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Diego Gabutti
Corsivi controluce in salsa IC
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Leningrado/Pietroburgo 03/07/2021
Leningrado/Pietroburgo
Recensione di Diego Gabutti

Diario proibito. La verità nascosta sull'assedio di Leningrado: Berggol'c,  Ol'ga: 9788831716246: Amazon.com: Books
Ol’ga Berggol’c, Diario proibito. La verità nascosta sull’assedio di Leningrado, Marsilio 2016, pp. 159, 14,00 euro, eBook 9,99 euro.


Raccontato da una poetessa, dall’interno, mentre l’esercito hitleriano tenta di sfondare le difese della città, l’assedio di Leningrado cambia natura. Rimane anche quel che è, naturalmente: un episodio dell’Apocalisse. Ma è come se questa Apocalisse appartenesse alla quotidianità, come il brutto tempo, un inverno particolarmente rigido, il black out dei rifornimenti energetici. Siamo nell’Urss del Grande Terrore, e al peggio, agli arresti, alle deportazioni, ai colpi alla nuca, sono tutti abituati. Ma a spiegare il rapido, fulmineo adattamento degli abitanti di Leningrado all’incubo dell’assedio non è l’ombra del Grande Assassino che incombe su ogni cosa, e che da anni ha trasformato la vita quotidiana dei cittadini sovietici in un incubo senza fine, o non è soltanto questo. È qualcosa nella natura stessa degli umani, che sono in grado di sopravvivere, e persino di prosperare, in qualsiasi habitat, fosse pure l’utopia dei cekisti, l’inferno di Dante o l’assedio di Leningrado.

Si racconta che il grande Dmitrij Dmitrievič Šostakovič, dopo averla fatta ascoltare all’Onnipotente (ma non Misericordioso e tanto meno Compassionevole) e ai suoi commissari del popolo, che l’approvarono, bontà loro, eseguì la sua Sinfonia di Leningrado nella città assediata, sotto i bombardamenti tedeschi. Quella fu una prova di forza, per dimostrare al mondo che la vita continuava, a dispetto della Wehrmacht e del suo Führer. Invece il diario della poetessa, giornalista, romanziera, sceneggiatrice di film Ol’ga Berggol’c, un diario che lei seppellì dopo averlo scritto, per nasconderlo all’Oscuro Signore del Cremlino e ai suoi Infidi Orchetti da romanzo fantasy, non fu scritto per impressionare il mondo. Era vita quotidiana e basta.

Beninteso: vita quotidiana in Urss, dove parlare d’amore, dell’attrazione della poetessa per questo e quello, della malattia di suo marito, dei figli morti e così via era considerato un comportamento parassitario, piccoloborghese, antiproletario, se non addirittura eversivo, come cospirare con Trotsky, Churchill, Walt Disney e il Mikado per attentare alla preziosa vita del Padre dei Popoli. Ol’ga — nonostante le torture subite dopo l’arresto di qualche mese prima, nonostante l’assassinio del primo marito, nonostante la deportazione in pieno assedio del padre chirurgo — è una comunista convinta, e anche questo è un aspetto dell’Apocalisse che si è fatta quotidiana, uno tsunami che spazza via i popoli dalla faccia del pianeta diventato indistinguibile dal bel tempo, dal tran tran. In queste sue note quotidiane (Diario proibito. La verità nascosta sull’assedio di Leninigrado, Marsilio 2013, pp. 159, 14,00 euro, ebook 9,99 euro) Ol’ga Berggol’c parla per esclamativi. A volte invoca Gesù e tutti i santi; altre volte Lenin e Stalin, il quale «forse sa tutto», a meno che non lo tengano all’oscuro e non sappia e che sia anche lui la vittima, come noi cittadini qaulunque, dell’arbitrio della polizia politica, dei traditori del popolo. È il socialismo reale un’eternità prima del disgelo e della nascita della dissidenza, del samizdat, del ritorno alla religione. È un mondo alla rovescia — gli assassinati tifano per i loro assassini. Intanto la vita va avanti, la poetessa s’innamora di Caio, poi di Tizio mentre piovono le bombe dal cielo, si mangiano i topi, crollano le case. Ol’ga cita una poesia di Mandel’štam: «Leningrado, ho ancora i tuoi indirizzi/ lì troverò le voci dei morti». Solo che la poesia — che lei cita a memoria — non dice «Leningrado» ma «Pietroburgo». Altro segnale d’Apocalisse.

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Diego Gabutti

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