arrestano per ogni cosa, perfino se parli bielorusso. La nostra lingua è diventata un codice per dissidenti. Le autorità a ogni livello parlano russo. Svetlana Tikhanovskaya, leader del governo bielorusso in esilio (Irene Soave, Corriere della sera).

In una diretta [con Omnibus, poco dopo l’invasione] dico che non mi permettono di fare le quattro lezioni su Dostoevskij che mi avevano chiesto e che la colpa, di Dostoevskij, è d’essere russo. Anche se è morto nel 1881, è una colpa che non si prescrive, è russo e va punito. Ha avuto la sfacciataggine di nascere in Russia, merita di essere cancellato. Per evitare tensioni. Paolo Nori, Vi avverto che vivo per l’ultima volta.

«I manoscritti non bruciano», dice il diavolo nel Maestro e Margherita di Bulgakov [...] Ma sono i manoscritti imperiali a non bruciare; i nostri sì. Avete mai letto Le beccacce di bosco dello scrittore ucraino Mykola Khvylovy? Nemmeno io. I russi hanno distrutto la seconda parte del manoscritto di Khvylovy confiscando tutte le copie della rivista ucraina che lo pubblicava. Non è mai stata ritrovata una sola copia. La rivista fu confiscata nel 1933, lo stesso anno in cui Khvylovy morì a Charkiv. Viktoriya Amelina 1, uccisa il 1 luglio da un missile russo a Kramatorsk (Linkiesta).

[Aperta parentesi]. Non si può scrivere una poesia sugli alberi se la foresta è piena di poliziotti. Bertolt Brecht (da Frederic Spotts, Hitler e il potere dell’estetica.

[Chiusa parentesi, e di nuovo Le Beccacce di bosco]. A quel tempo, agli ucraini erano stati confiscati tutti i generi alimentari. Milioni di persone morivano nell’«Holodomor», oggi riconosciuto come genocidio. Il crimine «minore» di confiscare una rivista e distruggere un’altra opera della letteratura ucraina passò inosservato. La maggior parte di coloro che potevano esserne a conoscenza furono giustiziati. Ma vite, dipinti, musei, biblioteche, chiese e manoscritti ucraini stanno bruciando anche adesso. Forse è giunto il momento di spostare il dibattito dalla questione se il mondo debba «perdonare» l’arte e la letteratura imperiale russa a come evitare che una delle culture europee diventi un altro Rinascimento Giustiziato. Viktoriya Amelina 2, Linkiesta.

 Strano giro di fondi gestiti dall’Ambasciata russa a Roma. [...] In un report del 5 gennaio 2023 vengono descritte alcune di queste operazioni. Tra ottobre e novembre del 2022, 400 mila dollari americani depositati sul conto in valuta transitarono su uno dei conti in euro. Da quel conto furono poi operati «cinque prelievi in contante per un valore di 410 mila euro». Il mese dopo una società di security consegnò all’Ambasciata della Federazione russa «seimila banconote da cento euro». Non si conosce la destinazione del denaro, ma c’è un motivo se l’intelligence italiana [segue] con attenzione la vicenda: il giro di soldi era iniziato in concomitanza con lo scoppio della guerra in Ucraina. E da allora «non è mai finito». Francesco Verderami, Corriere della sera.

Non sono sicuro che Bianca Berlinguer e Myrta Merlino siano due grandi acquisti. Può succedere come nel calcio, quando si comprano giocatori molto forti sulla carta, che poi si rivelano una delusione. Myrta Merlino non ce la vedo a ricoprire il ruolo di Barbara D’Urso. Lei si sente molto giornalista, non credo che farà troppe concessioni a quel tipo di pubblico. Per me Bianca Berlinguer è un bluff. Posso sbagliare, sono pronto a ricredermi, ma lei è cresciuta nel brodo di cultura della Rai, non so se qui riceverà tutte quelle attenzioni. Le chiederanno di fare audience e non so se sia psicologicamente pronta. Aldo Grasso (Silvia Renda, HuffPost).

Ho sentito il ministro durante il suo intervento dire che con Ki Group non c’entrava niente. Non entro nel merito. ma so che avevo contatti non dico quotidiani ma quasi con la dottoressa [Santanché] e che buona parte delle cose che andavo a fare erano sotto sue direttive. Avevamo riunioni quindicinali con la forza vendite: ci riunivamo in video call e lei ci dava istruzioni. Monica Lasagna, ex dipendente di Ki Group in attesa di liquidazione (entilocali-online.it).

Il ministro apprende dai giornali d’essere indagata. La notizia fatta filtrare proprio la mattina del suo intervento in aula. Titolo del Giornale.

Quando la Meloni dice che finalmente l’Italia è «tornata» autorevole dimentica che lei viene dopo Mario Draghi, mica Gigino la Trottola. Matteo Renzi, il Riformista.

L’uditorio si è animato quando Daniela Santanchè ha accusato «qualcuno» a sinistra, un ignoto, di essere un ipocrita. «Qui c’è gente che mi chiedeva di prenotargli un posto al Twiga» [lo stabilimento balneare di Forte dei Marmi, proprietà di Santanché e Flavio Briatore]. In un lampo mezza Aula si è voltata a guardare l’abbronzatissimo Francesco Boccia, il capogruppo del Pd. Chissà perché. Salvatore Merlo, il Foglio.

Mai «l’Europa delle madri patrie», ha detto [il primo ministro polacco Mateusz] Morawiecki, si piegherà a certe «ideologie» che vorrebbero superare in sede europea il voto all’unanimità per introdurre quello a maggioranza. «La sovranità polacca non può essere intaccata da istituzioni sovranazionali come la Commissione europea». Questo è il personaggetto che Giorgia Meloni, ospite d’onore a Varsavia, dice d’ammirare. Questo l’alleato di ferro che guida un Paese che ancora ieri Bruxelles accusava di violare lo Stato di diritto. E che quando c’è da bastonare l’Italia sui conti si schiera con i falchi. Amedeo La Mattina, Linkiesta.

Ciascuno ha gli amici che gli altri gli attribuiscono. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti


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