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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Diego Gabutti
Corsivi controluce in salsa IC
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Periscopio 14/12/2022
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 14/12/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Pandora Papers, Volodymyr Zelensky presidente dell'Ucraina. Società anonime  per la compravendita di film e show tv - L'Espresso
Volodymyr Zelensky

[A Mosca] i nomi delle vie compongono una toponomastica di lotta clandestina fatta d’attentatori dinamitardi, di proletari vittoriosi, di comunisti internazionalisti, d’agenti della Čeka e di commissari, come se fossero state tutte ribattezzate per omaggiare i cospiratori dei Demòni. Rachel Polonsky, La lanterna magica di Molotov.

«Immaginiamo che Putin si prenda un raffreddore e muoia, o cada accidentalmente da una finestra e muoia, la guerra proseguirebbe?» ha chiesto David Letterman a Volodymyr Zelensky in uno special su Netflix. «No, finirebbe», ha risposto Zelensky. repubblica.it.

Niente conferenza stampa di fine anno del presidente, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. Non ci sarà il tradizionale ricevimento di Capodanno. Non avrà luogo il consueto summit annuale con l’indiano Narendra Modi: [le dichiarazioni minacciose di Mosca circa la] deterrenza nucleare non sono piaciute a New Delhi. Lontanissima da ogni radar, poi, ogni ipotesi di negoziato per una tregua in Ucraina con i leader occidentali. Respinta anche la proposta del cardinale Parolin di tenere colloqui tra Mosca e Kiev in Vaticano, perché «temo che i fratelli ceceni e buriati non apprezzerebbero», come ha detto Maria Zakharova, che dal Vaticano ancora attende «parole di scuse». Lorenzo Santucci, HuffPost.

Un prigioniero russo contatta la famiglia. Piangendo, dice di non aver trovato nazisti «in quest’Ucraina» che è venuto a «denazificare» assassinando civili. Risposta infastidita dalla madre zombie: «Smettila, Sergei... i nazi ti hanno riformattato». Iegor Gran, Z comme zombie.

[Servono] azioni come ridurre al minimo le relazioni diplomatiche bilaterali e tagliare ogni legame economico [con l’Iran]. Gli omicidi di massa nel Sistan, nel Balucistan e nel Kurdistan, possono essere definiti crimini di guerra. Finora sono state uccise più di 500 persone, incluso un numero significativo di minori. A questo punto è indispensabile un intervento della comunità internazionale. [...] Occorre agire, non basta condannare. Shahin Modarres, direttore dell’Iran Desk dell’ITSS di Verona.

«Siamo precisi e veloci durante gli equi processi dei nostri casi giudiziari e non badiamo alle chiacchiere e alla volontà altrui», ha dichiarato Gholamhossein Ejei, capo della magistratura iraniana, dopo l’impiccagione in pubblico del 23enne Majidreza Rahnavard. Nadia Boffa, HuffPost.

Un giorno ho visto impiccare una persona su una piazza di Isfahan. Ero lì. Mi sono chiesto: cos’è questa barbarie? Ma poi ho pensato agli Usa. Anche loro hanno la pena di morte, no? Beppe Grillo (2012).

La guerra in Ucraina ha messo in evidenza l’ipocrisia dell’Occidente. Posso dire tranquillamente che saranno almeno settant’anni che si assiste alla stessa commedia. È sempre uguale. Quand’ero giovane, i veicoli di comunicazione occidentali parlavano sempre di «mondo libero». E se ne torna a parlare anche oggi. Tra l’altro, Mondo libero era anche il giornale dei colonnelli greci messi lì dalla Cia… Luciano Canfora, storico di scuola dadaista (AA.VV., Guerra in Ucraina).

Non c’è stato solo l’Olocausto, ci sono stati tantissimi genocidi nel mondo, ma se voi ci fate caso siamo portati a pensare soltanto a quello che ha colpito gli ebrei, che poi non tutti gli ebrei, perché quelli ricchi si sono venduti pure le sorelle, le famiglie. Chef Rubio, cuoco psichedelico (da Dagospia).

Aspettavamo Godot, e invece è arrivato Ubu Roi. Pierpaolo Albricci, Italia Oggi.

Forse avrete visto anche voi le immagini del memorabile intervento al Parlamento di Bruxelles in cui la vicepresidente Kaili proponeva il Qatar come modello sindacale per il nostro Continente: «Impariamo da loro, lì c’è il salario minimo!» [...] L’aggravante di sinistra, se così si può dire, sta in quel non accontentarsi di adulare il finanziatore, ma nel volere trasformare persino l’adulazione a pagamento in una caricatura di battaglia progressista. Massimo Gramellini, CorSera.

Alleanza Qatar-sinistra per islamizzare l’Europa. Titolo di Libero (dove le opinioni sono sempre kolossal).

Brando Benifei, capodelegazione del partito democratico a Bruxelles, uno dei volti del rinnovamento: «È sempre stata la destra a frenare norme più rigide». Raffinata, la tesi: la colpa delle ruberie della sinistra è della destra, che ha impedito regole più dure per evitare le ruberie altrui (sic!). Da Articolo 1 – il partito di Panzeri [arrestato insieme a moglie e figlia] – nemmeno una parola. Alessandro De Angelis, HuffPost.

Per una fatale coincidenza lo scandalo è esploso all’indomani della notizia che l’ex premier Massimo D’Alema – [tra i fondatori a suo tempo di Articolo 1 e] ora impegnato sul versante delle grandi consulenze internazionali – ha propiziato l’interessamento d’un ricco imprenditore del Qatar ad acquisire la raffineria Lukoil di Priolo in Sicilia, in difficoltà dopo l’embargo alla Russia. open.online

È vittima del neoliberismo lo statuto del Pd. Così come è ostaggio del neoliberismo l’Europa secondo la visione della destra. E così come è ostaggio del neoliberismo la destra nazionalista secondo la visione della sinistra. Così come neoliberista, secondo un intellettuale di sinistra caro al Mulino come Emanuele Felice, era la stessa Russia di Putin. Claudio Cerasa, il Foglio.

Volesti libertà, di ferri è cinta. Ippolito Pindemonte, All’ombra di Voltaire.

Dalla norma anti-rave alla politica dei porti chiusi, dal Pos al bonus cultura per i diciottenni, sono poche le scelte compiute, annunciate o tentate dal governo in questi suoi primissimi mesi di vita che Meloni non abbia dovuto rimangiarsi, correggere, precisare (più spesso tutt’e tre le cose, in ordine inverso). [...] Non c’è male, come luna di miele. Francesco Cundari, Linkiesta.

Non riuscirei a prendere sul serio un politico nemmeno sul suo letto di morte. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti


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