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Diego Gabutti
Corsivi controluce in salsa IC
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Periscopio 09/08/2022
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 09/08/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Draghi, l'inadeguato 'Migliore': ecco perché non poteva essere un buon  presidente del Consiglio - Il Fatto Quotidiano
Mario Draghi

Tra il 24 febbraio e il 18 giugno, secondo il ministero della Difesa ucraino, più di 1,9 milioni di ucraini – tra cui più di 307 mila bambini (200 mila a inizio giugno) – sarebbero stati trasferiti con la forza verso la Federazione russa, senza garanzie né controlli esterni sulle loro condizioni di vita e sul loro futuro. Questo trasferimento attraverso corridoi di evacuazione a senso unico verso «campi di filtraggio», e in seguito luoghi isolati come Murmansk, Kamchatka o la frontiera nordcoreana, evoca lo spettro delle deportazioni perpetrate dalla Russia zarista e dall’Unione sovietica. Le Monde (dal Foglio).

In Ucraina ci sono almeno sei infrastrutture statali riconducibili al gruppo COFCO, il più grande conglomerato agricolo cinese: nelle regioni di Mykolaiv e Odessa, nella regione di Dnipro, nel porto commerciale marittimo di Mykolaiv, nel porto di Mariupol. […]. Nessuna di queste strutture è stata danneggiata dai bombardamenti russi. Monica Perosino, La Stampa.

Trump ha attaccato a fondo la speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi, «la pazza» che con il viaggio a Taiwan «ha creato solo problemi con la Cina». Giuseppe Sarcina, CorSera.

Perché [per i 5stelle] è così difficile affermare pubblicamente che in Cina ci sono alcune cose che non vanno? Grillo sul suo blog è arrivato al punto di negare la tragedia degli uiguri, crisi documentata da decenni. Marco Mayer, formiche.net.

Crescono le cineserie anche sotto i cieli d’Italia e la situazione, lungi dall’essere «eccellente», come fantasticavano i maoisti d’antan, è sempre più scassata. Pierpaolo Albricci, Italia Oggi.

Dopo un periodo di tregua apparente, il Big Bang del sistema politico italiano continua, con le sue scosse di assestamento, in attesa che il voto riconfiguri definitivamente il campo, gli schieramenti e l’intero paesaggio. Ezio Mauro, la Repubblica.

Questa giornata, con lo strappo di Calenda, segna la Caporetto di Letta. Ma cosa era andato a insegnare Letta a Parigi? Strategia politica? Matteo Renzi (Claudio Bozza, CorSera).

Viene legittimata – sulla base dell’intesa elettorale [tra Letta e la «sinistra sinistra»] – una posizione che nega la cosiddetta «agenda Draghi», ossia gli impegni connessi al Pnrr, ai rigassificatori, al sostegno anche militare all’Ucraina in ambito Nato: temi sui quali la linea Fratoianni-Bonelli è opposta a quella di Letta. In particolare è pressoché agli antipodi rispetto a quella sancita con il recente patto Letta-Calenda. Stefano Folli, la Repubblica (venerdì 5 agosto).

Letta aveva provato a [costruire] un’impalcatura elettorale al limite del barocco portoghese per tenere insieme tre coalizioni diverse: una moderata con Calenda, una «de sinistra» con Fratoianni e Bonelli, una più di convenienza con Di Maio. Ma si sa: se una cosa può andare male, va male. E che questa sarebbe andata male si è capito quando qualche giorno fa Fratoianni [ha votato] a Montecitorio contro l’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato, riportando l’orologio della sinistra a prima di Berlinguer. Antonio Polito, CorSera.

Il Pd, negli stessi giorni, ha scritto sulle sue bandiere «Agenda Draghi» e si è alleato con i suoi più fermi oppositori. Un modo peggiore di cominciare una campagna elettorale, anche volendolo fare apposta, sarebbe stato difficile escogitarlo. Francesco Cundari, Linkiesta.

Invece d’allearsi con Calenda, il Pd si allea con Fratoianni e Bonelli, che del capitalismo sono fieri avversari, [offrendo loro la stessa intesa sottoscritta con Calenda]. La svolta del segretario Pd, perfettamente consapevole delle conseguenze che avrebbe determinato, sta tutta qui. E non è credibile che Letta l’avrebbe compiuta se non si fosse sentito tirato per la giacca dalla sinistra del suo partito, il ministro Orlando, l’ex presidente Orfini, i neo-rientrati sotto le insegne Pd Bersani e Speranza. Marcello Sorgi, La Stampa.

Io ho fondato Azione quando il Pd si è alleato col M5S, ora lascio il Pd mentre si riallinea con i Cinque stelle che adesso si chiamano Sinistra italiana ma sono esattamente la stessa cosa. Carlo Calenda, Linkiesta.

Adesso è più facile tentare il dialogo con i Cinque stelle. Titolo di Domani.

Questa alleanza sarebbe stata l’Unione di Prodi in formato bonsai. Carlo Calenda (Maria Teresa Meli, Corsera).

Trovo le dichiarazioni [di Calenda] incomprensibili nei contenuti e nelle motivazioni. Romano Prodi (Fabio Martini, La Stampa).

Sono politicamente incredula. Emma Bonino.

Emma Bonino non opera più da militante ed esponente radicale. Per lei il problema è continuare a fare parte del jet set internazionale. Marco Pannella.

Calenda pagliaccio. Comiche a sinistra. Titolo di Libero.

Send in the clowns. How Beppe Grillo and Silvio Berlusconi threaten the future of Italy. (Entrino i clown. Come Grillo e Berlusconi minacciano il futuro dell’Italia). Titolo dell’Economist, 2013.

Noi, rovinati dai vaccini. Titolo della Verità.

Gli sbarchi si affrontano col blocco navale. Giorgia Meloni.

Se c’è l’agenda Draghi, non ci sono io. Nicola Fratoianni.

Ogni voto a Calenda è un voto per Meloni. Enrico Letta.

Stiamo cercando di capire qual è il progetto sulla politica economica, e in che modo si conciliano i 70 miliardi di risorse pubbliche che contemplava il vecchio piano di Meloni, i «50 miliardi da mettere nelle tasche degli italiani» che pretende Salvini, i «1000 euro al mese per le nostre mamme casalinghe» che spara Berlusconi. Per ora l’unica cosa chiara […] è che i tre alleati un partito unico, inerziale e trasversale, l’hanno già fondato: si chiama #Forzadebito. Massimo Giannini, La Stampa.

Si battono per l’Idea, non avendone. Ennio Flaiano.

Il pessimista è uno che sa come andrà a finire. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti

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