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Giuliana Iurlano
Antisemitismo Antisionismo
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Londra 1918, non solo la Dichiarazione Balfour 01/10/2018

Londra 1918, non solo la Dichiarazione Balfour
Commento di Giuliana Iurlano

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La Dichiarazione Balfour e il suo autore

Nel 1918 fu pubblicato a Londra un piccolo pamphlet dal titolo “Jews among the Entente Leaders” (London, R. Clay and Sons, Ltd.), che presenta dei brevi ritratti sui principali leaders ebrei presenti nello schieramento dei paesi aderenti all’Intesa e il contributo da loro dato alla causa degli Alleati durante il primo conflitto mondiale. Nella prefazione, l’anonimo autore sostiene che l’ebreo – avendo sofferto per duemila anni situazioni di crudeltà e di oppressione – apprezzava forse più di altri la battaglia per la libertà che i paesi dell’Intesa stavano sostenendo contro l’autoritarismo delle Potenze Centrali e, in quanto leale cittadino del paese in cui viveva, era pronto a sacrificare la propria vita per la sua salvezza. Probabilmente, aggiunge l’A., “la grande carta britannica di libertà per gli ebrei”, vale a dire la Dichiarazione Balfour del 2 novembre 1917, aveva creato in lui la convinzione che il destino degli ebrei fosse indissolubilmente legato alla vittoria degli Alleati. Nel pamphlet non si parla dei numerosissimi ebrei che avevano partecipato attivamente al conflitto, che erano caduti in battaglia o che furono decorati per il loro eroismo, bensì di coloro che avevano svolto un’importante attività politica, sociale o economica nel fronte interno dei rispettivi paesi. Tra i britannici, si ricordano personaggi come il politico liberale Herbert Louis Samuel, che tanto si impegnò per il perseguimento degli scopi del sionismo, o come il liberal-radicale Edwin Samuel Montague, membro del governo Asquith e contrario, invece, al sionismo, o come Rufus Daniel Isaacs, 1° marchese di Reading, anche lui liberale, procuratore generale negli anni della guerra, primo ambasciatore britannico ebreo negli Stati Uniti e grande sostenitore del movimento sionista, o, ancora, come Sir Alfred Mond, grande esperto di economia e commercio, membro del Governo di Loyd George e sionista impegnato. Tra i francesi, vengono ricordati personaggi come l’avvocato e pubblicista Louis Lucien Klotz, di famiglia ebraico-alsaziana, emigrato in Francia dopo la guerra franco-prussiana, divenuto per due volte ministro delle Finanze ed editore de “L’Armée en 1906”, o come il pubblicista e politico Joseph Reinach, editore de “La République Française” e segretario privato di Gambetta, mentre in Belgio, l’avvocato e parlamentare M. Paul Hymans, leader del Liberal Party. Per l’Italia, viene ricordato il barone Sidney Sonnino, che fu anche editore de “La Rassegna Settimanale” e del “Giornale d’Italia”; egli fu eletto in Parlamento dopo aver pubblicato il suo importante studio sulle condizioni economiche del Mezzogiorno insieme ad un altro ebreo, il barone Leopold Franchetti. Sonnino fu il primo ebreo a ricevere l’incarico, nel 1903, di presidente del Consiglio e poi divenne ministro degli Esteri nel novembre del 1914. Accanto a Sonnino, vi è anche Luigi Luzzatti, divenuto giovanissimo docente di Economia Politica a Milano e, sei anni dopo, segretario generale del ministro dell’Agricoltura; tra il 1891 e il 1906 fu ministro del Tesoro e delle Finanze, poi ministro dell’Agricoltura, dell’Industria e del Commercio fino a diventare, nel 1909, capo del Governo. Un altro italiano ricordato nel pamphlet è l’ebreo triestino irredentista Salvatore Barzilai, noto orientalista ed archeologo, ma anche segretario della Comunità ebraica di Trieste; Barzilai, appena sedicenne, era stato arrestato dalle autorità austriache con l’accusa di alto tradimento, ma poi, una volta scagionato dopo un anno di detenzione, lasciò il territorio austriaco per recarsi in Italia, dove fu eletto in Parlamento tra i membri della Destra storica. Negli Stati Uniti, il grande lavoro per far decollare il movimento sionista fu opera del giudice della Corte Suprema Louis D. Brandeis, molto apprezzato dal presidente Wilson, mentre un ruolo molto importante nel sindacato americano fu ricoperto da Samuel Gompers, presidente della Cigar-Makers’ International Union e poi fondatore della American Federation of Labour, ma anche noto per il suo impegno per le otto ore lavorative e per la regolamentazione del lavoro minorile. Un altro importante ebreo tedesco-americano fu Oscar S. Straus, divenuto ambasciatore a Costantinopoli e distintosi per l’impegno nell’ambito della questione ebraica e per la ricerca di una soluzione diplomatica relativamente alle drammatiche condizioni degli ebrei nell’Impero zarista. Accanto a lui, viene ricordato anche Bernard M. Baruch, molto apprezzato da Wilson e presidente del War Industries Board of the United States, che tanto contribuì alla vittoria degli Alleati nella prima guerra mondiale. Gli altri ebrei ricordati nel pamphlet sono il musicologo tedesco Otto Hermann Kahn ed Abram I. Elkus, quest’ultimo ambasciatore americano a Costantinopoli per un breve periodo e sempre molto attivo nella comunità ebraica d’oltreoceano.


Giuliana Iurlano è Professore aggregato di Storia delle Relazioni Internazionali presso l'Università del Salento. Collabora a Informazione Corretta


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